《L’idea risale al 2013 ma ho aspettato di pubblicare Non ti faccio niente e ho cominciato a scrivere Zoo prima di dedicarmi con convinzione alla stesura di questa storia, nata da una costola di un libro ancora non terminato. In Zoo i personaggi sono chiusi in una gabbia, all’interno della quale accadono cose orribili, ma fuori chi c’è ad aspettare, a trepidare per parenti, amici o conoscenti misteriosamemte scomparsi? Insomma, più che di un sequel, si tratta di una storia laterale》
《Oltre alla stordita Lena e al bieco Caparzo (i principali personaggi del libro, dei quali ci occuperemo più avanti) c’è anche un terzo personaggio inanimato: il cellulare》
《Il cellulare, a pensarci bene, è diventato qualcosa di diverso e di più di uno strumento di comunicazione, la cui mancanza, anche temporanea, può conferire (e conferisce) ansia a ciascuno di noi. Il rapporto con questo oggetto può diventare inquietante da un momento all’altro, aprendo percorsi impensabili le cui conseguenze risultano imprevedibili. Pensiamo di poterlo controllare, ma basta che il nostro numero entri in possesso della persona sbagliata e… 》
《Parliamo di Lena, personaggio scomodo, tendenzialmente mediocre, fatalista, restio adassumere qualsiasi tipo di responsabilità, anche nei propri confronti e sostanzialmente incapace di prendere qualsiasi tipo di decisione importante, ma capace di diventare protagonista di un romanzo corposo come questo》
《Quello di dare spazio e voce alla “voce interiore” fa parte di un modulo narrativo che utilizzo abitualmenteo, evidenziato anche graficamente con l’uso del corsivo. In questo caso molto utile a raccontare di una personalità oltre modo problematica 》
《Oppure. Ferma restando la preconoscenza della trama, i personaggi decidono da soli il proprio destino nel corso della narrazione》
《C’è anche un cane…》
《Un personaggio cardine, sì. Un animale che, nonostante la tarda età e un occhio leso, sa vedere e discernere meglio di tanti esseri umani》
《È la più ambiziosa delle tue fatiche letterarie?》
《Decisamente sì , anche per la difficoltà intervenuta a un certo punto, di distinguere tra loro le due storie (Zoo e di Io so chi sei – n.d.r.) che, nella mia rappresentazione mentale, si miscelano e si fondono in un unico grande affresco》
《Cosa c’è nel futuro di Paola Barbato Autrice? Ancora thriller? Ancora paura?》
《Anche questo sicuramente e inevitabilmente. Ma c’è qualche idea molto prossima alla fantascienza che mi gira per la mente...》
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Paola si racconta
Sono nata a Milano il 18 giugno 1971 da mamma pubblicitaria e papà idrobiologo. Ma a Milano sono rimasta solo un anno e gran parte della mia vita l’ho trascorsa a Desenzano del Garda, per cui mi definisco “fieramente bresciana”. Per quanto ricordi ho sempre scritto e disegnato molto, i miei primissimi fumetti, di cui raramente faccio parola, han visto la luce intorno agli 11 anni. La comunicazione scritta per me è sempre stata fondamentale …
I LIBRI DI PAOLA (e altro)
Dal 1999 lavora come sceneggiatrice di fumetti, attività per cui è stata quasi subito chiamata a sceneggiare dei numeri fondamentali di Dylan Dog. Nel 2006 invece inizia la sua carriera di scrittrice, pubblicando subito per un grande editore: il suo primo romanzo thriller, Bilico, è infatti uscito per Rizzoli. Nel 2008 il suo secondo romanzo Mani nude, uscito sempre per Rizzoli, ha vinto il Premio Scerbanenco. Ha anche lavorato per la televisione (la fiction Nel nome del male con Fabrizio Bentivoglio è stata trasmessa da Sky nel 2009). Paola Barbato si occupa anche del sociale come presidente della Onlus “Mauro Emolo” che sostiene persone colpite da una malattia neurodegenerativa. Segue Il filo rosso (ancora per Rizzoli 2010). Nel 2017 (per Piemme) esce Non ti faccio niente (vds articolo firmato da Patrizio Pacioni https://cardona.patriziopacioni.com/i-fragili-eroi-di-paola-barbato-sono-invincibili/)
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Bonera.2