Goodmorning Brescia (239) – Quando nella notte bresciana… si canta in napoletano

Secondo degli appuntamenti previsti nella rassegna pensata e fortemente voluta anche quest’anno dall’Assessorato alle Politiche Giovanili e alle Pari Opportunità del Comune di Brescia a corollario del 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne: una ricorrenza istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite, tramite la risoluzione numero 54/134 del 17 dicembre 1999. A introdurlo, infatti, è la sempre attivissima Roberta Morelli, che ricorda ai numerosi spettatori che riempiono il Teatro di Cristo Re di via Fabio Filzi, rimodernato e rimesso a nuovo grazie alla collaborazione (istituzionale e personale) tra la stessa Assessora e il parroco, don Renato Baldussi, il senso e il fine della nutrita serie di eventi che per tutto il prossimo mese si succederanno in questa stessa sede.

.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Cala4-1024x588.jpg

.

Poi è il momento dello spettacolo messo in scena dalla Brenar Band.

«Dopo due anni di forzata assenza dal palcoscenico per le note cause, il mio appetito di teatro e di canto si era fatto autentica fame. Quando è arrivata la proposta di Roberta Morelli e Patrizio Pacioni di mettere in scena questo evento, dunque, non ci ho pensato due volte e ho accettato con grande entusiasmo» dice Gianni Calabrese, prima di lasciare spazio alla musica.

Il meccanismo è semplice ma efficace e funzionale: sul placo una band di sette elementi motivata e bene affiatata (l’impeccabile Maestro Francesco Di Santo al piano, Stefano Silvestri alla chitarra solista, Marco Tramontano alla chitarra ritmica, Beppe Cucchi al basso, Fabio Calabrese alla batteria e percussioni, per fiunire con le voci di Maria Malanga e Michela Scala che si affiancano a quella di Gianni Calabrese. Poi via una canzone dopo l’altra ma, tra una e l’altra, le parole di Calabrese che spiega la storia, le caratteristiche e le curiosità di quella che viene dopo. Un piccolo florilegio di osservazioni e ricordi della “via napoletana” alla canzone (chi di voi, per fare un esempio, sa che «’O sole mio» è stato cideato e composto da Giovanni Capurro ed Eduardo Di Capua a Odessa, sulla quale, in questo momento, risuonano solo le sirene degli allarmi antiaerei e lo scoppio delle bombe russe?) e del modo puramente partenopeo di considerare e omaggiare l’altra metà del cielo.

.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Cala3-898x1024.jpg

.

Insomma, questa è la canzone partenopea, ragazzi, senza trucchi e posticci, senza se e senza ma, e se si vuole goderne appieno altro non c’è da fare che abbandonarsi a essa senza remore o preconcetti

Così a «Oi Marì» segue «Santa Lucia» (cantata prima nella versione originale in napoletano, poi in quella in italiano) e l’antica Angela», ma anche le più moderne «Donna Concetta» di Pino Daniele e «Passione mediterranea» (Bizzarri/Marcucci 2003). La parte del leone, ovviamente, se la prendono i classici «Maruzzella» «Dove sta Zazzà», «Lazzarella», «Reginella» «‘A frangesa» e la travolgente «Cicerenella» per la quale, a fine spettacolo, a furor di popolo viene richiesto il bis. Senza contare la preziosa chicca dell’unica canzone le cui parole compose nientemeno che il Vate Gabriele D’Annunzio, intitolata «’A vucchella».

.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è Cala1-1024x576.jpg

.

Più del notevole afflusso di pubblico al Teatro del Cristo Re (dotato anche di comodo parcheggio riservato), più degli applausi finali (spontanei, scroscianti, prolungati e soprattutto meritati) e delle frequenti acclamazioni a scena aperta, a testimoniare la piena riuscita di questo secondo appuntamento della rassegna «Insieme contro la violenza sulle donne» il ritmare delle mani degli spettatori e l’accompagnamento delle loro voci in occasione dei pezzi più coinvolgenti.

E, con Gianni Calabrese e la sua band, appuntamento nel prossimo aprile al Teatro Santa Giulia.

.

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è leonessa.png   Bonera.2