Cardona

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Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.

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Senza dubbio il titolo vi avrà  ricordato un  vecchio tormentone di Jannacci che parlava delle difficoltà dei cantanti in sala di registrazione, ma era anche metafora della necessità di vivere nel reale per fare le cose nel modo giusto.

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Qui l’orecchio di cui si vuole parlare non è metafora, ma  è proprio lui, quell’organo, anzi apparato, che ci serve per sentire e non solo.

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E questa volta l’ovvietà non percepita ve la “urlo” subito: l’orecchio, questo organo così trascurato, che sta lì, buonino buonino, per gran parte della nostra vita, è dei 5 sensi forse il più importante, in qualche modo ancor più della vista.

È che a lui non ci si pensa mai, se non quando fa male o è tappato oppure quando c’è un significativo calo dell’udito.

Il suo ruolo lo si dà per scontato. C’è. Punto.

Si va regolarmente dal cardiologo, per controllare il cuore.

Si va regolarmente dall’oculista, per controllare la vista.

Si va regolarmente…

Dall’otorino, invece, si va solo quando il “nostro silenzioso senso” si fa sentire o non ci fa sentire.

Eppure il suo ruolo è fondamentale.

“Senza orecchio” non saremmo capaci di percepire lo spazio che ci circonda. Infatti, il suono ci fornisce importanti informazioni su come è strutturato e articolato l’ambiente. Ce ne rendiamo conto chiudendo gli occhi e ascoltando il suono della nostra voce: da questo possiamo capire se la stanza dove siamo è ampia o ristretta, se è vuota oppure ammobiliata.

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L’orecchio è anche l’organo dell’equilibrio: minuscoli sassolini, gli otoliti, ci dicono qual è la nostra posizione nello spazio.

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L’orecchio, l’udito, è prezioso nel corso di tutta la nostra vita.

Nell’età neonatale, per esempio, ci permette di apprendere il linguaggio, ma anche di sviluppare la mente.

Infatti i bambini con sordità importanti sono spesso muti e presentano uno spiccato ritardo nell’apprendimento.

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Per questo è fondamentale attuare nella primissima infanzia degli screening per individuare i bimbi con deficit uditivi e intervenire tempestivamente per correggerli.

Con l’avanzare degli anni, poi, l’udito ci consente di mantenere una buona vita di relazione, un discreto tono dell’umore ed un cervello funzionante. Molti pensano che una sua riduzione con l’età sia un evento ineluttabile. Per fortuna non è così. È che, come spesso accade, occorre pensarci prima.

Tranquilli! Non troverete al termine di questa ovvietà, quello che ovviamente vi aspettereste ovvero la pubblicità di qualche azienda produttrice di apparecchi acustici. Anzi ciò che abbiamo scritto è, caso mai, per prevenirne/scongiurarne l’uso.

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Quello che troverete, invece, è l’invito a visitare regolarmente l’otorinolaringoiatra e magari a farvi un esame audiometrico con una delle app che potete scaricare gratuitamente sul vostro pc o sul vostro mobile (qui sotto il link).

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https://www.navigaweb.net/2009/08/test-audiometrico-sul-pc-per-misurare-l.html

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   Patrizia Serra (*)

(*) Patrizia Serra, detta Zizzia (solo da sua madre), farmacista, ma anche copywriter e direttore creativo. Quindi multiforme o incasinata. Comunque da sempre fortemente resiliente, anche in era ante Covid.