Da San Giovanni di Polaveno il teatro giovane batte un (bel) colpo

   

Lo spettacolo è il racconto evocativo di un femminicidio ispirato al giovanissimo drammaturgo e ai suoi compagni di avventura dall’uccisione da parte del marito, a Niardo (Valcamonica), della professoressa Gloria Trematerra, insegnante presso il liceo di Breno. Una storia che ha segnato duramente la realtà locale e che ha spinto tre giovani a esprimere il problema con il linguaggio del teatro; poca narrazione, molta evocazione: uno spettacolo di Teatro Civile teso a indagare in profondità la concreta realtà delle violenze domestiche sulle donne.

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La prima volta che ho assistito a “… però Ti amo” è stato, all’incirca, in questo stesso periodo del 2015.

Ne scrissi in termini estremamente positivi ma, a seguito del proditorio attacco di hacker che poco tempo dopo devastò e distrusse circa quindici anni del sito di Pacioni e oltre cinque di questo stesso blog, il post andò perduto, insieme a centinaia di altri.

Così, visto che domenica 16 ottobre è andata in scena una nuova replica nella sala teatrale dell’ex scuola materna di S. Giovanni di Polaveno, in un evento pensato e organizzato da Giusy Orofino, con la partecipazione di Patrizio Pacioni, dell’assistente sociale Chiara Ricci e della psicologa Federica Nana, non mi sono lasciato sfuggire l’occasione per andarlo a rivedere e colmare un altro buco rimasto nel web.

   

Cominciamo con il dire che a distanza di un anno, come ha spiegato prima dell’inizio della rappresentazione la direttrice artistica di Altatiater, Tiziana Salvini, la rappresentazione del dramma di Alecs Manea ha subito un’evoluzione senz’altro positiva.

Più matura (com’è normale che sia, vista la giovanissima età degli attori) l’interpretazione di Alecs Manea e Donatella D’Apollo.

  

  

Più completa e suggestiva la struttura drammatica, con l’introduzione della proiezione di un suggestivo filmato e l’intervento del magico piano di Elena Quaglia.

Alla rappresentazione è seguito un vivace dibattito, completato da molteplici interventi da parte del pubblico che gremiva la sala al limite della capienza, nel corso del quale, con l’attenta conduzione di Giusy Orofino, lo scrittore romano ha effettuato una veloce ma stimolante disamina della presenza femminile nella storia del teatro e le due “esperte” hanno dispensato spiegazioni e consigli in merito alla natura, gli effetti e la gestione della violenza perpetrata contro le donne.

 

Il saluto finale, salutato da convintissimi applausi, è stata la lettura da parte dell’attore Massimo Pedrotti di un suggestivo brano scritto da William Shakespeare.

 

   GuittoMatto