Ex Libris (45) – «Scripta manent», ovvero i tesori sepolti sono i più preziosi!

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La trama:

L’innesco di questa storia nera, anzi nerissima, è costituito dalla rivalità (in parte autentica, in parte costruita a bella posta dagli apparati pubblicitari caratteristici delle grandi case editrici) tra due scrittori: uno è il colto Corrado De Angelis, cardiochirurgo dalla brillante fantasia e dalla penna elegante, autore di thriller di successo, l’altro il comico Roberto Palmieri, personaggio fuori dalle righe e piuttosto grezzo opinionista laureato (come si dice ormai comunemente) frequentando l’ università della vita. sono acerrimi rivali di penna. In seguito alla rissosa partecipazione dei due a un popolare talk show, i due scrittori si sfidano in diretta, firmando un contratto che prevede la pubblicazione in contemporanea dei loro due nuovi lavori: una autentca sfida all’ultimo sangue che decreterà chi venderà più copie. All’improvviso, proprio all’uscita degli studi televisivi, uno dei due sembra scomparire nel nulla e prende il via una serie di rapimenti che sembrano ricordare molto da vicino le imprese criminali narrate nella serie dei thriller di De Angelis.

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La lettura:

Un intreccio complesso, studiato e narrato con il ritmo serrato e incalzante che contraddistingue le opere di Paola Barbato. Una incursione tra i (molti) vizi e le (poche) virtù che caratterizzano il mondo dell’editoria contemporanea. La scrittura che, in linea con la riconosciuta e sapiente abilità di sceneggiatrice dell’Autrice, lavora sulle pagine del libro costruendo, pagina dopo pagina, un intrigante affresco in 3D. La familiarità con alcune delle maschere che, nel solco della costruzione della tragedia greca, dunque mai scontate, né banalmente ripetitive. Una collaudata mise en place che si trasforma in una bizzarra sintonia capace non solo di coinvolgere i neofiti, ma di riservare, per l’ennesima volta, ai lettori più affezionati, quell’accogliente abbraccio che si riserva ai vecchi compagni di avventura (anche se in questo caso si tratta sostanzialmente di mostri). Consolidando, con questi ultimi, uno strano senso di appartenenza e di perversa familiarità con le debolezze, le nevrosi e le tendenze criminali che caratterizzano, in più o meno larga misura, quasi tutti i protagonisti della storia.

Ci sono perdenti nati che, alla fine, sono i soli che, sostanzialmente, finiscono per vincere, ancghe se si tratta di affermazioni molto amare. C’è l’omone guasto come una mela marcia, che nel far male al prossimo gode quasi quanto nel farlo a se stesso.

E c’è ancora lei, sì, cambia il nome, cambia il mestiere, ma si riconosce a prima vista: la donna goffa, intelligente, forse fin troppo, piena com’è di pensieri spaventosi e di tarli mentali: fisicamente goffa, bruttina, forse, ma paradossalmente sensuale proprio nelle tenebre che avvolgono la propria anima e la propria mente.

E ci sono quei preziosi, continui, bruschi, inattesi passaggi di inquadratura e prospettiva che costringono il lettore medio, a inserire un segnalibro tra le pagine e tornare indietro, per riprendere segnali e indizi così abilmente nascosti da risultare difficilissimi da individuare e decifrare.

E c’è, sempre, un finale mozzafiato, che tutto spiega ma niente risolve. Soprattutto, c’è la nera e magistrale magia narrativa di Paola Barbato.

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L’Autrice:

Libri di Paola Barbato

Gardesana (di Desenzano) classe 1971, Paola Barbato è una nota sceneggiatrice di fumetti, tra le “colonne” della testata Dylan Dog (l’indagatore dell’incubo creato da Tiziano Sclavi), per cui ha curato molti numeri, alcuni dei quali di grande importanza per lo sviluppo della serie. Nel 2006 pubblica per le stampe di Rizzoli, il primo romanzo thriller, «Bilico». Seguono nel 2008, «Mani nude» (vincitore del prestigioso Premio Scerbanenco), e  Premio Scerbanenco e, nel 2010, «Il filo rosso» (entrambi ancora con Rizzoli). Segue un lungo silenzio (che fece soffrire non poco i suoi numerosissimi e convinti estimatori, in seguito a motivazioni che risultano in parte spiegate all’interno della recensione che avete appena letto) fino all’arrivo della trilogia  «Non ti faccio niente» (2017), «Io so chi sei» (2018) e «Zoo» (2019), tutti editi da Edizioni Piemme. Arriva poi il libro per ragazzi «Il ritornante» (Piemme 2019) e «L’ ultimo ospite» (Piemme 2021). Ha anche lavorato per la televisione (la fiction «Nel nome del male» con Fabrizio Bentivoglio, mandata in onda da Sky nel 2009). Paola Barbato è molto sensibile alle problematiche sociali e civili e amante degli animali (che non mancano mai nella sua casa).

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P.S.

Questo romanzo avrebbe dovuto essere pubblicato in Italia nel 2013, dopo “Il filo rosso”. Rizzoli, invece, decise di non farlo e, in seguito a tale scelta editoriale, il contratto si rescisse. Tre anni dopo Paola Barbato lo affidò a un’amica francese di professione editor. Uscito oltrelpe nel 2017, ha dovuto attendere ancora quattro anni prima di apparire negli scaffali delle librerie italiane.

Quello che proprio non mi è riuscito di capire, a lettura ultimata. è come sia possibile che un romanzo del genere, ben scritto, ben congegnato, serrato, appassionante come pochi, assolutamente singolare nella descrizione corrosiva -come già detto- di un certo ambiente editoriale, possa avere tardato così tanto tempo a comparire sugli scaffali delle librerie nazionali.

E chissà quanti altri ce ne sono, che dormono sulle scrivanie o nei cassetti di certi responsabiloni editoriali che (e faccio uno sforzo per essere il più possibile moderato), dimostrano, con ogni evidenza, di non saper fare il proprio mestiere.

O di non volerlo fare, il che sarebbe infinitamente peggio.

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Titolo: Scripta manent
Autore: Paola Barbato
Editore: ‎ Piemme – Collana Picwick
Data di pubblicazione: luglio 2021
Pagine‏: ‎ 409
Prezzo: € 10,90
ISBN-10: ‎ 8855446940
ISBN-13: ‎ 978-8855446945

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