Tre rappresentazioni nella mattinata di oggi hanno consentito a un gran numero di studenti della Scuola secondaria Giosuè Cardicci di assistere al lavoro intitolato «StKlaus & Co» ideato, scritto e diretto da Biagio Vinella, nome arcinoto ai lettori di questa rubrica.
In poche righe la trama della pièce:
Il personale dell’azienda che si occupa della consegna dei regali viene convocato in fretta in furia dalla direzione per importanti comunicazioni. così che Renne, Elfi e Gnomi si ritrovano insieme in una grande aula, ad ascoltare la voce gelida e senza tracce della minima emozione, prodotta dall’Intelligenza Artificiale.
Peccato che l’attività artigianale del vecchio Babbo Natale sia stata rilevata da una grande multinazionale che ha acquisito anche il monopolio dello smistamento-doni che caratterizzano i giorni (e le notti) di Santa Lucia e della Befana…
Peccato anche che la nuova proprietà, il cui principale, se non unico, scopo è quello di conseguire dall’attività il massimo profitto, senza nessun riguardo né per la tradizione né, tantomeno; per i propri dipendenti, intenda anticipare per quanto possibile la ristrutturazione industriale.
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Ogni attività va razionalizzata, massimizzandone l’efficienza attraverso l’introduzione di un sistema robottizzato straniante che farebbe invidia al visionario e immaginifico film Metropolis di Fritz Lang e che necessita soltanto di pochissimi addetti.
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Inevitabile, con queste premesse, che la comunicazione indirizzata ai lavoratori da parte dei vertici aziendali verta. senza possibilità alcuna di alternativa, sulla necessità di ridutìrre drasticamente i costi, in particolare quelli realtivi alla gestione del personale,
Di tutti i lavoratori, alla fine del progetto di ristrutturazion, ne dovranno rimanere soltanto tre, uno per categoria, la cui scelta, unica pelosa concessione, è demandata agli stessi dipendenti.
Una volta che i salariati vengono lasciati soli a decidere su chi dev’essere licenziato e chi invece possa rimanere in servizio, è inevitabile che spuntinoi fuori, come erbe velenose, l’individualismo e l’egoismo. La discussione si accende ma, quando scade il tempo concesso dalla proprietà, non è stato deciso nulla.
Chiedo a Biagio Vinella quale sia, esattamente, il messaggio che ha inteso trasmettere ai giovani studenti con questo snello spettacolo.
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«Un paio di concetti molto semplici» mi risponde senza la minima esitazione. «Il primo è che non tutti i cambiamenti causati dal progresso tecnologico finiscano per forza a migliorare la condizione della gente. Il secondo è che in ogni sede e in ogni circostanza è consigliabile difendersi dalla politica del “divide et impera” da sempre scaltramente utilizzata dal Potere in ogni sua espressione e manifestazione. Ed è proprio ciò che alla fine, non senza un generalizzato travaglio interiore, scelgono di fare le maestranze di renne, elfi e gnomi, ritrovando e recuperando la solidarietà perduta»
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Se l’intento è questo, beh, allora devo dire che l’obbiettivo è pienamente raggiunto. Grazie anche all’impegno dei ragazzi-attori che s’impegnano nella recitazione a fondo e con sorprendente efficacia,
Da metter in luce anche il collegamento (tramite lo scandire ritmato di slogan di annata come “Lotta dura, senza paura!” o “El pueblo unido jamàs serà vencido!“) che è richiamato nel testo tra le lotte operaie del passato e quelle che, verosimilmente, accompagneranno il travaglio del sopraggiungere di un oscuro futuro. A modo di vedere di chi scrive, anche un espediente narrativo di squisita autoironia, una sottointesa scusa alle generazioni attuali di chi, a partire dal ’68 in poi, si è messo in gioco ma senza conseguire, probabilmente, i risultati che si era prefisso.
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