Goodmorning Brescia (224) – E se non bastasse l’agnello, a “togliere i peccati del mondo”?

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È Gian Mario Bandera che, more solito, nel foyer del Teatro Sociale apre la conferenza stampa per la presentazione dello spettacolo Agnello di Dio (in scena dal 26 aprile all’8 maggio al Teatro Sant’Afra): «Si tratta di una nuova produzione CTB (quart’ultima della serie per questa stagione) inserita all’interno del progetto Grandi Famiglie sponsorizzato da Fondazione Cariplo» ricorda, per raccontare poi: «Quando Piero mi ha proposto questa produzione ho pensato che i valori non passano necessariamente e automaticamente da una generazione all’altra, ma è compito collettivo (oltre che individuale) di tutta la società civile

In rappresentanza del Consiglio di Amministrazione del Centro Teatrale Bresciano prende poi la parola Elena Bonometti: «Come in tutte le precedenti occasioni, è  una grande gioia per me essere qui e colgo l’occasione per ringraziare il Centro Teatrale Bresciano per la meravigliosa avventura che sto vivendo e che mi ha arricchito tantissimo, permettendomi di stare in costante contatto con una serie di artisti di grandissima sensibilità e preparazione. Pièce di grande valore con un formidabile cast diretta da un regista di origine bresciano, così  come due degli attori. Anche io ho studiato in una scuola cattolica, e sono insegnante, dunque il tema dello spettacolo, vale a dire la trasmissione generazionale di principi e valori riveste per me una particolare valenza».

Piero Maccarinelli: «Amo molto e da lungo tempo il modo di scrivere di Daniele Mencarelli. Mi è  sempre piaciuto muovermi da “provocatore” di testi, non solo teatrali, verso gli autori che più mi piacciono e mi ispirano.  In questa occasione, inoltre, ho avuto l’occasione di dirigere una squadra di attori veri, tutti di grandissimo talento, che meriterebbero ancora di più  dei pur grandi riconoscimenti che hanno già saputo conquistare».

Daniele Mencarelli (in collegamento da Roma) «Ringrazio il direttore Bandera e tutto il CTB per questa opportunità di mettere in scena Agnello di Dio in cui si tratta dell’eterno scontro tra chi è  venuto prima e coloro che vengono dopo. Il personaggio al centro della vicenda, Samuele, ha essenzialmente la necessità di placare la propria naturale inquietudine giovanile attraverso l’ascolto. Le due figure chiamate a sostenerlo in questo difficile passaggio di vita, però,  dimostreranno una sconcertante incapacità a comprendere e aiutare: il padre (uomo affermato e realizzato) e la preside, una suora, donna di fede che ha chiuso i propri ideali in uno schema rigido che somiglia molto a una gabbia. Questi tre personaggi attraverso la discussione (apparentemente innocua) di un tema svolto in classe, arrivano a mettersi in gioco personalnente oltre ogni aspettativa e ogni limite. C’è un quarto personaggio, in scena: un’altra suora, segretaria della preside, candida e positiva al limite dell’infantilità  che però,  con il progredire del dibattito, diverrà uno di quei gregari eroici che non rispondono ai neccanismi della Storia ma, grazie al cielo, esistono e giovano al loro prossimo».

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SPETTACOLI BRESCIA CENTRO TEATRALE BRESCIANO TEATRO SANT’AFRA AGNELLO DI DIO NELLA FOTO SCENA 15/04/2022 newreporter©favretto

Prendono poi la parola gli attori, concordi nell’apprezzamento del testo, sottolineando la complessità e le tante sfaccettature che caratterizzano tutti i personaggi. Secondo Fausto Cabra, in particolare, «il focus di quest’opera è sì sui problemi che travagliano la borghesia ma, soprattutto, sull’incapacità delle generazioni che si avvicendano di trovare un vero collegamento tra loro, concentrate come sono, ahimé, su una superficiale esteriorità  (la nuova) e su un passato ricostruito a proprio uso e consumo  (la vecchia). Una situazione di stallo capace di rendere pressoché impossibile l’intraprendere di significativi viaggi nell’interiorità. 

Una guerra, come spesso accade nelle guerre, destinata a rimanere senza un vero vincente. Avrete modo di constatarlo con i vostro occhi martedì prossimo.

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