Una banda di utopisti sognatori in una terra bella e severa.

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«San Lupo e la rivoluzione che non fu» è un documentario nato da un’idea di Bruno Tomasiello, prodotto da Filmika e realizzzato dalla Comunità di San Lupo con il patrocinio dell’Università degli Studi del Sannio, in occasione del centoquarantesimo anniversario  del tentativo insurrezionale opera della cosiddetta Banda del Matese, nel 1877.

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L’appassionante quanto dettagliata e documentata ricostruzione storica è corredata dalle immagini filmate di una terra bellissima ma restia a regalare i propri tesori. Una terra aspra e dura, alla quale le sementi faticano ad attecchire, e i cui frutti peraltro abbondanti e squisiti debbono essere strappati con la forza delle braccia e il sudore delle fronti.

Una terra austera come i suoi figli e i muri delle case piantate nella pietra e abbarbicate ai colli, a volte arcigna, insomma, ma estremamente generosa con i propri figli e con coloro che sinceramente la amano.

Una terra ricca di tradizioni tramandate di generazione in generazione, dove i fagioli si piantano come accadeva secoli addietro, facendoli arrampicare sulle canne, dove s’intrecciano i vimini con la perizia artigiana di altri tempi, dove ancora risuonano le stesse musiche e le stesse ballate, dove ancora si raccontano storie che vengono dalla notte dei tempi, come la leggenda delle Ianare e come, più vicino a noi nel tempo, la leggendaria rivoluzione mancata della Banda del Matese, la banda degli anarchici sognatori.

Con la guida ideale di un bimbo che corre nel cuore spensierato nei luoghi che furono teatro di quei memorabili quanto straordinari eventi, con il  rispetto e la simpatia che spetta per diritto a chi, a torto o a ragione, si batté per la creazione di una patria di liberi e di uguali, nel filmato è riportata con dovizia di particolari la vicenda del manipolo di irriducibili utopisti guidati da Carlo Cafiero ed Errico Malatesta che, dopo avere inizialmente pensato al Cilento come teatro della propria temeraria azione rivoluzionaria, avevano deciso di attuare la stessa nel beneventano.

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Il loro principale obbiettivo era quello di indicare una strada che il popolo e i contadini avrebbero poi dovuto percorrer autonomamente: con la premessa che «Senza padroni non ci sta chi è sotto» le loro scarne ma quanto mai significative indicazioni furono: «I fucili e le scuri ve le abbiamo portate e fornite noi, i coltelli ce li avevate già: se volete fare, fate, altrimenti sarete voi a essere fottuti». Anche se, come disse Pietro Cesare Ceccarelli, un altro degli insorti: «I fatti dimostrarono quanto eravamo lontani dal vero»

Ad arricchire il tutto, un suggestivo sottofondo musicale, istantanee da cartolina, immagini della mostra permanente dei giornali che, all’epoca, si occuparono della tentata rivoluzione, allestita presso una grande stanza del Comune di Letino, riflessioni di artigiani legati alle antiche tradizioni, di scrittori ispirati dalla vicenda dell’insurrezione anarchica (ai quali, pur non citato nel filmato, è da annoverarsi anche Patrizio Pacioni con i dramma «Fratelli di sangue» del 2014, che si è aggiudicato importanti riconoscimenti), di studiosi in grado di allargare e meglio definire il quadro storico…

…insomma, un’opera interessante, ben strutturata e ottimamente realizzata, che vi consiglio di vedere quanto prima potrete. Disponibile su RAI PLAY, esattamente qui:

https://www.raiplay.it/video/2021/11/San-Lupo-e-la-rivoluzione-che-non-fu-17613696-59a7-4a50-b038-457602a097a7.html

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è ValerioVairo4.jpg   Valerio Vairo