Goodmorning Brescia (73) – Temporale in arrivo… al Teatro Santa Chiara

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«Temporale» è la quarta produzione del Centro Teatrale Bresciano nella stagione, la prima del 2018» è l’esordio di Gian Mario Bandera.

«Si tratta di un vero e proprio ritorno alle origini, con riferimento allo spirito che animò la Compagnia della Loggetta: Strindberg è un autore di non semplice lettura e trasposizione teatrale, ma di grandissima profondità, che porta avanti un lavoro profondo e spesso spietato di introspezione, alla ricerca del buono e del cattivo, del dolce e del meschino».

«Prosegue il trend positivo sia in termini numerici di spettatori che di consensi della critica che sta riscontrando il C.T.B.» sottolinea il consigliere Patrizia Vastapane.

«Ricordo il valore della regista Monica Conti, dotata di un poderoso curriculum professionale e artistico: tra i numerosi riconoscimenti che le sono stati attribuiti, ricordo le affermazioni nel Premio Istrio e nel Premio Fidapa per la drammaturgia», aggiunge subito dopo.

«Noi attori, nel corso della carriera, mettiamo insieme un bagaglio di esperienze sia di vita che tecnico espressive, come accade a ogni buon onesto artigiano» esordisce Vittorio Franceschi (il Signore, nel dramma).

«Spesso, però, il processo di approfondimento, per vari motivi, resta a metà: capita che si tiri a campare, accontentandosi di raggiungere risultati di “media portata”. Con Monica e con Strindberg, invece, la faccenda è stata del tutto diversa: ho vissuto una situazione in cui mi si richiedeva di non fermarmi a una onesta prestazione attoriale, ma di far vibrare, insieme agli altri attori, anche corde che, di solito, restano silenti. In scena bisogna faticare, bisogna sudore, per ottenere risultati eccellenti, impegnarsi allo spasimo non solo a livello di memoria e di interpretazione dei personaggi ma anche di intima immedesimazione».

E c’è ancora un pensiero, forse ancora più importante dei precedenti, prima di passare la parola alla regista.

«Mi piace pensare che uno spettatore non esca dal teatro uguale a come è entrato. Ed è esattamente questo ciò che noi tutti ci impegneremo a fare a partire da martedì prossimo al Santa Chiara con Temporale»

«Torno a Brescia a distanza di 14 anni da una “ospitalità”. E torno con Strindberg, che non ha una consolidata tradizione in Italia, anche se non mi sento di ignorare autentici gioielli teatrali come la messa in scena de Il Padre con la regia proprio di Mina Mezzadri» dice Monica Conti.  

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   August Strindberg

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«Il drammaturgo svedese è un vero e proprio “investigatore” del cuore dell’anima e della mente, che, con le sue indagini, cerca di creare nei propri lavori quella realtà onirico-allucinatoria che gli è propria. Ho lavorato sul testo, leggendo attentamente diverse traduzioni dallo svedese (lingua che, purtroppo, non conosco) e riandando all’unico “incontro” tra August Strindberg e Giorgio Strehler, che mise in scena proprio Temporale  nel 1980 al Piccolo di Milano. Pur senza tradire mai il testo,  ho lavorato sulla costruzione di due archetipi femminili  ben strutturati e destrutturando, nella terza parte, la ripresa della narrazione in un momento esasperatamente onirico. Ho lavorato persino sulla struttura “fisica” di un teatro notoriamente di complessa struttura, attraverso i boccascena».

La conclusione è lapidaria, ma estremamente indicativa dei metodi di lavoro della regista:

«In testi come questo l’impegno degli interpreti deve essere totalizzante. L’attore non può limitarsi a indossare una maschera, ma deve sforzarsi di trarre nuova linfa dalle proprie più intime risorse interiori».

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   Bonera.2