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Compositore, violinista, erudito e ispirato docente, l’ “Anti-Verdi“, il “Novello Paganini”, o “Leopardi del violino” come pure venne appellato, troppo cosmopolita, troppo paneuropeo, per i suoi tempi, in qualche fu modo offuscato da una Storia rimasta indietro come un vecchio orologio.
E, come accaduto ad altri Grandi, più “dimenticato”, a lungo, proprio dalla sua terra e dai concittadini di diverse generazioni.
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Dunque doveroso, quanto ben realizzato e riuscito, il «Festival Antonio Bazzini – Brescia e l’Europa 1818 / 2018» articolata iniziativa mirata a onorare l’arte e la memoria di Antonio Bazzini, grande musicista bresciano, che il CTB ha fatto propria e organizzata di concerto (mai termine fu più adeguato e ben collocato) con il Conservatorio di Musica Luca Marenzio: una rassegnache si è svolta con successo e si è conclusa ancor meglio.
Per meglio spiegare ciò che ho visto poco fa al santa Chiara, ritengo utile una premessa il cui senso sarà pienamente comprensibile più avanti: le tesi di laurea si dividono essenzialmente in due tipologie: le sperimentali e le compilative. Quella che è stata assegnata a quel sempre giovane e sempre curioso studente della vita che risponde al nome di Costanzo Gatta, in occasione del Festival Antonio Bazzini –Brescia e l’Europa 1818 / 2018, appartiene, con ogni evidenza, e per fofrza di cose, alla seconda categoria.
Al termine del vasto programma del festival, si trattava infatti di celebrare con una pièce che rievocasse in modo dettagliato la vita, la carriera artistica e didattica, gli orientamenti creativi e la filosofia musicale del mai abbastanza celebrato e valorizzato violinista e compositore bresciano.
Ebbene, con «Bazzini, l’Antiverdi?» andato in scena al Teatro Santa Chiara Mina Mezzadri poche ore fa, Costanzo Gatta ha composto e diretto con la consueta maestria la sua tesi compilativa, riuscendo a trasformarla, grazie anche alla bravura e dall’impegno degli interpreti (in ordine di apparizione Monica Ceccardi, Miriam Gotti, Silvia Quarantini e Daniele Squassina) in un appuntamento vivace e attrattivo, che ha tenuto attenti e partecipi gli spettatori dall’inizio alla fine (contrassegnata da lunghi e ripetuti applausi).
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Costanzo Gatta… in azione
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L’intelaiatura dello spettacolo è estremamente lineare ma di grande efficacia: tre giovani donne, riunite in quel che sembra una specie di redazione di qualche quotidiano o periodico, ricostruiscono, momento per momento, la intensa e girovaga esistenza del maestro, voci e pettegolezzi inclusi. La rievocazione va avanti tra passato e presente, con tanto di selfie e riprese filmate, scandito dalle immagini di personaggi e luoghi che scorrono sul grande schermo della videoproiezione. I successi, le sconfitte, i sogni e le disillusioni, i difficili rapporti con la critica, la visione cosmopolita di vita, cultura e musica, in contrapposizione con Verdi e con il melodramma, imperante in Italia, si dipanano in ordine cronologico nella suggestione dei colori degli abiti femminili (creati e realizzati da Gianni Tolentino), negli inserti di canto, nelle coreografie semplici quanto suggestive firmate da Orietta Trazzi, nell’immedesimazione (anche fisica) nel personaggio di Daniele Squassina. Semplicemente impeccabile, come sempre, l’accompagnamento delle luci di Cesare Agoni.
Si replica ancora domani sera, a partire dalle 20,30.
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Bazzini, l’AntiVerdi?
ideato, scritto e diretto da Costanzo Gatta
Con Monica Ceccardi, Miriam Gotti, Silvia Quarantini e Daniele Squassina.
costumi Gianni Tolentino
luci di Cesa dire Agoni
coreografie di Orietta Trazzi
registrazioni di Gabriele Gasparetto
direzione tecnica Cesare Agoni
elettricista Sergio Martinelli
macchinista Michele Sabattoli
audio e video Giacomo Brambilla
trucco e parrucco EDUCO
Centro di formazione professionale
produzione Centro Teatrale Bresciano
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GuittoMatto