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La sede è in centro città, in uno stabile ristrutturato abbastanza recentemente e in modo accurato, ma forse troppo defilato. Sì, perché di qui, per dirla tutta, non passa mai nessuno, tranne coloro che entrano o escono dai portoni che si aprono nei palazzi di proprietà di un ordine di suore.
È l’ufficio bresciano di Emergency di vicolo delle Lucertole 1E, in cui quotidianamente opera Silvia Koch, giovane referente Health Point, che ci accoglie con un cordiale e rassicurante sorriso.
Un’iniziativa che, in un prolungato e profondo stato di crisi come quello in cui versa il nostro Paese (e non solo) riveste un’importanza ancora più rilevante di sempre.
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Passiamo ora all’intervista che, sicuramente, dopo la pur doverosa introduzione, servirà a conoscere meglio la preziosa opera di Emergency nella nostra città.
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Da quanto tempo e dove opera lo sportello informativo e di orientamento socio-sanitario di Brescia gestito da Emergency?
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La struttura di Brescia è operativa dal luglio 2016, allorché fu inaugurato e avviato con l’assistenza della delegata alla Sanità del Comune Donatella Albini, preziosissima sia in fase di allestimento che ancora oggi, qui al numero 1E di Vicolo delle Lucertole, in pieno centro città, messo a disposizione dalla Congregazione delle Suore Ancelle della Carità. All’arredo dello spazio ha contribuito la Fondazione Poliambulanza. Lo sportello è aperto al pubblico dal lunedì al venerdì dalle 9.00 del mattino alle 13 e dalle 14 alle 18 del pomeriggio. Oltre a un mediatore culturale (al momento io) vi operano 25 volontari di Emergency, tra sanitari e altri, che si alternano nelle varie attività. Dall’inizio a oggi sono state seguite oltre 400 persone con più di 3100 prestazioni di assistenza complessive.
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Che cosa fate, nello specifico, per realizzare gli obbiettivi che vi siete preposti al momento dell’avvio del vostro lavoro?
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Le principali attività svolte a sostegno dell’utenza, sono consulenze relative all’informazione sul funzionamento dei vari servizi socio-sanitari e su quello dei vari servizi sociali (pastoie e impedimenti burocratici, mediazione linguistica, informativa sui diritti di esenzione da ticket e sulla differenza di approccio alle prestazioni urgenti e/o essenziali e le altre tipologie d’intervento sanitario), rapporti con le amministrazioni, accompagnamenti, incontri con altri operatori per ottimizzare l’azione sul territorio, formazione individuale e collettiva su tecniche relative alla salute. Molto importanti anche l’opera di educazione sanitaria individuale e di gruppo, che rappresenta una delle attività principali svolte sul territorio, e l’informazione (aggiungerei la menzione al mondo sanitario perché è il nostro principale focus). Aggiungo che, per quanto ovvio, tutti i servizi elencati sono gratuiti.
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In città ci sono altri presidi di Emergency?
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Al momento no, ma operano in città molti altri volontari, attivi in particolare nella educazione svolta in loco all’interno delle scuole, nella divulgazione della mission dell’Associazione e nella sempre necessaria raccolta fondi (attraverso nuove iscrizioni, manifestazioni promozionali e vendita di oggettistica).
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Qual è l’identikit di coloro che si rivolgono al vostro sportello richiedendo assistenza?
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Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, l’etnia più presente nella nostra utenza è costituita proprio dagli italiani, che sono in tutto il Paese poco meno dell’8% del totale, qui in città il 15%. Seguono i marocchini, i nigeriani e gli ucraini. Per quanto riguarda i nostri connazionali, si tratta in larga parte di senza-dimora cancellati dall’anagrafe residenziale -e dunque esclusi, per irreperibilità. da un’organica e completa copertura sanitaria.
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Quali sono i principali servizi che siete in grado di offrire ai vostri utenti?
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L’idea guida di Emergency è quella di dirigere il proprio sforzo più sull’ottimizzazione dell’azione delle varie istituzioni operanti sul territorio che sulla pur necessaria (e perseguita con grande e costante impegno) azione di supporto ai singoli, e in quest’ottica cerchiamo di muoverci anche noi.
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Si potrebbe fare di meglio e di più?
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Certamente sì, come in ogni impresa umana, del resto Purtroppo sussistono ancora carenze anche gravi nella vigente normativa in merito all’approccio al problemi relativi all’assistenza dei più deboli ed esposti: autentici “buchi” che devono essere consumati di razionalità e certezze. Credo, per fare un esempio, nella necessità di adoperarsi in ogni modo per il raggiungimento di etnie che al momento non accedono ai nostri servizi, Cina e India prime tra tutte. Per fare questo, e anche altro, occorre un maggior numero di mediatori linguistici, soprattutto presso i poli sanitari, anche se bisogna ammettere che in questo gli Spedali Civili sono già da tempo all’avanguardia. C’è da lavorare, a mio avviso anche sul miglioramento dell’accessibilità, in primo luogo attraverso l’opera del medico di famiglia, in secondo luogo curando maggiormente la tutela sanitaria di infanzia e minori.
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C’è qualcosa, tra le mille che non ho chiesto, di cui vorrebbe parlare a conclusione di questa intervista?
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Mi viene in mente che in questa pur approfondita intervista non si è parlato delle dipendenze: anche in questo i servizi di assistenza ci sono e funzionano bene, ma spesso l’utente non si avvicina e non si lascia avvicinare per motivi di pudore o di mancato riconoscimento del problema che lo affligge. Non si è trattato dei nefasti effetti che, pur dopo le significative modifiche apportate nel 2004.ancora incidono negativamente nei ricordi e, conseguentemente, nei comportamenti degli emarginati, terrorizzati dalle conseguenze di una identificazione e susseguente denuncia a seguito di un intervento sanitario. Non ho avuto occasione di manifestare pienamente la mia fede nella prevenzione: ogni euro in più speso in anticipo in questa direzione, vale almeno dieci euro che saranno senz’altro spesi in futuro per curare l’inevitabile manifestarsi di malattie altrimenti evitabili.
Per scoprire come aiutare concretamente Emergency, basta cliccare su questo link:
https://sostieni.emergency.it/index.php?idc=SA.GEN.WEB.SITO
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Bonera.2