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La storia:
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La timida, insicura e (troppo) paffuta dodicenne Gwendy Peterson non ha un’adolescenza facile. Per dimagrire, sfuggendo così alle malevole attenzioni dei giovani bulli che con irridenti soprannomi la mettono in ridicolo con le amiche, ogni giorno sale la lunga scala che porta in cima a un’altura che sovrasta Castle Rock, la piccola cittadina in cui vive. Si chiama “la Scala del Suicidio” e non è stata battezzata così solo per un capriccio o per un caso.
Nel corso di uno di questi allenamenti, fa la conoscenza del misterioso e inquietante Mr. Farris, che le consegna una molto particolare scatola di lucidissimo mogano: un apparato prodigioso che non solo produce in continuazione, come per magia, cioccolatini e antiche, rare e preziose monete d’argento, ma conferisce al suo possessore (al suo custode) poteri straordinari e terribili responsabilità.
Ci sono leve e pulsanti di diversi colori: alcuni si possono spingere tranquillamente, altri, invece…
Contenuti, spunti e riflessioni
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Che si tratti di un pagliaccio («It»), di un negozio di oggettistica stipato di giochi e curiosità di modernariato («Cose preziose»), di uno spettacolare modellino elettrificato («Revival») oppure di una scatola dei bottoni («La scatola dei bottoni di Gwendy», appunto) ciò che attira l’interesse dei bambini e dei “semplici di cuore”, nella narrazione di Stephen King può risultare molto attrattivo ma anche molto pericoloso.
Ci dev’essere un giacimento di desideri frustrati e paure infantili, nel “magazzino creativo” del grande scrittore del Maine, una cantina buia nella quale, al momento di cominciare una nuova opera, si cala, riluttante, timoroso ed eccitato quanto può esserlo un fanciullo che si deve arrampicare sulla scala scricchiolante che porta in soffitta.
A ben vedere il messaggio è sempre lo stesso, declinato in modi diversi grazie all’infinita fantasia e alla sopraffina tecnica di scrittura del Re: ciò che appare estremamente attrattivo, molto spesso, nasconde insidie inaspettate e spesso drammatiche. La tentazione di riuscire a cambiare il normale corso della vita, a superare le inevitabili difficoltà che costellano il cammino terreno, con artifici che prescindono dalle possibilità dell’individuo, che vadano oltre le sue capacità fisiche e mentali, in poche parole di mettersi in competizione con Dio (o con Satana) non costituisce quasi mai la scelta migliore.
Un’idea e una suggestione, insomma, simili a quelle che sopinsero, a suo tempo, tipi come Johann Wolfgang Goethe, Oscar Wilde e Robert Louis Stevenson a scrivere tre capolavori della letteratura mondiale che rispondono ai titoli di «Il ritratto di Dorian Gray», «Faust» e «Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde».
Un interrogativo non nuovo ma, privo com’è e come per sempre rimarrà, di soluzioni logiche e/o empiricamente dimostrabili, destinato ad accompagnare, per quanto lungo potrà essere, il difficile e spesso affannoso procedere dell’umanità.
Perché ci sarà sempre una farfalla, in qualche angolo del mondo, in grado di provocare un uragano dall’altra parte del pianeta.
E, per dirla proprio con le parole del Dottor Faust, «La lotta tra Dio e il demonio è la battaglia dei vizi e delle virtudi».
La più importante di tutte, la “Madre” di ogni altra, perché è dentro ciascuno di noi che, aspramente, si combatte ogni giorno.
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.Gli autori:
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Titolo: La scatola dei bottoni di Gwendy
Autori: Stephen King e Richard Chizmar
Editore: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Anno: 2018
Pagine: 240
Prezzo: € 17,90
EAN: 9788820064334