Goodmorning Brescia (202) – Quando in fondo all’articolo non serve la firma

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Ci sono scrittori (ma anche giornalisti) che oltre a conoscere molto bene il proprio mestiere e a esercitarlo nel migliore dei modi, sono dotati di uno stile talme te personale che ne riconosci subito l’identità, senza bisogno di cercarne nome in copertina o in fondo all’articolo. Uno di questi, ve lo dico subito, si chiama Costanzo Gatta, e le due qualifiche (di scrittore & giornalista o viceversa, fate voi) le possiede entrambe.

Così, quando stamattina, come tutte le mattine, ho aperto il Corriere della Sera e sono arrivato all’inserto bresciano, mi è bastato leggere il titolo di un articolo per capire chi lo avesse scritto.

L’articolo è questo:

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L’indizio che mi ha portato immediatamente e senza alcun dubbio al nome e cognome dell’estensore, ovviamente, è il suggestivo collegamento tra l’oggetto del pezzo (il prezioso lavoro portato avanti da Federico Vaglia e Sergio Masini, incaricati del restauro dei cenotafi che compongono l’emiciclo che fronteggia la chiesa di San Michele, all’interno del Vantiniano e coautori del libro virtuale «Inciso nella pietra», presentato ieri in Loggia con l’intervento dell’assessore Valter Muchetti) e l’immortale opera scritta dal grande poeta statunitense Edgar Lee Masters pubblicata tra il 1914 e il 1915 sul Mirror di Saint Louis.

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Un tocco di pennello da artista della parola e del pensiero, che ne svela l’identità prima e più ancora di una foto in alta definizione.

Al collegamento effettuato da Costanzo Gatta, però, voglio aggiungerne uno anch’io. Mi riferisco, per la precisione, al disco «Non al denaro, non all’amore né al cielo» (1971) : un long playing, come si diceva allora, una meravigliosa raccolta di canzoni scritte e interpretate da Fabrizio De André ispirandosi proprio alla stessa opera di Edgar Lee Masters. Un autentico capolavoro che vi consiglio di recuperare e ascoltare con grandissima attenzione e partecipazione.

Un grande ricordo, per me. Uno dei miti della mia adolescenza e, soprattutto, una delle principali fonti d’ispirazione di ogni mia frequentazione artistica dell’età matura. Sia il libro che il disco.

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Tornando al contenuto dell’articolo comparso stamattina sul Corriere della Sera, In poche ma intensissime righe, Costanzo Gatta passa in rassegna alcuni dei sessantasei personaggi noti e meno noti che (loro malgrado verrebbe da dire) si ritrovano accumunati nella vicinanza delle pietre e che potranno esser raccontati, clic dopo clic nelle pagine elettroniche dell’opera di Vaglia e Masini.

Un viaggio che potrà fare ciascuno di noi, grazie a questo link:

https://issuu.com/capitolium/docs/inciso_nella_pietra_associazione_b315926565ee2f

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