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Alla scoperta di un angolo d’arte defilato ma straordinario. Un elegantissimo patchwork di spazi verdi, richiami classici rielaborati alla luce di concezoni architettoniche moderne, angoli propizi alla riflessione, suggestivi alternarsi di luci e ombre, di stili di arredo, di espressioni pittoriche. Il tutto concentrato in una villa costruita, nel 1986, a pochi chilometri da Brescia, in quella prima propaggine prossima a Cellatica della Franciacorta , regno della vite e del vino di grandissima qualità.
La Villa (ora Casa Museo – sede e centro culturale della Fondazione Paolo e Carolina Zani) la cui costruzione risale al 1976, riprende il modello della domus romana, scandita lungo undici ambienti imperniati attorno alla vasca quadrangolare centrale, un impluvium. Al suo interno sono custodite ed esposte più di 800 opere di straordinaria bellezza tra cui spiccano dipinti di Canaletto, Tiepolo e Guardi accanto a preziosi arredi barocchi e rococò e oggetti di arte applicata del XVII e XVIII secolo, soprattutto di area francese e veneziana.
Di raccogliere questo autentico tesoro dell’Arte, ora a disposizione di studiosi e appassionati d’arte si è occupato Paolo Zani, alacre imprendotore e indefesso collezionista, scomparso ahimé da qualche anno, nel corso di trent’anni di ricerca e acquisizione di opere di assoluta eccellenza e di grande significato storico oltre che artistico.
L’edificio è circondato da un sontuoso e curatissimo giardino, guarnito di superbe fontane, che ne costituisce il vestibolo ideale.
Condotti attraverso questo percorso da sogno dalla cordialissima e preparatissima “guida” Annalisa Bertacchini, sempre pronta a fornire tutte le spiegazoni e gli approfondimenti che le vengono richiesti, io e i miei compagni di gruppo ci siamo trovati presto completamente calati nel vivo di uno stranissimo (e per questo ancora più affascinante) museo che ancora conserva il ricordo vivo e pulsante di chi con amore ha saputo assemblare tanta bellezza e viverla, praticamente, fino all’ultimo respiro.
Inevitabile, in assenza della tradizionale museizzazione dettata da teche e targhe, transitando per la camera da pranzo, accanto all’ineguagliabile tavola riccamente imbandita, immaginare il proprietario, i suoi cari e i suoi amici intenti a desinare isieme, fino a solo pochissimi anni fa. Avere la visione, nella camera da letto patronale, di lenzuola mosse dal sonno notturno, di un paio di pantofole, di un libro riposto su uno degli antichi comodini.
Sentire, sulla propria pelle, il respiro della Storia emanata e proiettata da quei mobili, costruiti e assemblati da mani di artigiani eccelsi, che la Storia hanno attraversato per arrivare fino a oggi. L’irradiazione potente degli intarsi, dei quadri, dei mosaici e delle sculture di meravigliosa fattura, frutto della fantasia di alcuni dei più grandi esponenti delle rispettive discipline.
Infine, per staccarsi meno traumaticamente da questo autentico e rigenerante bagno di Bellezza, alla fine della visita, è possibile (e piacevole) una breve sosta alla caffetteria e al bookshop che permetta di decantare il ritorno alla realtà più banale che aspetta ciascuno di noi nella quotidianità di ogni giorno.
Ricordo che la visita guidata attraverso la quale mi sono ritrovato ad assaporare questa autentica prelibatezza dell’anima, una delle tante che con successo vengono effetuate nella villa, in questa occasione è stata prenotata attraverso l’ “Arnaldo da Brescia” , un’ associazione culturale (battezzata con il nome del monaco anticonvenzionale e ribelle vissuto nel dodicesimo secolo e presieduta da Sandra Morelli) fondata oltre trent’anni orsono (1986) promotrice e organizzatrice di una grande quantità di iniziative. Il suo principale scopo sociale è la promozione e la valorizzazione (non solo a fini turistici) delle antiche tradizioni, dei beni culturali, delle bellezze naturali e degli anditi storici presenti in Brescia e dintorni.
Per chiudere questo articolo, infine, un consiglio schietto e spassionato: visitate la Casa Museo Paolo e Carolina Zani al più presto anche voi! Magari approfittando della momentanea ospitalità data a madama Cleopatra Barberini e a questo ormai prossimo e ghiotto appuntamento:
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