«The children»: le convulsioni di una tardiva e dolorosa riparazione.

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Mi sia consentito in questa occasione, prima di raccontarvi dello spettacolo che si è concluso poco fa al Teatro Sociale, di parlare di ciò che c’è stato prima e dopo. Spettacolo nello spettacolo, c’è stato un assoluto protagonista prima nel foyer e poi in platea e galleria, accanto ai protagonisti impegnati a recitare sul palcoscenico,

Mi riferisco al pubblico, agli appassionati bresciani di teatro prostrati ma non vinti dalle restrizioni della pandemia. Ai tanti accorsi (nei limiti delle prudenziali norme di distanziamento in atto) a festeggiare commossi e quasi increduli questa tanto attesa ripartenza che tutti si augurano possa risultare davvero effettiva quanto definitiva.

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Foto © Masiar Pasquali

Doverosamente premesso questo, è venuto il momento di «The children», di cui ci si è già occupati nella rubrica Goodmorning Brescia con l’articolo (firmato da Bonera.2) sulla conferenza stampa di presentazione tenutasi venerdì scorso (https://cardona.patriziopacioni.com/goodmorning-brescia-195-con-children-il-ctb-ritorna-al-futuro/) il lavoro dalla drammaturga britannica Lucy KIrkwood: un testo intenso, pieno di spunti di riflessione ma mai ridondante né noioso, ben letto e portato in scena dalla regia di Andrea Chiodi e dalla appassionata e impeccabile interpretazione di Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa e Francesca Ciocchetti.

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Foto © Masiar Pasquali

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La trama:

In un territorio colpito e devastato da una catastrofe ambientale (uno tsunami che ha causato un devastante inquinamento radioattivo scaturito dalla grande centrale nucleare presente in zona) la coppia formata dagli ingegneri Hazel e Robin si lascia vivere in una specie di limbo nelle immediate prossimità della pericolosa “zona rossa”.

A turbare la loro rassegnata quotidianità l’arrivo della ex collega e amica Rose, che i due coniugi ritenevano morta.

Pur diluita (ma non disciolte) in una miscela liquida e impalpabile di banalità legate alla quotidianità, una serie di drammatiche rivelazioni sia sul passato personale dei personaggi e degli intrecci che li hanno legati, che sulle reali motivazioni dell’inattesa visita di Rose, conduce progressivamengte lo spettatore all’inatteso scioglimento finale.

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THE CHILDREN di Lucy Kirkwood, traduzione di Monica Capuani. Regia di Andrea Chiodi con Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa, Francesca Ciocchetti. Scene Alessandro Chiti, Costumi Ilaria Ariemme, luci Cesare Agoni, musuche Daniele D’Angelo, produzione Centro Teatrale Bresciano. Foto © Masiar Pasquali

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Riflessioni & considerazioni:

Una storia claustrofobica, una di quelle in cui la casa si trasforma in una specie di bunker, lo specchio di una situazione di vita e di non-vita che, a un anno dall’arrivo della pandemia, tutti conosciamo molto meglio di prima.

Un confronto a volte urticante tra tre naufraghi del passato, impegnati allo spasimo, ciascuno a suo modo, a esorcizzare i fantasmi di un passato angoscioso e angosciante, di angosciosi ricordi materializzati dal suono sinistro di campane fantasma.

Un conflitto intergenerazionale senza vincitori ma con molti vinti, che vede contrapposti genitori irresponsabili e malaccorti e figli dannati da una malintesa interpretazione del progresso.

Una fuga disperata da rimorsi insanabili, vanamente contrastati attraverso un esasperato cinismo e l’attaccamento alle poche sicurezze rimaste, E a poco (forse a nulla) può valere anche l’estremo sacrificio della propria vita che Rose ha deciso di mettere in atto (all’origine del suo ritorno) e che Hazel e Rose, in modo più o meno volontario finiranno forse con il seguire.

Perché, il problema vero è che, come dice Rose «se è vero che la vita media si è allungata grazie ai progressi della scienza e della medicina, è pure vero che i vecchi devono togliersi dai coglioni

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THE CHILDREN di Lucy Kirkwood, traduzione di Monica Capuani. Regia di Andrea Chiodi con Elisabetta Pozzi, Giovanni Crippa, Francesca Ciocchetti. Scene Alessandro Chiti, Costumi Ilaria Ariemme, luci Cesare Agoni, musiche Daniele D’Angelo, produzione Centro Teatrale Bresciano.

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