Le ore serene di un tramonto ispirate alla metodologia «Gentlecare»

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Lavoro con gli anziani già da molti anni ma solo da un anno, grazie alla formazione, che Società Dolce offre agli operatori, mi sono avvicinata a una modalità di approccio gentile, semplice ma efficace, per una appropriata assistenza agli ospiti della Residenza Sociosanitaria Assistenziale di Marone, in cui opero. I formatori sono Marco Fumagalli e Fabrizio Arrigoni.

Si tratta di un modello del tutto rivoluzionario, ideato da Moyra Jones, che tiene conto di fattori biologici, psicologici e sociali nel valutare lo stato di salute. Gentlecare fornisce un modello di assistenza, definita dalla stessa autrice, protesica in cui le tre componenti, persone, programmi e spazio fisico lavorano in armonia per produrre un sostegno, o protesi, per la persona affetta da demenza.

Ispirandosi a tale metodologia è già attivato presso le strutture gestite da Società Dolce di Marone, di Sale Marasino e, come suggerito da Coordinatore Responsabile Pio Marchetti, di Trescore Balneario e di Azzano San Paolo.

In questo spazio vorrei però raccontare in che modo, si è dato il via ad un progetto innovativo, il primo in Italia.

Poco più di un anno fa, e dal nulla (o quasi) alle porte di Monza, a due passi dal Centro San Pietro, è stato progettato un nuovo villaggio.

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No, non un villaggio nuovo. È più esatto dire che è nato un Paese, assolutamente innovativo, il che è molto diverso.

Sabato 24 febbraio davanti a un’autentica moltitudine di invitati, persone coinvolte o interessate a vario titolo alle problematiche dell’Alzheimer e semplici curiosi, si è tenuto l’evento di presentazione di un progetto pensato, ideato, organizzato e realizzato dalla Cooperativa La Meridiana che ne ha interamente sostenuto i costi, per oltre nove milioni di euro.

Tutto è cominciato con la proiezione di un suggestivo filmato, dove l’educatore Marco Fumagalli, che ha curato la realizzazione degli spazi, ha condotto una visita filmata delle strutture di grande impatto estetico, di estrema funzionalità, dotate di supporti tecnologici di ultima generazione, dotata, oltre che delle unità residenziali, di una chiesa, di un cinema-teatro, di un caffè con annesso mini-market, negozi per il piccolo shopping, giardini e un grande orto.

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Saranno sessantaquattro i posti disponibili, otto per appartamento, progettate allo scopo di renderne il più semplice possibile la fruizione, attraverso un sapiente utilizzo di luci, colori, e sistemi di automazione “intelligenti”. Nel complesso, inoltre, a beneficio dell’intera comunità del Territorio, è annesso un Centro diurno integrato, da uno Sportello per l’orientamento sui problemi della demenza e da ambulatori specialistici.

Dopo il saluto rivolto ai presenti dalla spigliata Manuela Donghi, giornalista di Radio Lombardia, è intervenuto un altro giornalista, Fabrizio Annaro.

«Oggi, senza esagerare, è una data storica per Monza solidale» è stato il suo esordio.

«Anzi, una giornata profetica, perché, quando s’incontrano solidarietà e collaborazione, si possono muovere anche le montagne» ha aggiunto, subito dopo.

«Secondo le più recenti stime, in Italia ci sono circa 200.000 afflitti da demenza» ha precisato il Direttore Scientifico Antonio Guaita «il che significa, più o meno, considerati i nuclei familiari coinvolti nelle gravi problematiche da essa derivanti, circa 700.000 / 800.000 persone in difficoltà»

Insomma, un esperimento rivoluzionario che, proprio in questa fase di avvio, ha bisogno del sostegno di tutti.

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Facendo mie le parole degli ideatori del progetto (tra i quali è da citare primo tra tutti l’educatore Marco Fumagalli)

«Tutto è progettato per consentire ai pazienti di mantenere il più a lungo possibile le proprie abitudini quotidiane e. quindi, le abilità residue, consentendo loro di muoversi il più liberamente possibile»

perché…

«I malati di Alzheimer e i loro familiari devono avere una vita migliore»

non posso che confermare che proprio questa, è la strada giusta.

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    Giusy Orofino