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Il richiamo del canto di cento voci argentine è assolutamente irresistibile.
Canzoni e carole natalizie si diffondono nel centro di Brescia attirando orecchie e anime come le note del mitico pifferaio magico.
Sono i bambini dell’Istituto scolastico Manzoni, a tenere un sorprendente concerto all’aperto, evocando pensieri edificanti e magiche suggestioni.
Dopo la prima tappa-esibizione, sugli scalini del Teatro Grande, capace di catalizzare l’attenzione e di meritarsi convinti e ripetuti applausi dai bresciani impegnati nelle ultime compere prefestive, una breve ristoro a base di croccanti panini, distribuiti da mamme e insegnanti, il grande-piccolo coro si sposta in Piazza Paolo VI, per un breve ma significativo bis all’ombra del maestoso Duomo.
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«Quello che si vede e si sente è il risultato di un progetto didattico che si ripete per il secondo anno consecutivo» spiega Maja Mencattelli, insegnante di inglese e matematica presso la Scuola primaria “A. Manzoni” (via dei Mille n° 4).
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«Nel nostro Istituto la componente multietnica è talmente importante che, con discutibile ironia e sottile dispregio, qualcuno si è spinto a chiamarla “scuola ghetto”. Non è affatto così» prosegue, con pacato rammarico, cercando (non senza un certo sforzo) di fare arrivare parole e concetti nonostante il festoso cantare dei bambini.
«Al di là delle differenze di cultura e religione, infatti, tutte le famiglie si sono impegnate, contribuendo ciascuna secondo le proprie attitudini e possibilità alla piena riuscita di questa bella iniziativa» conclude, non nascondendo il proprio orgoglio e la propria, comprensibilissima soddisfazione.
«Ci sono voluti due mesi di impegnativa preparazione, sia canora che linguistica, visto che alcuni dei tanti canti eseguiti sono in inglese» interviene Barbara Spanò, insegnante di musica, sottolineando la collaborazione delle mamme indiane, pakistane, del Bangladesh e di tanti altri paesi anche nella preparazione delle bevande e dei dolciumi utilizzati per completare gustosamente la festa.
«Non potevo certo mancare, sia a livello personale che in qualità di esponente dell’Amministrazione comunale» confida l’Assessore Roberta Morelli, mescolandosi agli incantrevoli elfetti canterini.
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Roberta Morelli, ripresa in Piazza Duomo con Patrizio Pacioni, anch’egli “catturato” dal coro.
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«Credo che una sola iniziativa di questo tipo serva più di mille parole per dimostrare che le differenze interetniche e interculturali, con un pizzico di buona volontà e tanto impegno da parte di tutti, possono rappresentare ghiotte opportunità di crescita, piuttosto che problemi» conclude.
E non possiamo che essere completamente d’accordo con lei, nonostante (e soprattutto) dal momento che, in altre città di questa regione, proprio in questi giorni, ci siano amministrazioni che hanno assunte discutibili misure palesemente e dolorosamente in controtendenza.
Ma queste sono polemiche che i magnifici bimbi della A. Manzoni non debbono ascoltare nemmeno da lontano: loro, cantando insieme, si sono dimostrati più maturi di tanti cosiddetti “grandi”.
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Bonera.2