Il gioiello saraceno, la Bellezza e le case a 1 €

Niente a che vedere con la pianta del sambuco né, tantomeno, con il noto liquore che tanto andò di moda negli anni ’70 e ’80: la Sambuca, (che dal sambuco appunto prende origine e nome), imbottigliata, fortemente pubblicizzata e commercializzata nella seconda metà del secolo scorso da un’azienda di Civitavecchia che proprio su questa produzione costruì le proprie fortune e che ancora l’annovera come prodotto di punta consumato e apprezzato in tutto il mondo.

No, Sambuca di Sicilia, comune in provincia di Agrigento, autentica perla incastonata in quella valle del Belice scossa e ferita quasi a morte dal violentissimo terremoto del gennaio 1968, prende il nome nientemeno che da un emiro arabo (Al Zabut) che in quel luogo aveva edificato un castello più di un secolo prima del fatidico -quanto temuto dagli immancabili profeti di sventura dell’epoca- “Anno 1000”.

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Un posto carico di suggestioni e di arcaici richiami alla storia plurisecolare, multiculturale e multietnica della Sicilia, fatto di chiese, di palazzi nobiliari di varie epoche, persino di un piccolo antichissimo quartiere moresco in qualche modo simile, nelle atmosfere evocate, al più famoso El Albaicin di Granada, prossimo alla sontuosa Alhambra.

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«La bellezza salverà il mondo» proclama Fëdor Michajlovič Dostoevskij attraverso il personaggio del principe Miškin, nella straordinaria opera intitolata L’idiota. Peccato che, a volte, la Bellezza (e vi assicuro che a Sambuca ce n’è davvero tanta, resa ancora più preziosa dalla tradizionale quanto squisita ospitalità sicula) da sola non basti. Ci vogliono anche idee nuove (e soprattutto innovative!), un po’ di scaltrezza e, soprattutto, una costruttiva fantasia.

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È così che, nonostante i suoi tesori artistici, culturali e letterari (Sambuca diede i natali allo scrittore Emanuele Navarro della Miraglia, coevo esponente del verismo italiano di cui Verga, Capuana e altri illustri scrittori si fecero alfieri e, al tempo stesso, precursore di altro), a un certo punto i sambucesi più illuminati e avveduti si resero conto di qualcosa di molto importante: anche il loro meraviglioso borgo (“Borgo dei Borghi” d’Italia 2016, e scusate se è poco) non solo si teneva in pancia un gran numero di edifici lesionati dal terremoto e ancora da ristrutturare, ma si stava anche lentamente ma inesorabilmente spopolando.

Bisognava fare qualcosa, e presto. Sì, ma cosa?

Cosa si è fatto (e si continua a fare) cominciano a spiegarmelo al bar-pasticceria Caruso (famoso per il tipico e prelibato dolce strettamente sambucese Minni di Virgini, ideato e creato nell’ormai lontano 1725, in occasione del matrimonio del Marchese Pietro Beccadelli con Donna Mariana Gravina, due dei tanti che sono arrivati a Sambuca di Sicilia su sollecitazione di una singolare iniziativa ideata dall’amministrazione locale.

«Vivo in Calabria e, in cerca di una nuova abitazione, sono venuto a conoscenza lella campagna di vendita di alloggi nelle disponibilità del Comune alla cifra simbolica di un euro, con la sola condizione dell’obbligo di un’adeguata ristrutturazione entro un triennio dall’acquisto» mi racconta Domenico Cicciò. «In realtà, andata esaurita la prima tranche e anche la seconda (denominata “Case a 2 euro”, e presto partirà anche “Case a 3 euro”) sono state messi in vendita per cifre logicamente superiori ma comunque decisamente inferiori ai prezzi di mercato, anche altri immobili in condizioni tali da necessitare di lavori edili di minore portata» mi spiega subito dopo.

«Per quanto mi riguarda, invece, a portarmi qui sono stati alcuni miei amici di Varese che già avevano fruito dell’offerta di acquisto immobili, dichiarandosi felici della scelta operata. Appena qui mi sono potuta rendere conto di persona di quanto effettivamente fosse suggestivo e ricco di tradizioni e di storia questo angolo della Sicilia, di quanto fosse ricca l’offerta gastromica, al centro di una zona di eccellenti coltivazioni di uva e ulivi e soprattutto… della straordinara accoglienza da parte dei sambucesi» dice Sabrina De Toni.

«La maggior parte degli immobili oggetto dell’iniziativa erano stati acquisiti dal Comune in quanto seriamente lesionati dalla violenta scossa tellurica del 1968, in cambio di terreni espropriati in altra parte del territorio e di contributi per l’edificazione di nuovi edifici da parte degli sfrattati dal terremoto» riprende Domenico.

Per completare il quadro della situazione, ecco quanto dichiarato da due influenti esponenti della comunità locale.

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«L’operazione ha riscontrato un successo persino imprevedibile, con il passaggio di proprietà di oltre duecento abitazioni (di cui circa trenta al prezzo simbolico di 1/2 €) che, oltre a ripopolare il paese, hanno favorito il lavoro delle imprese locali. Attualmente la maggior parte dei nuovi sambucesi -circa centottanta nuovi insediamenti- vede al primo posto esponenti del paese con la bandiera a stelle e strisce. Dopo di loro belgi, svizzeri e lituani. Per rendere ancora più appetibile la presenza a Sambuca, si è ampliata l’offerta di impianti sportivi (tennis e padel) e restaurato il bel teatro comunale che conta circa 250 posti disponibili. Senza contare il mare (e che mare!) che è a soli venti km di distanza!», dichiara con palese soddisfazione l’architetto Giuseppe Cacioppo, il brillante e dinamico vice sindaco.

Un intervento che non poteva mancare è quella della Banca di Credito Cooperativo di Sambuca di Sicilia, dal dicembre 2018, a seguito di un processo di fusione per incorporazione, divenuta Banca Sicana Credito Cooperativo di Sommatino, Serradifalco e Sambuca di Sicilia. Il dottor Ennio Gagliano, uomo di banca e di molteplici quanto vasti interessi culturali, ricorda come la Banca Sicana si sia sempre mossa attivamente per il sostegno e la promozione di tutte le attività economiche presenti in zona, proponendo non solo soluzioni creditizie, ma anche ingegnose ipotesi di marketing turistico. A parte diremo dell’appoggio non solo logistico fornito a tutte le attività locali di tipo culturale da questo istituto e, in particolare, del recupero e della valorizzazione della figura e delle opere del già citato scrittore Emanuele Navarro della Miraglia (anche attraverso l’accoglienza negli storici locali della sede di Corso Umberto I 111 della preziosa biblioteca dello scrittore e della sua famiglia, ricca di edizioni di grande interesse, rare se non del tutto introvabili altrove) nonché dell’organizzazione (ideata e curata dal professor Vincenzo Randazzo con il patronage del locale Lions) del prestigioso premio a esso intitolato.

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è ValerioVairo4.jpg    Valerio Vairo