Teatro Mina Mezzadri: resurrezione con… Fantasmi!

Stavolta l’articolo è doppio. Inevitabilmente doppio, direi, dal momento che tra il pomeriggio e la sera di martedì 14 novembre, dopo tanto silenzio, finalmente il Teatro Mina Mezzadri, già Teatro Santa Chiara, torna a “parlare” e, di conseguenza, a fare parlare di sé.

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Prima, giusto all’ora del tè, la convocazione di una conferenza stampa nel corso della quale il Direttore del CTB Gian Mario Bandera, insieme all’architetto Alice Diodesini e alla fattiva presenza del sindaco di Brescia Laura Castelletti. Poi, allo scoccare del canonico orario delle 20,45, la prima della pièce prodotta dal Centro Teatrale Bresciano «Fantasmi»,

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Dunque, andiamo per ordine.

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La conferenza stampa:

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Prende la parola per prima il “padrone di casa” Gian Mario Bandera che, dopo avere salutato e ringraziato per la loro presenza gli esponenti dell’informazione bresciana e gli ospiti, ricorda che il Mina Mezzadri è il Teatro storico di Brescia e del CTB, visto che è proprio da qui che mosse i suoi primi passi la Loggetta, mettendo in scena «I giganti della montagna» di Luigi Pirandello. «E proprio con il grandissimo drammaturgo e scrittore agrigentino, assecondando la causalità non casuale tipica e propria del Teatro si ricomincerà stasera» aggiunge, per ricordare subito dopo che l’intervento effettuato sul teatro vede realizzato, oltre a un nuovo boccascena, il perfezionamento e potenziamento dell’impianto di areazione, l’adeguamento dell’intero impianto elettrico. Il tutto realizzato in stretta sinergia con il Comune e grazie anche all’utilizzo dei fondi del PNR.

Interviene poi Alice Dodesini, l’architetto progettista responsabile dei lavori di ristrutturazione. «Ritengo doveroso indirizzare un sentito ringraziamento a tutta la squadra che mi ha coadiuvato in questo intervento, dai preziosi collaboratori che mi hanno affiancato alle maestranze che, dall’inizio alla fine dei lavori, non si sono risparmiate. Un’operazione che ha richiesto oltre due anni, funzionale ma anche di valore architettonico, che ritengo a questo punto perfettamente riuscita sotto ogni punto di vista».

Chiude gli interventi il sindaco Laura Castelletti. «Confermo e sottoscrivo in pieno quanto già detto dal direttore Bandera in merito all’importanza di questo sito teatrale che ha contribuito al progresso della nostra città non solo sotto l’ aspetto artistico ma anche sotto quello della crescita civile. Un intervento che, tra l’altro, ha consentito alla nostra Amministrazione di concludere questo straordinario anno che ci ha visto Capitale della Cultura insieme a Bergamo con fatti e risultati concreti che sono andati ad affiancarsi a una (straordinaria) serie di eventi di altissimo livello» dichiara poi, per rendere noto di avere avviato un dialogo con i direttori del Sociale e del Grande nell’intento di avviare una sinergia tesa a un nuovo impulso e al potenziamento complessivo dell’offerta artistica di Brescia.

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Il simbolico e rituale “taglio del nastro” per l’inaugurazione dell’impianto rinnovato
Una suggestiva inquadratura esterna del complesso di Santa Chiara

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Lo spettacolo:

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La pièce è composta di “quadri” tratti da «L‘uomo dal fiore in bocca»,  «Sgombero»  e «Colloqui coi personaggi» di Luigi Pirandello e da «Totò e Vicé » di  Franco Scaldati. La drammaturgia e la regia sono di Enzo Vetrano e Stefano Randisi, con, sul palcoscenico, Enzo VetranoStefano Randisi e  Margherita Smedile.

Uno spettacolo “diesel”, direbbe un mio caro amico appassionato in egual misura di Teatro e di motori. Ovvero una narrazione che, partendo con studiata lentezza, prende via via velocità e potenza, culminando, nella seconda parte della rappresentazione, in un micidiale (in senso buono) uno-due (e qui siamo al gergo della boxe, tanto per non risparmiarci niente), con il richiamo all’atmosfera e al simbolismo di una delle scene più significative di «L’uomo dal fiore in bocca» e alla trasognata ironia macabra ma umanissima di «Totò e Vicé ».

Felice ed equilibrata la scelta dei testi. Concentrati e bravissimi tutti gli interpreti, tra i quali, però, merita a mio avviso una particolare citazione un Enzo Vetrano in forma smagliante. Essenziale ma suggestiva quanto basta la scenografia, arricchita da un perfetto utilizzo delle luci. Caloroso il responso del pubblico.

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