Goodmorning Brescia (156) – Amarcord alla bresciana in salsa siciliana

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In questa occasione, visto l’argomento e… i riferimenti (dalla sempre curiosa e sapientemente divulgativa critica letteraria di Carla Boroni alla grande, prestigiosa e mai troppo rimpianta kermesse letteraria bresciana «A qualcuno piace giallo»), ho ritenuto opportuno, per questo articolo, cedere spazio a Patrizio Pacioni che di quel festival fu più volte ospite.

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I desideri che più si ricordano, che più s’imprimono nella memoria e nell’anima di un essere umano, molto spesso sono proprio i desideri inappagati. Più è grande l’ “oggetto del desiderio”, poi, più queste reminiscenze si colorano e si vestono di gala.

Ebbene, nei tristi giorni del commiato di uno dei più famosi, fantasiosi e prolifici autori italiani del XX e XXI secolo, Andrea Camilleri, è proprio il rimpianto per ciò che avrebbe potuto essere e non è stato (anche se, in diverse occasioni, mancò davvero per un soffio) l’originale chiave di lettura di cui l’attenta e sempre sagace Carla Boroni si serve per celebrare il grande scrittore scomparso.

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«Provai a farlo venire a Brescia praticamente in ogni modo e in ogni occasione che mi fu possibile farlo» ricorda Carla.

«Lo invitai in qualità di organizzatrice di una serie di incontri letterari per conto dell’Università Cattolica, della serie di appuntamenti “I lunedì del Sancarlino”, tentai, insieme con le mie compagne di avventura Magda Biglia, Sonia Mangoni e Milena Moneta in occasione di varie edizioni di “A qualcuno piace giallo” (ottenendo almeno una presenza virtuale attraverso un filmato realizzato in esclusiva per noi) e, infine, in qualità di Direttore del CTB… (ottenendo in questo caso, almeno, la non piccola “consolazione” di un’indimenticabile presenza di Luca Zingaretti» aggiunge, inframmezzando la memoria, come le è proprio, con la non arida menzione di una serie di opere che scandirono la carriera creativa di Camilleri.

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Carla Boroni, conosciuta affettuosamente e stimatissima da ormai numerose generazioni di studenti e studentesse, ha esercitato sulla vita culturale e sociale di Brescia (e tutt’ora esercita, e ci si augura che continuerà a esercitare ancora per lunghissimo tempo) una importante influenza positiva e propositiva in qualità di formatrice, divulgatrice, saggista e insegnante.

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Insomma. potete credermi: per quanto riguarda Brescia, lo stesso grande Camilleri (che di personaggi se ne intendeva parecchio) non avrebbe potuto e saputo scegliere, per ricevere l’ultimo saluto più affettuoso e suggestivo, un personaggio più indicato di lei .

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