Goodmorning Brescia (229) – Gli archivi (non) segreti di Costanzo

Quante volte ho ripreso in “Goodmorning Brescia” articoli pubblicati da Costanzo Gatta sull’inserto bresciano del Corriere di Sera? Non sforzatevi di ricordare, vi rispondo io: parecchie. E, approfittando di questa ennesima occasione, ve ne spiego anche perché. Il fatto è che se c’è un personaggio di una certa rilevanza (che sia un santo, un genio, un malfattore, un artista, un artigiano particolarmente ispirato e capace, un prete o un diavolo) nelle tradizioni, nella cronaca e (in estrema sintesi) nella storia della nostra città, state sicuri che all’interno dello sconfinato archivio mnemonico di Gatta c’è un corposo file che lo riguarda. E se c’è un angolo della nostra città in cui è accaduto qualcosa di insolito, di eccelso o di infimo, state sicuri che alla catalogazione di Costanzo non ne è sfuggito neppure il minimo dettaglio.

.

.

Ma non si tratta soltanto di questo. È il modo, in cui il Nostro racconta le cose, che ogni volta mi stupisce. Dovesse scrivere di una certa persona o di un certo fatto, lui lo fa ogni volta in modo diverso, mettendone in risalto un lato, un angolo o un dettaglio che, nelle precedenti occasioni, non era venuto a galla. Sorprendendo puntualmente ogni lettore che, con lui, non rischia mai di tediarsi.

Un po’ come, da anni, è solito fare con il grande Gabriele D’Annunzio, del quale è diventato da tempo, e diventa sempre di più ogni giorno che passa, uno dei più attenti e sagaci biografi.

.

.

Comunque, stamattina è stata la volta di Monsignor Carlo Manziana, a essere ricordata. Un mai troppo rimpianto sacerdote di profonda cultura originario di Urago Mella e sconfinata umanità con spiccata attitudine alla comunicazione, forte e coraggioso al punto che il non breve soggiorno nel campo di sterminio di Dachau, invece di prostrarlo come avrebbero voluto i suoi aguzzini, gli rinforzò la fede e gli regalò nuove forze e nuovo fervore operativo.

Insomma, l’ennesimo ritratto di quella ricca e variegata galleria di volti e di anime che, da tempo, mi è venuto di battezzare così:

«Se Costanzo Gatta la nomina e ne parla, non si può mai trattare di una persona banale»

.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è leonessa.png    Bonera.2