Si parla, prendendo spunto dall’uscita di In cauda venenum, presentato per la prima volta a Viterbo il primo luglio, nell’ambito di CaffeinaCultura, di quel articolare collegamento, simile appunto a un cordone ombelicale, che lega un personaggio al suo creatore.
Comincio con il dire che l’impatto con l’ “oggetto-libro” (impreziosito dalla copertina realizzata dall’artista bresciano Gi Morandini) è di per se stesso destabilizzante: si tratta di due romanzi brevi raccolti in un’opera unica, con la particolarità di poter cominciare a leggere, indifferentemente, da una parte e dall’altra.
Cristina Pallotta intervista Patrizio Pacioni all’interno del locale “Al Settantasette” di via San Pellegrino
-Il titolo è In cauda venenum seconda collaborazione, dopo La verità nell’ombra con la Casa Editrice Serena…– dichiara l’autore romano, intervistato da una Cristina Pallotta effervescente e cordialmente incalzante come, suo solito.
-Ma contiene, al suo interno, due storie del tutto autonome, legate tra loro dall’ambientazione nella oscura e misteriosa Monteselva e, naturalmente, dall’incisiva presenza del commissario Cardona.
-Già. Il tuo commissario torna dopo… quanti anni?
-Oltre sei anni da Delitti & Diletti che scrissi a quattro mani con Lorella De Bon.
-Perché hai lasciato trascorrere tutto questo tempo?
-In effetti questa è una domanda che durante gli ultimi anni, mi sono posto più volte, trovando numerose risposte diverse. Il che equivale a nessuna risposta certa.
Pacioni parla di altre idee che si sono proposte con forza, altri progetti, primo fra tutti quello teatrale, che hanno interferito nel suo rapporto con “il Leone”. Salvo poi ammettere che questa lunga stasi, alla fine dei conti, altro effetto non ha sortito se non quello di intensificare il divertimento che prova nel cimentarsi nella scrittura “gialla” attraverso l’ingombrante presenza del suo commissario.
Ancora Patrizio Pacioni e Cristina Pallotta, ripresi al termine dell’evento.
L’intervista prosegue prendendo in rassegna l’attività dello scrittore romano nel suo complesso: la narrazione letteraria, la drammaturgia, la conduzione del blog, la didattica e l’impegno sociale orientato soprattutto sull’opera di recupero dei detenuti.
-Ora che è di nuovo tra noi, puoi dirci quale sarà il futuro di Cardona? – azzarda Cristina Pallotta.
-Oh, per lui ci saranno dure prove da affrontare e novità che potrebbero stravolgergli la vita, non solo lavorativa. I personaggi letterari devono essere trattati come persone, per le quali, come dice un detto orientale, tutto ciò che smette di crescere, incomincia a morire.
Nel frattempo, sullo schermo allestito all’interno del pub <Al Settantasette> scorrono le immagini del booktrailer ideato e realizzato da Giusy Orofino.
Alla fine, insieme ai saluti di rito, l’annuncio del (molto prossimo) ritorno a Viterbo per la presentazione di In cauda venenum nell’ambito della kermesse gialla Ombre. che si terrà nel capoluogo della Tuscia nella seconda metà di questo mese.
Immagini che sintetizzano con grande efficacia e suggestione la partecipazione di Patrizio Pacioni a Caffeina 2016. Nella terza da sinistra, in particolare, con uno dei conduttori di “Al Settantasette” (locale che ha ospitato la presentazione di In cauda Venenum) e nella quarta e ultima, come da tradizione, lo scrittore tra due dei giovanissimi quanto preziosissimi “volontari”
Poi, dopo la pausa estiva (che non sarà comunque completamente tale) l’avvio di una serrata serie di eventi legati al ritorno in libreria del commissario Cardona che porterà Pacioni in numerose località sparse in tutta Italia: per esserne esaurientemente informati, praticamente in tempo reale, altro non si dovrà fare che seguire attentamente gli articoli pubblicati su questo blog.
Titolo: In cauda venenum
Autore: Patrizio Pacioni
Genere: Giallo – thriller
Editore: Casa Editrice Serena
Anno: 2016
Pagine: 168
Prezzo: 15 €
ISBN: 978-88-941654-2-5
Valerio Vairo