.
..
C’è sempre, per tutti, quella che si dice “una prima volta”.
Bene, per me è arrivata la prima volta di recensire un “giallomondadori”, e devo dire che non poteva esserci occasione più propizia di questa, seguita alla lettura di «Le notti della luna rossa» di Enrico Luceri.
Il lavoro dello scrittore romano (da annoverare tra i massimi esponenti italiani della narrativa di genere), conferma ancora una volta la volontà e la capacità dello stesso di riaffermare e valorizzare i canoni tradizionali del giallo classico. Una trama intricata, che parte da un avvelenamento di una donna in un palazzo della borghesia napoletana, maldestramente mascherato da suicidio. L’indagine, condotta dal commissario Bonocore (tabagista pentito e illustratore mancato) e dai suoi collaboratori, prima tra tutti la problematica ispettore capo Angela Garzya, si presenta da subito assai intricata e problematica: chi più, chi meno, tutti gli inquilini dell’inquietante condominio, a partire dallo stesso marito della vittima (cantante melodico al tramonto di una non brillantissima carriera musicale) nascondono qualcosa. Tra l’altro, a complicare ancora di più la questione, il fatto che il primo omicidio (e quelli che seguiranno, visto che, come spesso capita, la perla nera tende a trasformarsi in collana) affonda le radici nei meandri di un oscuro passato.
.
.
Scrive bene, Luceri, e questa non è certo una novità. Conosce tempi e ritmi, sa da dove parte e sa ancora meglio dove vuole arrivare e dove vuole che arrivi il lettore. Dialoghi serrati, attento studio di tutti i personaggi del giallo (compresi quelli cosiddetti “minori”), astuti e centellinati passaggi al lettore di notizie utili all’individuazione della sfuggente verità, intermezzi che, nell’ambito di un sapiente crescendo di suspense, alleggeriscono la tensione con accorti passaggi sul personale e sul privato dei protagonisti (ai quali vengono conferiti così rilievo e profondità), siano essi inquirenti o indagati.
Insomma, duecento pagine da leggere tutte d’un fiato, senza distrarsi troppo, però. Chissà, magari potrebbe approfittare della vostra distrazione il vicino di pianerottolo che sta sempre lì a fissarvim quando salite insieme in acsnesore, oppure quello del piano superiore, con le sue strane abitudini, per non parlare del proprietario della mansarda che esce di casa solo di notte…
Già. Chissà cosa davvero passa per la mente di certi coinquilini?
.
Enrico Luceri, romano, laureato in ingegneria, ha scritto romanzi, racconti, saggi, articoli, soggetti e scenegguiature cinematografiche- Fra le sue pubblicazioni, i romanzi: Il mio volto è uno specchio (Giallo Mondadori 2967), vincitore nel 2008 del Premio Tedeschi, Buio come una cantina chiusa (Giallo Mondadori 3082), Le colpe dei figli (Giallo Mondadori 3126) e L’ora più buia della notte (Giallo Mondadori 3162); i racconti Donne al buio nell’antologia Delitti in giallo (Giallo Mondadori extra n. 23) e Il miglior perdono è la vendetta (I classici del giallo 1329) e diversi articoli pubblicati in appendice alla collana I Clasici del giallo tra il 2009 e il 2011. Con Delos Crime (2016) ha pubblicato il romanzo breve Punto improprio, dal quale il drammaturgo Patrizio Pacioni ha tratto l’omonimo dramma (vincitore del prestigioso concorso Tragos intitolato alla memoria di Ernesto Calindri) la cui messa in scena (per la regia di Fabio Maccarinelli e l’interpretazione di Andrea Moltisanti e Cecilia Botturi) è programmata nel corso della prossima primavera.
Il Lettore