Goodmorning Brescia (107) – Paola Barbato, scrittrice bresciana una e trina

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Paola Barbato torna alla libreria Serra Tarantola di Brescia con un nuovo romanzo intitolato 《Io so chi sei》, e ritrova i numerosi lettori che la seguono in città e dintorni.
Ovunque vada, per presentazioni, fiere ed eventi vari, non manco di manifestare la mia brescianità》 premette, con malcelato orgoglio di appartenenza, prima ancora che Gian Paolo Joao Laffranchi cominci a intervistarla. E, per non lasciare il minimo dubbio, si avvolge nello stendardo biancazzurro, completo dell’effigie della Leonessa, che un fan le ha appena consegnato.
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Poi si comincia, con un affiatamento tra intervistatore e intervistata che rende il dibattito tra Paola e Gian Paolo al tempo stesso fluido e serrato.
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Non c è niente di solito nei romanzi di Paola.  Leggere questo romanzo è  come salire su un autobus e non poter scendere finché non si arriva al capolinea
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L’idea risale al 2013 ma ho aspettato di pubblicare Non ti faccio niente e ho cominciato a scrivere Zoo prima di dedicarmi con convinzione alla stesura di questa storia, nata da una costola di un libro ancora non terminato. In Zoo i personaggi sono chiusi in una gabbia, all’interno della quale accadono cose orribili,  ma fuori chi c’è ad aspettare, a trepidare per parenti, amici o conoscenti misteriosamemte scomparsi? Insomma, più che di un sequel, si tratta di una storia laterale
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Poi, a quanto ne so, ci sarà anche una terza fase, collegata ma indipendente, nel senso che sarà il seguito di entrambe le storie 》
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Confermo, con l’aggiunta che farò ogni sforzo perché anche la terza parte di questa trilogia… anzi no, la chiamerei piuttosto  “poli-bilogia”, possa costituire una lettura autonoma, da affrontare e apprezzare cioè anche qualora non si fossero letti gli episodi precedenti
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Obbiettivo ambizioso e sfidante, ma insolito nella pratica letteraria e difficilmente raggiungibile
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Sarà anche insolito e non agevole, ma certamente non costituisce una novità assoluta: qualcosa del genere tentò già di fare King con l’operazione DesperationI vendicatori (peraltro non tra le  opere più riuscite dello scrittore del Maine, a mio avviso)
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Oltre alla stordita Lena e al bieco Caparzo (i principali personaggi del libro, dei quali ci occuperemo più avanti) c’è anche un terzo personaggio inanimato: il cellulare
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《Il cellulare, a pensarci bene, è diventato qualcosa di diverso e di più di uno strumento di comunicazione, la cui mancanza, anche temporanea, può conferire (e conferisce) ansia a ciascuno di noi. Il rapporto con questo oggetto può diventare inquietante da un momento all’altro, aprendo percorsi impensabili le cui conseguenze risultano imprevedibili. Pensiamo di poterlo controllare,  ma basta che il nostro numero entri in possesso della persona sbagliata e… 》
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Parliamo di Lena, personaggio scomodo, tendenzialmente mediocre, fatalista, restio adassumere qualsiasi tipo di responsabilità, anche nei propri confronti e sostanzialmente incapace di prendere qualsiasi tipo di decisione importante, ma capace di diventare protagonista di un romanzo corposo come questo
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A volte è  più interessante un forte personaggio grigio (come Lena, una che guarda scorrere la vita e che si compiace di restare a sguazzare  nella propria mediocrità) o negativo, di un opaco personaggio positivo. Poi può sempre capitare, come appunto nel caso di Lena, che l’inferno si scateni proprio quando arriva al salvataggio l’Eroe 
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L’eroe? Non ti riferirai mica a Caparzo!
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Caparzo è uno di quelli ai quali non piace l’Umanità,  un poliziotto che si muove come un animale, quieto all’apparenza e feroce all’occorrenza, cattivo ma accattivante e, sostamzialmente, un animale. Anzi, una belva
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Torniamo a Lena e a quella sua voce interiore che finisce per renderla, per il lettore, un soggetto degno di attenzione e d’interesse
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Quello di dare spazio e voce alla “voce interiore” fa parte di un modulo narrativo che utilizzo abitualmenteo, evidenziato anche graficamente con l’uso del corsivo. In questo caso molto utile a raccontare di una personalità oltre modo problematica
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Ci sono tanti personaggi collaterali scolpiti con grande cura. Li hai pensati e sagomati  prima di cominciare la stesura dell’opera, ovvio nella fase di definizione del plot, oppure…》
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Oppure.  Ferma restando la preconoscenza della trama, i personaggi decidono da soli il proprio destino nel corso della narrazione
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C’è anche un cane…》
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Un personaggio cardine, sì. Un animale che,  nonostante la tarda età e un occhio leso, sa vedere e discernere meglio di tanti esseri umani
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È la più ambiziosa delle tue fatiche letterarie?》
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Decisamente sì , anche per la difficoltà intervenuta a un certo punto, di distinguere tra loro le due storie  (Zoo e di Io so chi sei – n.d.r.) che, nella mia rappresentazione mentale, si miscelano e si fondono in un unico grande affresco
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Cosa c’è nel futuro di Paola Barbato Autrice? Ancora thriller? Ancora paura?
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Anche questo sicuramente e inevitabilmente. Ma c’è qualche idea molto prossima alla fantascienza che mi gira per la mente...》
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  Paola si racconta

Sono nata a Milano il 18 giugno 1971 da mamma pubblicitaria e papà idrobiologo. Ma a Milano sono rimasta solo un anno e gran parte della mia vita l’ho trascorsa a Desenzano del Garda, per cui mi definisco “fieramente bresciana”. Per quanto ricordi ho sempre scritto e disegnato molto, i miei primissimi fumetti, di cui raramente faccio parola, han visto la luce intorno agli 11 anni. La comunicazione scritta per me è sempre stata fondamentale …

I LIBRI DI PAOLA (e altro)

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