Fëdor Michajlovič Dostoevskij (in russo Фёдор Михайлович Достоевский), di mestiere scrittore, nacque a Mosca l’11 novembre 1821 e morì a San Pietroburgo il 28 gennaio 1881.
Fabrizio Sinisi, invece, nato come poeta e attualmente uno dei più conosciuti e apprezzati drammaturghi italiani, residente tra l’altro presso il Teatro Stabile di Brescia. è nato a Barletta nel 1987. È lui l’autore di Demoni, la pièce prodotta dal C.T.B. in collaborazione con LAC – Lugano Arte e Cultura, tratta dall’omonimo romanzo di Dostoevskij che andrà in scena a Brescia a partire dal prossimo martedì, evento al quale è stata dedicata l’affollata conferenza stampa tenutasi ieri mattina presso il foyer del Teatro Sociale con la presenza, oltre che dell’autore della drammaturgia, anche del regista Claudio Autelli, degli attori e dei dirigenti del Centro Teatrale Bresciano.
I demoni di Dostoevskij fu pubblicato per la prima volta nel 1873. Demoni, di Sinisi va in scena esattamente centocinquant’anni dopo. Un lasso di tempo nel corso del quale in Russia e nel mondo è successo molto più di qualcosa, ma che, alla luce della rilettura e riadattamento a testo teatrale non appare poi così ampio…
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Come di consueto apre la conferenza il direttore del C.T.B. Gian Mario Bandera, assai impegnato, in questi giorni, come tutti i responsabili dei teatri pubblici, a sbrigare le non poche e non semplici incombenze legate alla messa a terra del PNNR. andera I teatri pubblici in questo momento sono impegnati nelle incombenze del PER. «È un progetto che viene da lontano. Un impegno consistente, realizzato con un cast importante composto di tanti giovani attori, nel quale ho creduto fortemente fin dal primo istante. Una produzione che tratta temi di scottante attualità come il confronnto intergenerazionale e gli ideali e le istanze che fermentano, a volte con confusa veemenza, negli animi dei più giovani. Uno spettacolo che, verosimilmente, porterà occasione di discussione e dibattito anche vivace». Prima di concludere il suo intervento, Bandera fa notare come il dramma suggerisca un ritorno alle situazioni e alle atmosfere delle assemblee del tumultuoso periodo sessantottine e post-sessantottine. Ricorda infine che la programmazione bresciana dello spettacolo (dal 23 al 28 gennaio) sarà per due giorni interrotta dalle due repliche che si terranno venerdì 19 e sabato 20 a Lugano.
«Sul Cds ho trovato una frase che mi ha molto colpito e che condivido pienamente: è tempi che il Teatro torni politico e non sia soltanto un luogo di intrattenimento e svago» dichiara la presidente Camilla Baresani. «In questo caso si parte da un classico rivisitato in chiave contemporanea, trasformando i fremiti rivoluzionari e nichilisti dei tempi di in un tema quanto mai attuale e divisivo come l’ecoterrorismo, capace di generare potenti aggregazioni ma anche scottanti lacerazioni del tessuto sociale».
Prende poi la parola Fabrizio Sinisi che spiega come l’idea di Demoni sia nata due anni fa da due ricorrenze, legate sia al quasi omonimo romanzo che al suo autore. «In realtà» confida poi, «oltre e forse più dei temi politici, in questa pièce si parla del tema di un momento fondamentale e delicatissimo nella vita di un uomo, quello che segna il passaggio dalla giovinezza alla maturità».
Il drammaturgo sottolinea poi come, nelle storie che narra, Dostoevskij (a suo avviso -e non soltanto suo- annoverabile tra i primi cinque di ogni luogo e di ogni tempo) sia solito inserire il più delle volte personaggi giovani (in questo caso un gruppo di nichilisti) nei quali individua e analizza appunto i “demoni” che li invadono, li possiedono e ne determinano il comportamento e le azioni, instillando in loro il desiderio ardente di trasformare il mondo, seppure ancora incerti su quale sia il modo migliore per farlo. Non escludendo la rivoluzione, il terrorismo, la violenza. «Ho voluto effettuare una riscrittura originale, nella piena consapevolezza che qualche estimatore tradizionale del grande drammaturgo potrà anche giudicarla troppo trasgressiva e non conforme allo spirito originale del testo. Un’ipotesi, questa, che peralto mi sento di escludere del tutto».
Il regista Claudio Autelli, per prima cosa, si premura di ringraziare l’autore del testo e il direttore del C.T.B. per avere ritenuto di includerlo in questa sfidante impresa. «Ciò che Ho cercato di fare» spiega poi «è stato di “dare carne” ai protagonisti dell’opera, con gli attori chiamati a indossare le maschere di personaggi non convenzionali, Quel che succede sul palco è qualcosa di oscuro e spaventoso che ancora non è accaduto nella realtà ma, presumibilmente, prima o poi si verificherà»
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Delle conculsioni finali, ancora una volta, si fa carico il direttore Gian Mario Bandera: «Non a caso il dramma è ambientato in un teatro. Vale a dire nel luogo delegato per eccellenza per il dialogo e il confronto, non solo in senso artistico»
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di Fabrizio Sinisi
liberamente ispirato all’opera di Fëdor Dostoevskij
regia Claudio Autelli
con Alfonso De Vreese, Lorenzo Frediani, Leda Kreider, Mauro Lamantia, Marta Malvestiti, Francesca Osso, Antonio Perretta, Emanuele Turetta, Carlotta Viscovo
scene e costumi Gregorio Zurla
luci Cesare Agoni
musiche Gianluca Agostini
assistente alla regia Valeria Fornoni
produzione Centro Teatrale Bresciano
in collaborazione con LAC – Lugano Arte e Cultura
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