Goodmorning Brescia (113) – Interrogato, il Castello si rifiuta di rispondere

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Insomma, sembra che ci sia uno studioso belga, tale Ferdy Hermes Barbon, eminente glittografo nonché segretario dell’Ateneo di Treviso, che ha esaminato in compagnia della castellologa Giusi Villari, pietra per pietra, le mura dell’amata fortezza che, dall’alto veglia su Brescia.

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Circostanza non spettacolare, ma che non poteva certo sfuggire a un tipo come Costanzo Gatta che, come tutti ormai sanno perfettamente, non solo a Brescia, oltre a essere un eccellente giornalista, è anche curioso come una scimmia.

Dopo averci spiegato che cos’è la

glit|to|gra|fì|a   comp. di glitto- e -grafia, cfr. fr. glyptographie

ovvero la

glìt|ti|ca  der. di glittico, cfr. fr. glyptique – arte tecnica dell’intaglio e dell’incisione di gemme e pietre dure | studio e descrizione delle pietre preziose intagliate

Costanzo Gatta ci racconta dell’impegno profuso dallo studioso nella ricerca di marchi e segni che possano svelare dettagli ignoti di una storia pluricentenaria, cogliendo la ghiotta opportunità di rinfrescare ricordi storici e di costumi dell’epoca andata di grande interesse.

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Compiacendosi un po’  allorché, quando riferisce della vanità degli sforzi profusi dal pur valente sessantottenne belga esperto «di fenomeni energetici e bio-energetici» nonché appasionato professionale di simbolismo medievale: tutto sommato, leggendo tra le righe, che il Castello difenda ancora tenacemente i suoi più intimi segreti, non dispiace poi molto.

Né a lui… nè a noi!

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   Bonera.2