I “per sempre giovani” Franco & Umberto esaltano la magia del Teatro.

Ha debuttato poco fa al Teatro Sociale di Brescia,  nell’ambito della cinquantunesima stagione del C.T.B. e nella regia di Massimo Popolizio (su testo tradotto da Masolino D’Amico), I ragazzi irresistibili di Neil Simon , interpretato da Umberto Orsini e Franco Branciaroli  (gli stessi che due anni fa portarono in città  Pour un oui pour un non di  di Nathalie Sarraute. Produzione firmata da Teatro de Gli IncamminatiCompagnia Umberto OrsiniTeatro Biondo di Palermo in collaborazione con Centro Teatrale Bresciano e con AMAT Associazione Marchigiana Attività Teatrali e Comune di Fabriano.

In scena accanto ai due mattatori, ci sono Flavio FrancucciChiara StoppaEros Pascale ed Emanuela Saccardi.

Come molti certamente sapranno, e per quelli che non lo sanno lo si ricorda qui, «The Sunshine Boys», commedia in due atti scritta da Neil Simon,  debuttò a Broadway il 20 dicembre 1972, con Jack Albertson nella parte di Willie Clarke e Sam Levene in quella di Al Lewis. Dalla pièce furono poi tratti adattamenti sia per la TV che per il cinema.

Per quanto riguarda il film, realizzato solo quattro anni più tardi per la regia di Herbert Ross, con l’interpretazione di Walter Matthau, George Burns e Richard Benjamin, basti ricordare i più prestigiosi riconoscimenti ricevuti dalla pellicola:

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La trama:

«I ragazzi irresistibili» (The Sunshine Boys) è ispirata alla vita di una vera coppia di artisti del vaudeville, gli attori Joe Smith e Charles Dale che diedero vita a un duo diventato famoso come (appunto) «I ragazzi irresistibili». Undici anni dopo la separazione della coppia, dovuta all’insorgere al suo interno di insanabili incomprensioni, i due hanno occasione di riunirsi in vista della partecipazione a un’importante trasmissione televisiva che li vuole riunire, sia pure per una sera soltanto, nel ricordo, la rievocazione e la celebrazione del glorioso varietà americano che li aveva visti esibirsi insieme.. Nonostante le persistenti (profonde) differenze caratteriali, gli ormai anziani comici cercano di cogliere occasione da quell’imprevisto incontro, per cercare di ricucire in qualche modo lo strappo che li ha separati per tanti anni. Purtroppo, inevitabilmente, gli antichi contrasti si ripresentano più radicati che mai, dando vita a un dolceamaro gioco intessuto di esilaranti momenti comici ma anche di una sottile quanto acuta vena malinconica. Un originalissimo mix di emozioni e sensazioni contrastanti che raccontano efficacemente non soltanto il tramonto di una coppia di comici ormai appartenenti a un’altra epoca, ma anche il sopraggiungere di un nuovo modo (soprattutto televisivo) superficiale e arrogante di fare spettacolo ricorrendo a banalità e luoghi comuni conditi e serviti a un pubblico di bocca buona con finte risate e applausi pre-registrati.

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Lo spettacolo:

Che si tratti di una messa in scena particolarmente curata lo si capisce fin dall’aprirsi del sipario: la casa di Willie, vecchio attore ombroso e scostante è una perfetta rappresentazione della tipica casa di un single made in U.S, con l’assoluta anonimità del mobilio, lo studiato disordine, perfino gli strappi nella logora carta da parati.

Così come, lo si capisce subito, l’odio ormai ben stagionato fatto di niente che al tempo stesso divide e lega i due personaggi principali è stato perfettamente introiettato e viene perfettamente reso dall’arte dei due protagonisti. «Come attore è magnifico…» dice Willie dell’antico compagno di scena Al, «… ma come essere umano è una disgrazia» aggiunge subito dopo.

Si divertono, questi ragazzi irresistibili e incorreggibili della prosa italiana, a mettersi in gioco come attori che giocano a fare gli attori, e il loro divertimento viene percepito e condiviso dagli spettatori.

E, attraverso un processo di totale immedesimazione, Franco e Umberto, più giovani di molti anagraficamente giovani, riescono perfettamente a passeggiare su quel sottile confine, che è anche un trait d’union, tra il comico e il drammatico. Perché, in fondo al proprio cuore lo sa ciascuno di noi, farsa e dramma, in moltissimi casi, sono strettamente collegati tra loro e all’a fine dell’una capita più spesso di fare i conti con l’altro… o viceversa.

Fino a portare la pièce, con grande maestria, al chiarimento finale tra i due, che tutto spiega e tutto chiarisce: nel breve ma profondissimo dialogo che conclude lo spettacolo, emerge la profonda verità di sentimenti (che siano amicizie o amori poco importa) autentici ma sfortunati, che si è costretti a interrompere e infrangere a causa di imperscrutabili disegni della vita e del destino, ma nonostante tutto no perdono nulla del proprio valore, confessato a se stesso e all’altro solo quando è ormai troppo tardi per tornare indietro.

Molto spesso nell’imminenza di quel rendiconto finale cui costringe l’approssimarsi della morte.

Quando la consapevolezza e la commozione per ciò che si è perduto e più non si può recuperare spaccano la roccia in cui il trascorrere degli anni ha trasformato il cuore e ne fanno sgorgare acqua limpida e pura di sorgente.

Di regia e scenografia si è già accennato. Sarebbe colpevole non sottolineare la bravura degli attori non-protagonisti, tutti impeccabili nel disegnare le figure dei cosiddetti personaggi minori che contribuiscono a rendere completa e godibile la rappresentazione.

Insomma, per concludere, un grande appuntamento della stagione messa in piedi dal Centro Teatrale Bresciano. E se il buongiorno si vede dal mattino…

Con il termine congiunzione si definisce, nel lessico astronomico italiano, una situazione di “presenza contemporanea di due astri sullo stesso punto della sfera celeste” o, più nel dettaglio, di “posizione di due astri che hanno la medesima longitudine celeste rispetto a un terzo astro”. Bene, con un’allocazione che differisce solo di poche lettere dell’alfabeto, quella che si è verificata stasera a Brescia può definirsi a pieno titolo una (magnifica) congiunzione teatrale.

Fin troppo facile identificare le due stelle che hanno appena illuminato il palcoscenico e infiammato la platea del Teatro Sociale in Franco Branciaroli e Umberto Orsini.

Un magnifico testo, due interpreti leggendari, una regia pressoché perfetta, perfettamente padrona dei tempi e degli spazi sono i preziosi ingredienti che non potevano che dare luogo a un manicaretto e succulento e delizioso che ogni appassionato di Teatro della Leonessa e dintorni non può e non deve assolutamente lasciarsi sfuggire.

Teatro Sociale di Brescia (via Felice Cavallotti, 20) dal 15 al 20 ottobre 2024, tutti i giorni alle ore 20.30, la domenica alle ore 15.30.

N. B.

Per offrire al pubblico un’occasione di approfondimento dello spettacolo, il Centro Teatrale Bresciano in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia dedica a I ragazzi irresistibili l’incontro inaugurale del ciclo Letteratura &
Teatro 2024, che si terrà giovedì 17 ottobre alle ore 17 presso l’Aula Magna dell’Università (via Trieste, 17). La conversazione vedrà Franco Lonati, docente di Letteratura inglese, presentare l’opera di Simon, affiancato da Giuseppina Turra che ne leggerà alcune pagine. La conferenza è aperta al pubblico fino esaurimento dei posti disponibili.

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