Questa sera alle 20,30, presso il Teatro Renato Borsoni di Brescia, al numero 83 di via Milano, andrà in scena la pièce scritta e interpretata da Walter Veltroni dal titolo (e sottotitolo) «Le emozioni che abbiamo vissuto – Gli Anni sessanta. Quando tutto sembrava possibile».
Ieri mattina, invece, ho avuto modo di partecipare alla conferenza stampa di presentazione dell’evento, che si è tenuta nella parte del teatro adibita a spettacoli per i bambini. Un appuntamento, quello tra la direzione del Centro Teatrale Bresciano e i protagonisti dello spettacolo da una parte e noi rappresentanti della stampa e dell’informazione dall’altra che, lo dichiaro subito, si è rivelata una delle più interessanti e coinvolgenti delle pur tantissime altre alle quali ho avuto modo di partecipare in passato.
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È il direttore del C.T.B. Gian Mario Bandera a prendere la parola per primo. «Lo spettacolo tratta quel concetto di relazione umane che induce a ripensare al passato permettendo di costruire nuove relazioni, dunque si inserisce perfettamente nello spirito nostro e in particolare di questa stagione. Un ringraziamento particolare per la collaborazione va ai partner di questa operazione di ampio respiro, Elastica e Retropalco, grazie ai quali tutto questo è stato possibile» dichiara, per poi aggiungere che è già stato registrato il sold-out per tutte e sei le repliche in programma.
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È poi la volta di Camilla Baresani che dice che questo spettacolo, anzi questa serie di spettacoli, sempre che Veltroni decida di andare effettivamente avanti nel suo progetto, costituisce uno dei primi esempi di serialità teatrale. «Vedrete che dopo avere assistito a questo primo appuntamento dedicato appunto agli anni sessanta, vi verrà senz’altro voglia di vedere anche i successivi decenni», spiega subito dopo. «Ci sono diversi interessanti spunti di riflessione. Il primo tra tutti è ricordare e raccontare il passato ai giovani in modo non didascalico, in modo che possano fruire di questo importante flusso di informazioni provenienti dal passato, tra le quali sono stati selezionati episodi non solo di particolare impatto storico ma anche emozionale. Il secondo è che l’età media del pubblico che fruisce dell’offerta del C.T.B. è composto in parte significativa da giovani, e in questa scelta abbiamo individuato e colto un’ottima opportunità di far loro un omaggio».
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«L’incontro con il Centro Teatrale Bresciano e con questa struttura nuova, non solo nell’edificazione ma anche nell’utilizzo che ne sarà fatto e nella scelta non certo casuale dei questa particolare parte della città, e nuova anche nelle intenzioni. Personalmente ho sempre avuto un rapporto di particolare affetto e sintona con questa città, in particolare con Manlio Milani, attento custode della Memoria dai tempi della strage di Piazza della Loggia» confida Walter Veltroni. «Questo progetto si riallaccia a un libro («Il sogno degli anni ’60. Un decennio da non dimenticare, nei ricordi di 47 giovani di allora») in cui volli raccontare uno dei decenni più significativi della vita italiana attraverso interviste con personaggi noti, provenienti in larga parte dal mondo dello spettacolo e ne rappresenta, a mio giudizio, la conclusione ideale. Mi piace pensare che proprio in quei dieci anni la vita in cui, tanto per fare un paio di esempi, a solo quindici anni di distanza dalla terribile e tragica disfatta della seconda guerra mondiale si inaugurava la titanica opera dell’autostrada del sole e si ospitava una delle edizioni più suggestive e indimenticabili delle Olimpiadi, il nostro Paese passò dal “bianco e nero” al “colore”. Sarà con me sul palcoscenico Gabriele Rossi, un musicista ventenne di grande talento che, non vorrei ricordare male, in rete ha circa un milione di followers. Oltre alle sue note saranno proiettati filmati e ci sarà anche un sondaggio effettuato “in diretta” per verificare il sentiment degli spettatori… e altro ancora. Credo profondamente nella capacità di emozionare e di emozionarsi, ed è proprio questo che ci ripromettiamo di fare. Personalmente, se vado ad assistere a uno spettacolo e non mi emoziono, penso di avere perso il mio tempo».
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«Confesso che quando sono stato contattato per partecipare a questa avventura, sono rimasto piuttosto perplesso, pensando che si trattasse, a ben vedere, di un qualcosa destinato a un pubblico piuttosto maturo. Man mano che si andava avanti con le prove, però, mi sono dovuto ben presto ricredere».
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A conferma dell’emozione e dell’interesse suscitati in tutti i presenti dall’incontro e contrariamente a quanto sono uso fare, inserisco un paio di esempi di domande/risposte tra l’autore e i rappresentanti della stampa che giudico di particolarissimo interesse:
La prima domanda/risposta: «Ci sono episodi che, a bocce ferme, si è rimproverato di non avere inserito nella narrazione?» «Ce ne sono diversi, ma quello che più avrei potuto e probabilmente voluto trattare più di ogni altro era quello del caso che vide la morte per omicidio, a Viareggio, di Ermanno Lavorini. Era il 1969 e quel caso costituì al tempo stesso la fine dell’innocenza e del senso di sicurezza delle famiglie italiane. Prima di allora capitava non di rado che anche i ragazzini andassero al cinema da soli, dopo… non più».
La seconda: «Ha definito il decennio degli anni ’60 come quello del passaggio dal B/N al Tecnicolor. Come definirebbe quello che stiamo vivendo?» «Lo definirei “Il decennio dei coriandoli tristi”: non conta più il passato con gli insegnamenti che se ne potrebbero trarre, il futuro è talmente incerto e aleatorio da risultare fumoso, conta solo ed esclusivamente il presente. Nel sessanta vennero abbattuti molti muri a colpi di musica dei Beatles, di minigonne, di rivendicazioni della dignità della donna come il divorzio e l’aborto, di nuove istanze civili e sociali, mentre ora… Verrebbe da dire che, purtroppo, è arrivato il tempo delle finestre aperte e dei portoni serrati».
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Al Teatro Renato Borsoni fino a domenica prossima. Questa sera, ovviamente, alla prima sarà presente lo “specialista” GuittoMatto e, se troverete la pazienza, la voglia e il tempo di seguire ancora anche lui, potrete leggerne la recensione dello spettacolo.
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