.
«Basti dire che a Brescia gli adepti di Tersicore, musa protettrice della poesia corale e della danza, sono più dei praticanti di football» fa notare, nell’articolo apparso sul Corriere della Sera di ieri, sornione come e più di sempre, Costanzo Gatta.
.
.
Insomma. la Leonessa si rivela assai più “ballerina” di quanto si potesse sospettare.
Absit iniuria verbis, naturalmente: l’aggettivazione sia intesa in senso letterale, cioè senza alcun riferimento alla ormai incombente e incertissima consultazione elettorale che stabilirà a chi, nei prossimi anni, saranno attribuiti onori e oneri dell’amministrazione della Città.
.
.
Con passo leggero e ritmo da provetto danseur, dunque, Costanzo Gatta volteggia per le scuole di danza disseminate in tutta la città: da Carpenballet di Maurizia Camplani a Danza Laboratorio di Antonella Massussi, da Laura De Buono ad Areazione di Stefania Talia , dal Centro Danza di Orietta Davoli a Cristiana Facchini, dalla Forza e Costanza di Nadia Bussien allo Studio 76 di Alessandra Angiolani e Michela Busi, è tutto un germogliare di arabesque, brisé, cabriole, degagé (e si potrebbe andare avanti, seguendo l’ordine alfabetico, almeno fino alla “t” di tendu) .
.
Nell’intelaiatura del “pezzo”, come spesso gli accade di fare, l’articolista inserisce alcuni fili d’oro abilmente nascosti per il momentoi: l’accenno a tre giovani eccellenze bresciane che in futuro, certamente, faranno parlare di sé:
«Non a caso una ragazza di dieci anni sta sostenendo esami di ammissione alla Scala, un sedicenne è entrato fra i cadetti del Bolshoi e un terzo ha danzato con Bejart» ammicca, lasciando abilmente la questione in sospeso.
Praticamente un trailer, anzi tre trailer: scommettiamo che di queste tre giovabi eccellenze bresciane, lo scaltro Costanzo tornerà a parlarci a breve?
.
.
Bonera.2