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I sapori forti, gli odori grevi, la corruzione e la decadenza morale dei tempi più oscuri, i privilegi e la tracotante protervia dei potenti, le violenze e le prevaricazioni somministrate quotidianamente, ai più deboli (in particolare alle donne) da parte sia della nobiltà che di un clero sin troppo secolarizzato e famelico di riconoscimenti e piaceri squisitamente terreni.
Ma anche le doglie di un parto difficile, destinato a veder procrastinato a tempo indeterminato il proprio felice esito: la voglia di affermazione e di riconoscimento covata da una borghesia operosa e industriosa, ricca di denaro e per questo, all’occasione, blandita, ma tenuta pervicacemente fuori della tavola imbandita di chi conta e decide davvero.
Gli interessi spesso inconfessabili, gli intrighi, le opportune quanto fugaci alleanze e gli inestinguibili odi che legano e dividono le famiglie più in vista, la lotta serrata per la conquista del potere che non risparmia eventuali legami di amicizia e persino di sangue. Le condizioni subumane in cui si trascina l’esistenza dei poveri e la rabbia fermenta in loro.
Le figure dei protagonisti principali e di molti comprimari, sia nei moti dello spirito, nelle complesse elaborazioni dell’intelletto e nelle pulsioni della carne, sono affrescate dall’Autore con tratti essenziali ma di estrema incisività e suggestione, tanto da rimanere impressi con forza nell’immaginario del lettore.
Si ricostruisce, attraverso la narrazione di una vicenda avventurosa e avvincente, la storia di una Brescia sempre fiera, desiderosa di indipendenza e di gloria ma costretta suo malgrado, come una mandorla nello schiaccianoci, tra le mire avide di Milano e Venezia, e le smodate pretese della Roma Papale.
Attraverso le vicende di Elena Masperoni, strenuo alfiere dell’indipendenza di Santa Chiara, lo scrittore bresciano affronta il tema di una prematura, seppure sfortunata (repressa come fu da un sistema di potere irrimediabilmente e inflessibilmente maschilista) lotta di rivendicazione della dignità e dei diritti delle donne. Estrae dalla sabbia del tempo un primo seme di quell’anelito di parità di genere destinato a rimanere sacrificato, pur registrando indiscutibili ma troppo lenti progressi, fino ai nostri giorni.
Un intreccio non perfettamente aderente all’assoluta verità dei fatti ma verosimile, secondo i dettami che ispirano la narrativa espressa sotto forma di romanzo storico. Con ampio spazio, cioè, concesso al libero estrinsecarsi della fervida e suggestiva fantasia dell’Autore, senza tuttavia tradire lo spirito e la sostanza di come, con ogni probabilità, si svolsero effettivamente i fatti.
Tutto questo troverete in «L’ultima Badessa di Santa Giulia», scritto da Sergio Facchetti e pubblicato per le stampe di Edizioni Arnaldo da Brescia (su cui si ripromette di tornare a breve l’amico e collega Bonera.2 nella sua rubrica Goodmorning Brescia): un romanzo storico scritto sulla base di un’approfondita ricerca e di un’accurata ricostruzione storica che, neanche per una pagina, registra cadute di ritmo narrativo, riuscendo a catturare l’attenzione del lettore fino alla parola fine. Opportuna e ben riuscita anche l’appendice esplicativa (sia della metodica di scrittura che delle finalità prefisse con la stesura dell’opera) che, precedendo la bibliografia, conclude il libro.
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Sergio Facchetti è uno scrittore bresciano. Già alunno, presso l’università di Pavia, di Cesare Segre, ha insegnato italiano in diversi paesi e continenti del mondo: Gran Bretagna, Israele, Australia e Brasile. Alcuni dei suoi saggi linguistici sono stati raccolti nel testo «Spazi mentali. Pragmatica e testi letterari» edito da Edizioni Arnaldo da Brescia. È guida turistica quadrilingue, baritono nel coro “Luca Marenzio” e appassionato cultore di kayak. Prima di «L’ultima Badessa di Santa Giulia» ha pubblicato il romanzo «La Mina di Vicolo dell’Angelo al Carmine» ambientato nella Brescia degli anni 70.
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Titolo: L’ultima badessa di Santa Giulia
Autore: Sergio Facchetti
Editore: Arnaldo da Brescia
Anno: 2020
Pagine: 261
Prezzo: 8 €
ISBN: 978889461295
