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Metti un geniale ingegnere dalla formazione classica maturata in uno dei licei più prestigiosi della Capitale (il “Virgilio”).
Metti uno studio professionale che si trasforma (anche) in un laboratorio artistico, pronto a trasformarsi (anche) in una scuola di recitazione, (anche) in un piccolo ma funzionale cineforum.
Metti che, sulla stessa strada, proprio accanto, si affacci l’ingresso di un ristorante in cui si esaltano le modeste, ma genuine e prelibata prelibate specialità della “povera” cucina toscana (che poi così povera proprio non è).
Metti un’accoglienza al tempo stesso cordiale, calorosa e riservata da parte dei proprietari e dei camerieri, un’assortita scelta di vini e di birre di prima qualità.
Insomma, per dirla alla Giuseppe Patroni Griffi, “metti, una sera a cena“.
Mescolando per bene il tutto, viene fuori un personaggio e un posto. con i quali, in qualunque periodo della vita capiti di venirci in contatto, rimpiangi solo che non sia successo prima.
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E, siccome secondo una certa saggia regola di vita latina, consolidata dai secoli, ovvero “Pares cum paribus facillime congregantur ” (che, tradotto liberamente, più o meno suona così: “È assai facile che persone simili tra loro s’incontrino e si mettano insieme“) ecco che accade spesso che, sia nello studio che nel locale di via Tripolitania, spesso capitino personaggi per così dire creativi.
Perché, per dirla tutta, è stato il verificarsi di un episodio ad attirare l’attenzione di chi scrive su questo suggestivo locale romano dalle ghiotte inflessioni della lingua per eccellenza familiare a Padre Dante Alighieri.
Per l’esattezza la presenza ai tavoli del ristorante, dopo la conclusione della briosa e assai promettente cerimonia di presentazione della stagione 21/22 del Teatro degli Audaci, della presidentessa delle Ombre di Platone, Pia Di Fiore, del drammaturgo /commediografo Patrizio Pacioni, del regista Giancarlo Fares e degli attori Alessia Fabiani e Salvo Buccafusca, “responsabili” per quanto di pertinenza della messa in scena di Stasera mi butto, una delle pièces che promettono di trasformarsi in un successo sia di critica che di botteghino.
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Un autentico e composito simposio (oltreché di carattere culinario) di simpatia, cultura e spensierata creatività per il quale si segnala il forfait (peraltro ampiamente forzato e giustificato da un lieve quanto per fortuna provvisorio malore) dell’altro grande attore del cast, il fantastico Mario Zamma.
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Il tutto in un tempio del gusto e della buona tavola, nel quale si apprezzano in particolare, tra le genuine delizie offerte dalla cucina, gli stuzzicanti taglieri di antipasti a base di bruschetta e salumi e formaggi rigorosamente made in Tuscany, i pici di fattura caserecci, cucinati con l’aglione e in altri modi, i peposi, i lampredotti, gli inzimini di calamari e… mi fermo qui, prima che i succhi gastrici, stuzzicati da tanta grazia, comincino a rimescolarmisi festosamente nello stomaco reclamando di. essere soddisfatti al più presto.
Senza dimenticare il goloso carrello dei dolci, ricolmo di ogni bontà, primi tra tutto i cantucci da intingere nel vin santo e la crostata di casa. E i vini doc e le birre artigianali, naturalmente, di pura eccellenza gli uni e le altre.
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Se si aggiunge un prezzo assolutamente equo e (come già detto) la cortesia inappuntabile e altamente professionale del servizio ai tavoli… cosa resta da aggiungere in proposito?
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Resta un ultimo quanto doveroso passaggio sulla singolare figura di Luca Fiorentino, riallacciandoci a quanto già raccontato al principio di questo articolo: un uomo vitale e sempre entusiasta, concentrato d’intuizione e ingegno, preparato e affermato professionista, ma anche artista a tutto tondo con sensibilità (e abilità) che spaziano dalla pittura alla poesia, a progetti (e istallazioni) di accattivante e originalissimo design, curioso del mondo e dell’umanità, attento a ogni sviluppo civile e sociale, nel bene, certo, ma anche nel male.
Qui di seguito alcune immagini rubate nel suo ufficio/studio, talmente significative, anche se non esaustive a confronto degli interessi e delle attività creative dell’Ingegnere, da non richiedere ulteriori commenti e/o spiegazioni.
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MALEDETTI TOSCANI VINAIO – via Tripolitania, 162 Roma – 06 8879 8350 – maledettitoscani162@gmail.com
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