Le mille donne-meraviglia di Lella Costa

Nella pièce «Se non posso ballare non è la mia rivoluzione», ispirata al libro «Il catalogo delle donne valorose» di Serena Dandini, sfila in palcoscenico in scena una nutrita rappresentanza di donne di grande spessore che, procedendo controcorrente, come salmoni nel fiume della vita, hanno superato incomprensioni e discriminazioni di ogni genere, riuscendo a centrare obbiettivi di grandissima rilevanza pur se i loro meriti e contributi (spesso assolutamente originali e innovativi) forniti allo sviluppo civile, sociale e scientifico dell’intera umanità sono spessi rimasti disconosciuti.

Con il volto, il corpo, la voce, l’anima e la presenza scenica di Lella Costa, gli spettatori vedono materializzarsi figure dotte e/o geniali come Mary Anderson (inventrice del tergicristallo) e Lillian Gilbreth (inventrice della pattumiera a pedale), ma anche politiche del calibro di Tina Anselmi (prima donna-ministro della Repubblica Italiana), delle artiste Martha Graham e Pina Bausch (che hanno rivoluzionato il mondo della danza) e Maria Callas (celeberrimo soprano), delle grandissime scrittrici e poetesse Emily Dickinson e Virginia Woolf, della paladina dei diritti civili (particolarmente quelli degli afroamericani) Rosa Parks e di Olympe De Gouges (autrice nel 1791 della Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina), della giornalista- martire Ilaria Alpi.

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SE NON POSSO BALLARE … NON E’ LA MIA RIVOLUZIONE Foto Luciano Rossetti © Phocus Agency

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Dalla platea:

Ho assistito a uno spettacolo gentilmente, elegantemente e scaltramente ruffiano, in occasione del quale un autentico florilegio di eccellenze assolute al femminile sfila sul palcoscenico senza soluzione di continuità.

Impossibile non solo contestare, ma anche non amare e ammirare figure femminili gigantesche del calibro (per fare nomi diversi da quelli già elencati all’inizio di questo articolo) di Rita Levi Montalcini, Santa Teresa D’Avila, Giovanna D’Arco, Eleonora Duse, Ipazia… e si potrebbe continuare un bel po’. Una raccolta di mirabili icone utili e idonee dunque a creare con una certa facilità, nel pubblico che assiste allo spettacolo, empatia, compiacimento e consenso immediato.

Fatta questa doverosa premessa, c’è però da mettere subito in chiaro che anche le operazioni più semplici e furbe, per riuscire al meglio, necessitano di un adeguato talento e, di talento, Lella Costa, come suo solito, certamente non difetta. Balla, prorompe, si scatena, recita in tutte le lingue (aiutandosi anche con gustosi frammenti di gramelot), mette in campo tutto l’entusiasmo e tutte le energie di cui dispone, coinvolgendo e trascinando con sé gli spettatori, non solo quelli di sesso femminile.

Assume, da sola, il pieno controllo dello spazio e della scena, mette in mostra, soprattutto, una duttilità versatile di atteggiamento e di espressione che, senza bisogno di ricorrere a trucco e parrucco, la trasforma nello spazio di un battito di ciglia, da una “personaggia” all’altra (avvalendosi -ripeto- soltanto di una sapiente mimica e di un altrettanto convincente utilizzo delle inflessioni e delle tonalità della voce) una serie impressionante di cloni di superdonne suggestivi e credibili come solo il buon Teatro sa creare. Se non avete ancora visto lo spettacolo, ma avete presente quella vecchia pubblicità della Benetton, in cui ogni volto si sostituiva con magia grafica al precedente, o analoghi “giochini” computerizzati che spopolano attualmente nel web, siete abbastanza vicini a ciò che è successo poco fa sul palcoscenico del Teatro Sociale.

Meritatissimi gli applausi scroscianti e ripetuti che hanno salutato la fine della rappresentazione, ai quali ho aggiunto volentieri i miei.

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Ispirato a Il catalogo delle donne valorose di Serena Dandini
con Lella Costa
progetto drammaturgico Serena Sinigaglia
scrittura scenica Lella Costa e Gabriele Scotti
scene Maria Spazzi
regia Serena Sinigaglia
ambientazione sonora Sandra Zoccolan
disegno luci Roberta Faiolo
costumi Antonio Marras
un progetto a cura di Mismaonda
produzione Centro Teatrale Bresciano, Teatro Carcano
Partner THE CIRCLE ITALIA

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