
L’atmosfera, al numero 83 di Via Milano, è quella rilassata e gaia di una festa di compleanno.
E, in effetti, di questo si tratta. Il compleanno più gioioso, quello che non si dimentica, il primo: il Teatro Renato Borsoni di Brescia compie un anno.
A fare gli onori di casa, introducendo e conducendo l’evento, è Massimo Tedeschi, presidente Associazione Artisti Bresciani, giornalista del Corriere della Sera e scrittore. «Siamo qui principalmente per due motivi: il primo è la celebrazione del primo anno di attività del Teatro Renato Borsoni; il secondo la scopertura della statua opera di Patrick Tuttofuoco che sarà disvelata tra poco. Prima di dare inizio al dibattito, però, consentitemi di dire che, da un po’ di anni a questa parte, la presenza di arte pubblica di alta qualità nei pressi delle più importanti strutture civili per Brescia è diventata una diffusa realtà, piacevole e arricchente».
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La prima a prendere la parola è il sindaco Laura Castelletti. «Abbiamo vissuto dodici mesi piuttosto intensi, impiantando un nuovo teatro in città, il che non è certo una scommessa da poco» ricorda, per poi aggiungere che presto sarà inaugurato, a pochi passi da lì, un nuovo consultorio. «Nella nostra visione del territorio ci sono spazi pubblici funzionali ma, al tempo stesso, anche preziose occasioni di fare cultura: una Brescia che oltre all’efficienza guarda all’arte contemporanea ci rende orgogliosi».
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Segue l’intervento della presidente del C.T.C. Camilla Baresani Varini. «Noi del CTB siamo oltremodo soddisfatti di questo primo anno di attività del Teatro Renato Borsoni. Si è decentrata in periferia l’attività teatrale con regolare sold-out (per un gran numero di appuntamenti e complessive 28.000 presenze) offrendo al pubblico bresciano prosa, musica, danza eventi multimediali e contaminazioni tra varie modalità espressive e artistiche, riuscendo in tal modo a diversificare la nostra offerta in modo e in misura significativi. Ci stimola l’idea di invertire la corrente che solitamente si dirige dalla periferia al centro».
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«Io e gli altri dirigenti di A2A riteniamo che sia importantissimo per intervenire nella vita quotidiana dei cittadini aggiungendo all’obbiettivo primario della nostra gestione caratteristica, vale a dire, che consiste nella customer-satisfaction della nostra attività caratteristica, l’opportunità (già colta al momento dell’esperienza di Brescia-Bergamo Capitale Italiana della Cultura) migliorare l’efficienza e l’inclusione della città con il concorso dell’Amministrazione pubblica» confida Roberto Tasca, per aggiungere subito dopo che l’opera di Patrick Tuttofuoco (significativamente battezzata Ex-stasis) è una di quelle grazie alle quali la luce rimane accesa anche dopo il calare del sipario.
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(ph Christian Penocchio)
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L’architetto Camillo Botticini dichiara che «L’autentico obbiettivo di progetti come questo è quello di innestare un cambiamento in un territorio della città migliorandone la percezione generale. All’austera struttura di questo teatro si è voluto aggiungere un suggestivo tratto di colore e fantasia».
«Si è colta un’ottima occasione per sistemare le infrastrutture cittadine (invisibili se il lavoro è stato fatto bene) nell’ambito di un crescente incremento della richiesta e della fruizione di mobilità, migliorando l’aspetto e la fruibilità degli spazi pubblici» dichiara Renato Mazzoncini, amministratore delegato di A2A. in questo quadro che va iscritto il proseguimento di recupero di via Milano, fortemente voluto dall’Amministrazione comunale, attraverso la rigenerazione di un quartiere cui va restituita identità e appartenenza.
Secondo Valentina Ciarallo (curatrice della call artistica Life Art finalizzata alla scelta di questa opera d’arte, con la quale si è voluto dare un ulteriore stimolo al processo di valorizzazione del nuovo teatro «Ciò he si chiedeva agli artisti partecipanti era principalmente di relazionarsi con il Renato Borsoni creando un’opera che comunicasse con i fruitori stimolando il confronto. Sono arrivati alla commissione giudicante circa centosettanta progetti (che sono stati esposti anche al MoCa) di grande qualità. Alla fine la scelta è caduta appunto sull’opera Ex-Stasis di Patrick Tuttofuoco che finirà per arricchire uno spazio significativo per la città di Brescia e per la comunità di via Milano».
E Patrick Tuttofuoco? Che dice della propria opera? Interpellato sull’intuizione che è stata alla base all’ideazione e alla realizzazione dell’opera e sul messaggio che attraverso essa s’intende trasmettere, afferma: «La realizzazione di quest’opera è stata stimolata dal desiderio di entrare in contatto e relazionarmi con la comunità, curando che il prodotto artistico potesse essere percepito e compreso da tutti, anche dai cosiddetti “meno esperti”. Solo che “essere semplici” è molto più difficile di quanto non possa sembrare a prima vista. Così, ho pensato a qualcosa che, oltre che esteticamente attrattiva, stimolasse anche un approccio materiale, attraverso, per esempio, lo spazio che può fruire anche da gradevole “seduta”».
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(ph Christian Penocchio)
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Dopo il saluto inviato via video da Video saluto Emilio Isgrò, pittore e poeta, ma anche romanziere, drammaturgo e regista, oratori e pubblico si sono trasferiti all’esterno del teatro dove, nel frattempo, era stata disvelata la scultura. E, per concludere la serata, è andato in scena lo spettacolo Quando l’arte incontra la vita, un raffinato dialogo tra parole e musica. Con il raffinato accompagnamento musicale offerto dal pianista e compositore Gabriele Rossi, lo storico e divulgatore Jacopo Veneziani, si è soffermato sull’autentico significato dell’opera inserendola nella tradizione artistica alla quale, a pieno titolo, essa appartiene.
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