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Dopo i saluti di rito e l’introduzione del Direttore Gian Mario Bandera, che sottolinea la lunga e proficua collaborazione con Elisabetta Pozzi, prende la parola Mario Maviglia. Il membro del Consiglio di Amministrazione ricorda che Jules Verne prima di essere annoverato tra i grandi della letteratura mondiale è stato per molto tempo considerato un “autore per ragazzi”. Dopo avere ricordato la trama per sommi capi, sottolinea la presenza di molteplici chiavi di lettura del testo. Un certo delirio di onnipotenza dell’uomo dell’epoca, derivato dall’incalzare di nuove scoperte scientifiche, la presenza di numerosi elementi fantascientifici, il richiamo alla discesa di Dante agli inferi, l’eterno tema del viaggio. Un viaggio alla fine del quale, per dirla con le parole di Verne, 《Ci si sente più umani》.
Elisabetta Pozzi ricorda che il testo di 《Viaggio al centro della Terra》 fu rielaborato più volte da Verne alla luce del progredire delle nuove conoscenze scientifiche. 《L’idea di metterlo in scena》 spiega l’attrice-regista 《è partita per creare una piccola opera musicale, ispirata dalla vicinanza del mondo verniano a quello reale, in contiguità con il fantastico e l’immaginario della narrazione. Nella musica ho cercato e trovato il più efficace collegamento e un ideale collante》.
Il testo è stato condensato in poco più di un’ora, nella narrazione del percorso iniziatico del giovane Axel “guidato” dalla “Beatrice” Graüben.
《Per questo abbiamo scelto un mondo di carta dipinta a mano (come si faceva nell’800 e come le prime illustrazioni del romanzo di Verne), per evocare nel pubblico l’atmosfera dei teatri di una volta e suggestioni in sospeso tra Matrix e Tim Burton》
Per concludere svela l’arcano del sottotitolo: 《Dettato dalla volontà di lavorare su un tipo di teatro che non esiste più, a partire dalla presenza di un “servo di scena” (Nicola Pighetti) che aiuta a rendere più fluida la narrazione, simboleggiando la precarietà di sensazioni umane che vanno e vengono, appaiono e scompaiono》
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《Si tratta di un testo pieno di suggestioni che mi hanno consentito di esprimere pienamente le mie emozioni, prima tra tutte quella riveniente da un parallelismo semantico della narrazione con un altro viaggio, vale a dire con quello di Dante all’interno della sua Divina Commedia》 afferma Graziano Piazza, secondo il quale da un’attenta lettura si evince che Verne sembra sapere che al di là del racconto, c’è un linguaggio che ha un potere salvifico permeato di vibrazioni e musica.
《La scrittura di melodie per uno spettacolo come questa è sempre una grande e positiva esperienza》 dichiara in chiusura Daniele D’Angelo.
《Si parte da un gingle ottocentesco per poi completare gradualmente la struttura del suono anche con richiami alla modernità, attraverso, per esempio, l’utilizzo di strumenti non coevi come la chitarra elettrica》.
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VIAGGIO AL CENTRO DELLA TERRA
(racconto in do maggiore per voce solista e servo di scena)
da Jules Verne
regia Elisabetta Pozzi
con Graziano Piazza
drammaturgia Elisabetta Pozzi, Daniele D’Angelo
musiche Daniele D’Angelo
scene Matteo Patrucco
luci Cesare Agoni
costumi Mariella Visalli
produzione Centro Teatrale Bresciano
TEATRO MINA MEZZADRI DAL 26 NOVEMBRE AL 22 DICEMBRE
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