«Coda» «Camion» «Fuori» «Sirena» «Voci»: poche e sentite parole, comne esordirebbe un forbito oratore.
Più simboli che voci del vocabolario, termini che, rimestati nello spietato e potente frullatore della pandemia, d’improvviso acquistano suggestioni nuove e singolari.
Giuseppe Raspanti, raffinato narratore, le maneggia con delicatezza da farmacista e abilità da giocoliere, riproponendole, nell’articolo pubblicato dall’odierna edizione bresciana del Corriere della Sera.
Un colto, sottile e faceto ragionamento da leggere seduti sulla poltrona preferita, sorseggiando un buon tè.
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Di Giuseppe Raspanti si è già occupato, sulle pagine di questo blog, Il Lettore, con i seguenti articoli:
https://cardona.patriziopacioni.com/ex-libris-25-la-bella-vitaa-volte-uccide/
https://cardona.patriziopacioni.com/ex-libris-16-il-pick-and-roll-di-raspanti/
relativi ai romanzi «Il treno di Ignazio» e «L’ombra dei pesci».
Leggeteli, se già non avete avuto occasioni di farlo, ma, soprattutto, leggete i libri!
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