In origine, chi pronunciò queste parole fu un noto condottiero romano. Ci riferiamo naturalmente a Caio Giulio Cesare, che, con questa sinteticissima frase, si riferì alla sua gloriosa campagna bellica di Gallia. Questa volta, però, i tre verbi al tempo perfetto, se proprio possiamo riferirli a qualcuno (o soprattutto a qualcosa) si abbinano perfettamente con il titolo di un dramma, per la precisione «Diciannove + Uno» di Patrizio Pacioni.
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Il 16 febbraio 1962 la motonave Hedia (4300 tonnellate di stazza, iscritta al registro navale panamense per la Compania Naviera General S.A. e battente bandiera liberiana – costruita nel 1915 ma accuratamente revisionata poco prima della tragedia), parte per il suo ultimo viaggio.
Salpata da Venezia, effettua uno scalo a Ravenna, per caricare concimi chimici, poi una lunga navigazione fino a Burriana, in Spagna, dove attracca il 5 marzo e scarica la stiva.
Comincia il viaggio di ritorno. Il 10 marzo scalo a Casablanca, dove s’imbarcano quattromila tonnellate di fosfati destinati a un committente di Venezia. Dopo di che….
Dopo di che, semplicemente, scompare nel nulla, presumibilmente mentre è in navigazione al largo delle coste della Tunisia, nei pressi dell’isola di La Galite.
Segue una serie sconcertante di notizie vere e false, di smentite, di fugaci speranze che inevitabilmente sfociano in cocenti delusioni. Fatto sta che passano i giorni e del destino della Hedia non se ne sa niente. Congiunti e amici degli scomparsi, alla ricerca di notizie sulla sorte dei propri cari, vanno a sbattere contro un vero e proprio muro di gomma: scarso impegno nelle ricerche della nave, incomprensibili e ingiustificabili reticenze e fin troppo palesi depistaggi.
Una cortina di fumo e di silenzio all’interno della quale, purtroppo, si nasconde anche il Governo Italiano.
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Il testo (vincitore di importanti concorsi di drammaturgia) è stato portato in palcoscenico in due versioni: la prima, andata in scena per opera della Compagnia Stabile Assai nel 2016 con un allestimento tradizionale e un cast di ben quindici attori; la seconda, due anni più tardi, per opera della compagnia Teatro Studio (in coproduzione con Ombre di Platone ETS), con una nuova (e originalissima) versione in cui il numero degli interpreti è stato ridotto a tre, di cui due (Carlo Hasan e Lorenzo Trombini) anche responsabili della riduzione teatrale e ideatori delle scenografie.
Venendo finalmente all’evento che ha ispirato questo articolo, vale a dire alla cerimonia di premiazione del Primo Concorso Teatrale Regionale della Lombardia, Premio Sipario, che si è svolta sabato scorso 2 aprile presso il Cine Teatro Don Bosco di Carugate, premetto, prima di ogni altra cosa, che si è trattato della degna conclusione di una manifestazione di ottimo livello e di straordinario successo, nonostante le difficoltà create (anche e particolarmente) alla gente di Teatro): curata in ogni dettaglio, condotta da Danilo Lamperti con professionale disinvoltura e brio, arricchita e vivacizzata dagli interventi del duo comico Papu, si è rivelata un godibilissimo appuntamento per i tanti spettatori che ne gremivano la platea.
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Questi i riconoscimenti assegnati al dramma scritto da Patrizio, presente in sala insieme a Carlo Hasan e a Giusy Orofino, nipote di uno dei marinai coinvolti nella tragica scomparsa della nave nelle acque del Mediterraneo:
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Migliore scenografia: APS TEATRO STUDIO – Diciannove + Uno
Pochi significativi elementi scenografici sfruttati in tutte le loro potenzialità riescono a rendere realisticamente la tridimensionalità della storia raccontata dando allo spettatore l’idea di essere nei luoghi rappresentati
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Miglior attrice non protagonista: FABRIZIA BOFFELLI – APS Teatro Studio – Diciannove + Uno
In uno spettacolo complesso ben tenuto da tutto il cast, trasmette senza sbavature il dramma della lontananza nei ruoli di madre e moglie, interpretati con toccante intensità.
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Miglior spettacolo provinciale (Prov. BRESCIA) – Menzione per APS Teatro Studio – Diciannove + Uno
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Ecco. Più sotto troverete alcune informazioni sullo straordinario Gruppo Teatro Tempo, sagace ideatore e impeccabile organizzatore di questa eccezionale kermesse, nonché sui vincitori dei principali premi asegnati.
Appuntamento al Premio Sipario numero due, allora!
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GuittoMatto
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