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Si è tenuta stamattina presso la sede del CTB in Piazza Loggia la conferenza stampa relativa alla presentazione di «La vedova Socrate» spettacolo scritto da Franca Valeri e portato in scena da Lella Costa per la regia di Stefania Bonfadelli.
È al nuovo DPCM che il Direttore del CTB Gian Mario Bandera dedica l’apertura del proprio intervento, informando i giornalisti convenuti alla conferenza stampa che lo spettacolo, della durata di un’ora non subirà variazioni dell’orario di inizio. «Questo è il vero inizio della stagione, visto che i primi due spettacoli effettuati al Sociale sono da considerare “recuperi” di quelli annullati nella scorsa stagione a causa della pandemia.
«La vedova Socrate» fa parte di un trittico di produzioni realizzato con Lella Costa.»
(n.d.r. le altre due sono «La parola giusta», andata già in scena al Sociale, e «Non posso ballare» -che il CTB –assicura Bandera- cercherà di avere presto in cartellone anche a Brescia)
Annunciando che, dopo Brescia, lo spettacolo aprirà al Piccolo di Milano una tournée che si prolungherà fino alle feste natalizie), il Direttore si dichiara quanto mai soddisfatto di presentare questo vero e proprio passaggio di testimone tra due grandi attrici.
Mario Maviglia, parlando in rappresentanza del consiglio di amministrazione del Centro Teatrale Bresciano, inquadra e riassume con la consueta eleganza il tema “storico” della pièce: «Socrate era un uomo di grande cultura ma di media borghesia, certamente non particolarmente prestante e avvenente. Sua moglie Santippe, invece, una donna qualunque con i suoi pregi e i suoi difetti, ma dotata di molto buon senso e di uno spiccato spirito analitico e polemico. Attraverso le sue parole scopriamo nella donna la presenza di una personalità spiccata e irriverente capace di mettere alla berlina un mondo maschile paludato e pettegolo, assai diverso dalle magniloquenze e dai (presunti) primati politici, civili e morali dei grandi uomini di Grecia tramandati dalla Storia .
«È uno spettacolo, pensato per festeggiare il genetliaco a tre cifre di Franca Valeri e mirato a evidenziare come Franca sia stata oltre che straordinaria attrice, anche una eccezionale commediografa. Tutto nacque dall’idea di tramandare ai posteri questa sua seconda qualità con la pubblicazione di venti sue commedie da Teseo e il pensiero andò subito a Lella Costa, a mio avviso capace di farlo nel migliore dei modi e in modo del tutto originale, senza cioè imitarne lo stile di recitazione e il modo di occupare la scena.» dichiara decisa Stefania Bonfadelli.
«Reputo che, al momento, Lella sia l’unica attrice italiana a possedere il talento, l’intelligenza sopraffina e la grande sensibilità necessarie a portare in scena con il ritmo e le pause volute dalla commediografa, questo spettacolo fatto di parole scritte magistralmente, più spartito che copione, come solo sa fare un’autentica musicista della frase.» aggiunge poi, con la stessa convinzione. Poi preannuncoia che in palcoscenico domina il bianco (insieme al nero, entrambi colori del lutto per diverse società e culture) che disegna una specie di grande lingua utilizzata da Santippe per esternare e condividere con il pubblico (stavolta attraverso la bocca e il cuore di Lella Costa) le proprie elucubrazioni.
«Alla proposta di Stefania ho detto subito sì, con forte emozione e con la consapevolezza del grande regalo che mi era appena stato fatto con la richiesta di interpretare un autentico capolavoro.» confessa Lella Costa.
«Non si è voluto che fosse una riproposizione di quanto faceva lei , perché questo testo ha una vita propria e portarlo ora in palcoscenico costituisce una vera e propria staffetta artistico-generazionale.» spiega subito dopo, ammettendo una certa propensione per i monologhi.
«Franca Valeri non ha voluto mai apparentarsi con qualsiasi movimento femminista, ma in questo testo, con grande leggerezza di passo, sì addentra in profondità in quella che mi piace definire la “filosofia femminile”, e ne sviscera i temi più interessanti e peculiari.
«Insomma, ho deciso di impegnarmi in una prova estremamente difficile e e rischiosa. E sono orgogliosa e soddisfatta di portarla avanti. Anche perché, nel corso di questa bizzarra estate del covid, in tournée per l’Italia, ho avuto modo di verificare quanto amore, quanta voglia, direi quasi quanto bisogno di Teatro ci sia nel nostro Paese.» racconta, ribadendo così lo spirito positivo che la anima anche in questi frangenti difficili sia per il Teatro che per l’intera comunità mondiale.
«Ho letto che ridere giova al consolidamento delle difese immunitarie; se fosse vero, e spero tanto che lo sia, mi auguro di dare un significativo contributo, attraverso le risate tutte cerebrali proposte dal testo di Franca Valeri, alla lotta contro questa odiosa pandemia.» scherza, prima di chiudere il proprio intervento.
Un suggestivo suggello dell’incontro esce poi ancora dalle labbra della regista Stefania Bonfadelli. Esattamente una frase di Churcill, pronunciata dal grande statista britannico mentre le bombe piovevano su Londra: «Se chiudiamo i teatri, cosa combattiamo a fare?»
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