Goodmorning Brescia (115) – Elena Bonometti, donna dal multiforme ingegno

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Una delle principali e più genuine caratteristiche della “brescianità” è, da sempre, rappresentata da quel mix di alacrità, abnegazione e imprenditorialità che ha consentito, consente e per molto tempo ancora consentirà alla città, di mantenersi ai primi posti dell’italica eccellenza in molte tipologie di attività, tecniche e umanistiche, scientifiche e artistiche.

In quest’ottica e in questo spirito va intesa l’intervista all’attivissima ed eclettica Elena Bonometti, insegnante, amministratrice, politica e scrittrice / drammaturga.

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Elena Bonometti, bresciana doc di Costalunga/San Rocchino che gioca a tutto campo: scuola, impegno politico, teatro, volontariato e drammaturgia. Dove lo trova il tempo necessario per riuscire a fare tutto e bene?

Ho una natura piuttosto dinamica e sono ricca di interessi e passioni: date le premesse riesco a far tutto: anzi, no. Qualche volte le riunioni e gli impegni si accavallano….non è da me, però, saltare un giro!

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Cominciamo dall’insegnamento. Tra scarsità di risorse pubbliche messe a disposizione per la scuola e aggressioni ai docenti, non si può dire che sia esattamente il momento migliore per svolgere il Suo mestiere. Con che spirito e con quale strategia si reca ogni giorno a fare il Suo lavoro?

Penso che una cattedra, un prof e una scolaresca ben motivata possano fare miracoli: non credo alla tecnologia a scuola. Sono della vecchia scuola socratica! Anche se, devo dire, è più comodo stare seduta che passeggiare! Lo spirito è quello della ex studente che a scuola si è divertita e ha avuto la fortuna di avere una maestra bravissima alle elementari e docenti validi dalle medie all’Università. Soprattutto ho respirato in casa estremo rispetto verso l’Educazione e la Scuola (infatti, poi, la mia laurea è stata in Pedagogia). Rispetto che non vedo più, dato il relativismo e il distruttivismo imperanti. Proff picchiati? Al sessanta per cento è colpa dei genitori, barbari membri di una società ignorante di valori, al trentacinque per cento è colpa del dirigente scolastico che non ha saputo dirigere adeguatamente una scuola e, ultimo, il cinque per cento colpa del docente che non ha saputo costruire un rapporto civile. Il ragazzo che disturba in classe ha, evidentemente, gravi problematiche in sé che vanno affrontate altrove ma è, tuttavia, tenuto a controllarsi: così come si controllano i docenti! Negli ultimi anni è venuto meno l’autocontrollo dei più giovani, il saper condurre le proprie emozioni. I ragazzi di oggi non tollerano la benché minima frustrazione! Non sono preparati ad affrontare la vita. La scuola non può supplire completamente la famiglia che resta, comunque, la prima agenzia educativa. Gestire le proprie emozioni è importante per tutti e diventa fondamentale per un teatrante….e torniamo al Teatro, che è scuola di Vita.

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Ancora un momento, c’è ancora un punto da toccare: la politica. Dopo essere stata eletta tra i consiglieri comunali nelle recenti elezioni amministrative di Brescia, Lei ha compiuto un gesto piuttosto insolito nel quadro della politica italiana, una delle cui regole più consolidate è che, una volta che si è conquistata una poltrona, è necessario rimanerci seduta sopra il più a lungo possibile: ha rinunciato alla carica (ossia alla cadrega, come dicono a Milano) mandando in Consiglio la prima dei non eletti. Perché?

Mi è stato chiesto di candidarmi in Comune e, credendo di avere compatibilità col CTB (come avvenne nel 2011 quando ero consigliere di maggioranza con delega alla Musica) mi sono presentata e sono stata eletta. In seguito ho scoperto che, a causa del nuovo statuto del CTB, ero diventata incompatibile! Per non tradire l’elettorato ho preparato le dimissioni alla Regione per il CTB ma non sono riuscita a inviarle a Milano perché ero sotto il torchio con gli orali della maturità. Mai ritardo fu così fulgido segno del destino! Nuove esigenze di carattere familiare (cascate come una tegola in testa) mi avrebbero impedito di lavorare in commissione e col gruppo consiliare nei pomeriggi (al mattino insegno Psicologia in una scuola superiore)…pertanto ho presentato a malincuore le dimissioni al Comune. Mi scuso col mio elettorato. Se questo fattaccio familiare si fosse verificato tre mesi prima non mi sarei neppure candidata. Tuttavia, la sera, sono ancora donna di politica, membro del Direttivo Cittadino del mio movimento e lavorerò per i miei colleghi in Consiglio. La passione politica in me è forte, intendendo la politica come arte di amministrare e governare, da partecipare con spirito di servizio.

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Ed eccoci al Teatro (la “T” maiuscola non è stata messa a caso). Lo scorso anno è stata riconfermata dalla Regione come membro del consiglio di amministrazione del C.T.B. Centro Teatrale Bresciano, uno dei più intraprendenti, dinamici e prestigiosi Enti di categoria. Le chiedo quale sia la Sua interpretazione del ruolo e quali fini, a Suo avviso, debba perseguire un Teatro che voglia mettere insieme, in Cartellone, qualità degli spettacoli, valori culturali, individuazione e lancio di nuovi talenti e gradimento del pubblico. Sempre che ciò sia possibile, naturalmente.

Come membro del cda mi devo occupare del solo Bilancio e della amministrazione in genere. Non posso cambiare le regole imposte al mio ruolo. Se fossi Direttore Artistico, credo avrei molto coraggio: marionette (fantastiche quelle dei Colla!), musical, tragedie a profusione, testi comici: l’uomo piange e ride, parla ma anche canta e balla! E una spolverata di teatro civile: ricordo, come uno degli spettacoli più meritevoli di essere visto, il Pantani di alcuni anni fa. Teatro di denuncia e in più ben fatto! Ho scoperto la tragedia di un uomo che, dato il mio profondo disinteresse per lo sport, non conoscevo. Il colmo è che a teatro non sono venuti né gli appassionati di prosa né di ciclismo. Non essere curiosi è un male!!!! Non ho preclusioni…Il pubblico va guidato ed educato, pertanto mirerei alla qualità dei testi (c’è un repertorio meraviglioso!) e alla qualità degli interpreti. Sicuramente non seguirei mode culturali, in primis quella del Pensiero Unico. Il teatro contemporaneo non mi soddisfa molto, a parte Lisma, il duo Pacioni-Bonometti (ah ah ah!) e qualcosa di Massini.

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Già, il Teatro. Una cosa è amministrarlo, un’altra, ben diversa, è farlo, o meglio, scriverlo. Alla prima occasione, con la pièce «Come nel gioco dell’oca», scritta a quattro mani con Patrizio Pacioni, ha centrato lo scorso anno uno straordinario obiettivo, aggiudicandosi il primo poso nel premio bandito dalla prestigiosa rivista “Sipario” e intestato al drammaturgo Carlo Terron. Di cosa tratta il testo? Quale ne è lo messaggio? C’è speranza di vederlo rappresentato a breve sui palcoscenici d’Italia?

Mentre un romanzo lo puoi delibare sul manoscritto (se non te lo pubblicano!) un testo teatrale necessariamente deve vedere la luce dei riflettori: abbiamo cercato di offrirlo a un attore-regista che, durante la scrittura, emergeva con la sua fisionomia e col suo carattere dalle pagine. Stiamo a vedere cosa risponde e incrociamo le dita. Basta che risponda, però!!! Ovviamente non l’ho offerto al CTB, anche se la Legge italiana, per un’opera sola, lo consente. Il contenuto parla della Vita e della Morte, delle opportunità perdute e di quelle che si afferrano a volte ma con incoscienza. Ma è un testo da scoprire passo-passo, riassumerlo è fortemente riduttivo. Il colpo di scena (che c’è!) va scoperto e vissuto! Invito i curiosi ad andare sul portale di Sipario e leggerlo.

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Eccola, Elena Bonometti drammaturga: a sinistra quella scattata con la divina Carla Fracci, durante la cerimonia di premiazione del Concorso indetto da Sipario, tenutasi al Teatro Manzoni di Milano, e intitolato a Carlo Terron, a destra ritratta con Patrizio Pacioni, autore, insieme a lei,  del dramma «Come nel gioco dell’Oca».

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L’avventura creativa si è conclusa qui o nel futuro più o meno immediato ritiene di tornare a cimentarsi nel campo della scrittura teatrale?

Ho iniziato un anno fa una pièce teatrale, quasi un monologo, ma poi la caduta della retina sinistra mi ha inibito il lavoro. Col mio coautore, l’ottimo  Pacioni, abbiamo in cantiere un testo per cui ci stiamo spendendo in ricerche in un lungo e in largo (senza trovare risposte!): tratterà di una contessa abitante in Costalunga e scomparsa nella II guerra mondiale.

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Spazio per rispondere a una domanda che non Le ho fatto ma alla quale Le piacerebbe rispondere.

La domanda è: cosa tieni sul comodino? Mi piace entrare nel mondo intrapsichico attraverso i segni oggettivi. E rispondo: una abat-jour fiorentina, un cordless, un I-phone, un immancabile bicchiere di acqua, una catasta di libri!!! Uno lo sto leggendo, gli altri li leggerò dopo…Ho il vezzo di finirli fino all’ultima parola. Un libro fra gli altri è la raccolta dei poemi di Ghiannis Ritsos: ogni due o tre libri me ne leggo uno. Che meraviglia!!! Adoro il mondo greco. Le parole diventano musica…..E sul mobiletto tengo anche confezioni di integratori come magnesio e betacarotene: sano realismo, desiderio di efficienza e di riparami da ustioni solari in quanto ho la pelle bianchissima. Credo che un comodino, a saperlo leggere, racconti molto di una persona!

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BIOGRAFIA DI ELENA BONOMETTI

Nata a Brescia il 19-11-1959 e residente in Città

Professione: insegnante abilitata in Filosofia e Scienze Umane, attualmente in ruolo come docente di Psicologia Applicata, in passato è stata insegnante di Scuola dell’Infanzia (dal 1987 al 2008).

Titoli di studio: maturità tecnica, diploma magistrale, Laurea in Pedagogia secondo il vecchio ordinamento (Università Statale di Verona, 1999), Master in Organizzazione e Legislazione del Teatro Musicale (Conservatorio di Brescia2013).

Incarichi vari:

Vice Presidente della II Circoscrizione del Comune di Brescia dal 1994 al 1998 e consigliere di minoranza fino al 2008

consigliere comunale di minoranza a Caino, capogruppo, dal 1999 al 2004;

consigliere comunale di maggioranza a Brescia (dal 2008 al 2013) con Delega ai Rapporti con Enti, Associazioni, Istituzioni, Fondazioni Musicali,

Vice Presidente del Conservatorio di Musica “Luca Marenzio” di Brescia per due mandati consecutivi dal 2005 al 2011;

Membro del cda del Centro Teatrale Bresciano in rappresentanza del socio fondatore Regione Lombardia dal 2011 al 2016 e rinnovata dal 2016.

Premi

Finalista il 29 ottobre 2017 al concorso teatrale “Angelo Musco” nella sezione Teatro inedito con la pièce “Come nel gioco dell’oca” scritta con Patrizio Pacioni;

Vincitrice con la stessa pièce del Premio Autori italiani 2017, sezione Più Personaggi, indetto dalla rivista Sipario, nel novembre 2017

Pubblicazioni:

Decine di articoli per la rivista dell’ADASM “Noi Genitori”;

“Antologia della poesia nelle lingue e nei dialetti lombardi dal Medio Evo ai primi del ‘900”, edizioni Scheiwiller;

“Come nel gioco dell’oca” di Elena Bonometti e Patrizio Pacioni sul portale di Sipario.

 

 

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