Ex Libris (44) – Marco Passarello: è lui o non è lui? Questo è il dilemma.

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«Sia ben chiaro, non sono io il protagonista di Mi sono ritrovato vivo.» si schermisce Marco Passarello. Mentre lo dice, però, sfodera quel sorriso enigmatico e furbo che solo i siciliani (che nella storia della Trinacria tutto hanno visto e tutto hanno sperimentato) recano nel proprio DNA.

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Però…

Bresciano per elezione, ma palermitano per passione. Così l’Autore, così il personaggio del libro.

Laureato in chimica l’uno e l’altro.

Entrambi invischiati, obtorto collo, in quell’accidentato, vischioso “percorso di guerra” che è chiamato ad affrontare un giovane (e spesso non più giovane) insegnante precario.

Nato nell’82 lo scrittore, decenne il personaggio nell’anno del mortale (sia per il magistrato che per la società civile) attentato a Borsellino, ovvero il 1992.

Nonostante tutto, Passarello assicura che non c’è coincidenza d’identità. E, per dirla con le parole che Shakespeare fa pronunciare ad Antonio nell’orazione funebre dedicata a Cesare, “ma Bruto (in questo caso Marco) è uomo d’onore” e, dunque bisogna credergli.

O, almeno, sforzarsi di farlo.

Il fatto è che, in questo modo, Passarello gioca abilmente a rimpiattino con il lettore, leggero ma non troppo, comico e introspettivo, indossando e sfilando via dal volto maschere a volte grottesche, a volte dolenti, sempre rigorosamente umane. Narrando la storia semplice ma mai banale di un figlio del sud che le vicissitudini e le necessità proiettano nell’operosa ma forse un po’ meno propensa all’ironia e (soprattutto!) all’autoironia, città della Leonessa.

Lo scrittore e l’uomo, insomma, si muovono abilmente sui due campi chiamati realtà e fantasia, chiamando al sorriso e alla riflessione sull’eterna antinomia sud/nord, sia i potenziali lettori meridionali che (sebbene per ragioni e da prospettive diverse) i loro omologhi settentrionali.

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Non si parla di tutto, ma certo di molto, in questo Mi sono ritrovato vivo: della Sicilia e di Palermo, della Lombardia e di Brescia, prima di ogni altra cosa. Ma anche di sentimenti, di aspettative, di sofferti successi e di cocenti delusioni, di una vita normale che, per chi la vive, proprio normale mai non è.

Delle perdite dei familiari che si succedono nel corso degli anni, togliendo ogni volta qualcosa di caro e d’importante e scandendo l’esistenza di ciascuno di noi come un mesto, inesorabile metronomo.

Quando poi arriva il momento di concludere -non senza un certo rimpianto- la piacevole lettura, resta solo un dubbio: ma che fine ha fatto la vezzosa ma alquanto petulante fidanzatina ribattezzata “Mica Scema“?

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Titolo: Mi sono ritrovato vivo
Autore: Marco Passarello
Editore: Calibano
Anno: 2021
Pagine 134
Prezzo:
ISBN 979-12-80224-24-8

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Marco Passarello, nato a Palermo nel 1982, vive da molti anni a Brescia. Insegnante precario di chimica e attore, tiene laboratori teatrali nelle scuole e scrive testi frequentemente messi in scena. Il suo primo libro Mi sono ritrovato vivo, edito da Calibano Editore, sarà presentato domani, 27 settembre 2021 a Brescia nell’ambito della prestigiosa rassegna letteraria Librixia.

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