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L’idea di far partire per la prima volta a Brescia un festival di corti teatrali, (vale a dire pièces teatrali che abbiano la durata massima di quindici minuti), era stimolante e foriera di favorevolissimi sviluppi futuri, ma la sfida di organizzare il primo concorso nel giro di pochi mesi, poteva sembrare talmente difficile da rasentare la temerarietà.
Siccome, però, «per vincere una guerra perduta ci vuole un generale folle» e siccome un pizzico di follia in chi non è uso limitarsi ad aspettare che ila mela si stacchi da sola dall’albero, ma è sempre pronto ad attivarsi e a mettersi in gioco perché le cose accadano, piàù che necessaro è indispensabile…
… ecco che l’assessore alle politiche giovanili e pari opportunità Roberta Morelli e lo scrittore-drammaturgo Patrizio Pacioni si sono attivati con determinazione e il concorso per corti teatrali, riservato alle scuole e alle comunità giovanili e battezzato «Facciamoci un corto» da progetto si è trasformato immediatamente in realtà.
Il risultato? Lavori ben pensati, ben scritti e ben messi in scena, che hanno reso difficile (la vita) la valutazione da parte mie e della qualificatissima giuria che con me ha interagito (composta da Franca Ferrari, Annabruna Gigliotti, Pino Oriolo e Rita Piccitto),
Un altro risultato: una cerimonia di premiazione (tenuta nella prestigiosa Sala Giudici di Palazzo Loggia) festosa e arricchente per tutti i partecipanti.
Un altro ancora? La consapevolezza che già a partire dal prossimo settembre si partirà per l’organizzazione della seconda edizione «Facciamoci un corto» per la quale, a parità (sperèm) di qualità delle opere, ci aspettiamo un deciso incremento del numero delle partecipazioni.
Detto questo, qui di seguito, ecco le motivazioni dei premi assegnati:
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Menzione d’onore speciale per i costumi e la scenografia: laboratorio dell’IIS Fortuny (per «Don Chisciotte»)
Lo spettacolo, di per se stesso suggestivo nei richiami storico-letterari, beneficia del sorprendente supporto dei costumi multicolori, fantasiosi, evocativi e di forte impatto emotivo, perfettamente in linea con l’interpretazione in chiave moderna e simbolica dell’eterno dramma di Don Chisciotte. Rimarchevoli la perizia e l’accuratezza rilevate nella realizzazione che, sommate a una fresca vena artistica e creativa, contribuiscono a una convincente e coinvolgente esaltazione estetica degli abiti di scena.
Migliore interpretazione femminile: Paola Bazzana, Margherita Bianchi, Martina Frassina e Beatrice Breda, “coreute” nello spettacolo «Antigone» (Liceo Gambara)
Calate in uno spettacolo di matrice classica, colgono con grande sagacia lo spirito della contaminazione tra antico e moderno impressa alla pièce dalla regia. Notevole la capacità di interazione e sincronia tra le attrici che, pur esprimendo al meglio la coralità del gruppo, riescono ciascuna a a conferire alla recitazione accenti personali perfettamente distinguibili e riconoscibili.
Migliore interpretazione maschile: Ibrahima Coly (IIS Fortuny, spettacolo «Don Chisciotte»)
Nella trama ironica, paradossale ed estremamente stimolante della pièce, basata sulla riattualizzazione dell’opera di Cervantes, pensata e messa in scena da Marco Passarello, l’attore s’inserisce con una interpretazione del goffo Sancho Panza caratterizzata da un’eccezionale naturalezza e condotta con coinvolgente autoironia. Può sembrare facile… ma non lo è affatto.
Migliore spettacolo: «Offline» messo in scena dalla scuola secondaria Giosuè Carducci
Sarcastico, provocatorio, irritante, ma anche malinconicamente romantico: il sorprendente “corto” realizzato dai giovanissimi allievi della Giosuè Carducci, diretti da Biagio Vinella, porta in scena una spietata analisi di certe “deviazioni del progresso” che hanno portato (e stanno tuttora portando) intere generazioni di ragazzi a privilegiare la superficialità della comunicazione virtuale a scapito dei più autentici rapporti personali. Lasciando nello spettatore uno scomodo interrogativo: quanto di tutto ciò è voluto e indotto dal Sistema?
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Bonera.2