Goodmorning Brescia (263) – Nel confronto tra Cinema e Teatro… vince la Memoria!

Oggetto della conferenza stampa, gremita di rappresentanti della stampa e di varie emittenti locali è la presentazione del medio metraggio «Non perché c’eravamo» che si è tenuta nel primo pomeriggio di oggi presso il Foyer del Teatro Sociale.

Il film, tratto dal libro «Non perché c’eravamo» scritto da Marco Archetti e sceneggiato dallo stesso insieme a Giulia Asselta e Paolo Bignamini per la regia di Paolo Bignamini e Marco Jeannin. Interpreti: Valentina Bartolo, Matteo Bonanni, Mario Cei, Marta Lucini, Jasmine Monti, Antonio Perretta, Andrea Soffiantini, Roberto Trifirò e (alla fisarmonica) Katerina Haidukova.

Produzione: Graziano Chiscuzzu (per 5 e 6) e Giacomo Brambilla (per Centro Teatrale Bresciano).

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Apre l’incontro Gian Mario Bandera: «Il film che ci accingiamo a presentare costituisce un’operazione che riesce a connettere in modo a parer nostro efficace cinema e mondo teatrale. Si era già iniziato ad attualizzare la musealizzazione con l’inserimento di brani recitati fruibili dai visitatori all’interno del percorso, ma poi abbiamo intuito che si poteva fare di più. Nasce così un progetto che ci ha coinvolto molto, prendendo spunto da un lavoro di Archetti sulle otto vittime di Piazza Loggia ed esprimendo un giudizio piuttosto netto sulla genesi e sulle responsabilità dell’attentato. In più, nella pellicola si collegano e si uniscono le storie ordinarie di persone comuni che quella mattina (come suggerisce il titolo del film) non erano in piazza per caso, bensì perché avevano deliberatamente scelto di esserci».

Manlio Milani ribadisce quanto affermato dal direttore del CTB, esprimendo il compiacimento da parte sua personale e di Casa della Memoria per la costruzione (insieme a Brescia Musei) di un nuovo spazio museale dedicato al ricordo della strage che costituisca la base tangibile di una stabile e pulsante testimonianza.

Camilla Baresani sottolinea la collaborazione del Centro Teatrale Bresciano con Casa della Memoria e Brescia Musei nella stesura e nella realizzazione di questo importante progetto idoneo (in nome del più alto impegno civile, morale e politico) a mettere insieme nel più efficace dei modi la suggestione della narrazione teatrale e cinematografica.

Francesca Bazoli (presidente di Brescia Musei) ricorda come l’introduzione di un’animazione teatrale all’interno delle gallerie sia stata già sperimentata con successo presso il Museo del Risorgimento, accrescendone grandemente l’attrattiva e il richiamo sul pubblico.

«Partendo da testimonianze storiche verificate al millimetro ho inteso restituire umanità e riconoscibilità alle vittime della strage, intraprendendo un un percorso che si è risolto in un film teatrale» dichiara Marco Archetti, per aggiungere subito dopo: «Sono dieci anni che mi porto dietro questa storia, dunque il collegamento che ho costruito nei confronti di quel terribile episodio si è fatto con il tempo straordinariamente forte e intenso».

Graziano Chiscuzzu responsabile della casa di produzione 5 e 6 rivela che la parte più complessa del lavoro e stata quella di trovare un punto o di contatto-cinema teatro che risultasse fruibile e appetibile per lo spettatore. Indirizza poi un particolare ringraziamento al Comune di Brescia che ha (tra l’altro) fornito una fattiva e preziosa collaborazione per la realizzazione di scene in diverse parti della città.

Paolo Bignamini confessa di essersi avvicinato a questa impresa con una cautela non disgiunta da un certo timore di confrontarsi con un avvenimento di tale portata e di tale delicatezza, oltre che con il dovuto rispetto. «Cercando di conciliare l’indicibile con il modo di dirlo e raccontarlo, quell’indicibile stesso.  A mio avviso l’esito finale del prodotto artistico è più cinematografico che teatrale, ma del Teatro possiede l’inconfondibile imprinting,  per esempio attraverso il racconto in prima persona dei personaggi che si rivolgono a un uditorio vuoto».

Marco Jeanin mette in evidenza come il cinquantesimo anniversario della strage sia stata occasione perché Brescia si riscoprisse comunità.

Laura Castelletti riconosce all’operazione artistica e culturale messa in campo, attraverso un approfondito lavoro di testimonianza, di restituire alle vittime della strage la propria identità di persone.

Prima di congedare i giornalisti e concludere l’incontro, Gian Mario Bandera ricorda che la mostra Siamo testimoni sarà aperta a partire dal 24 maggio e che il 28 si terrà presso il Teatro Sociale una doppia proiezione del film, della durata di poco meno di un’ora: la prima alle 18,30 e la seconda alle 20,30.

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