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.Se panettoni, torroni e pandori cominciano ad accumularsi sugli scaffali dei supermercati quando ancora non è arrivata la festa di Ognissanti, è perfettamente logico che il Teatro (disciplina e carica artistica che -come universalmente riconosciuto- “arriva sempre prima”) si occupi delle prossime (o quasi) feste di fine anno con «Un Natale molto molto… intimo» in scena da martedì scorso, fino a domenica, al Teatro Petrolini di Roma, un autentico “gioiellino” incastonato in quella serie di piccoli ma storici e attivissimi locali teatrali che dimorano nel cuore di Testaccio.
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La trama:
È nella normalità di ogni giorno, soprattutto nell’approssimarsi di feste e ricorrenze, che si annida l’orrore domestico.
Così, alla vigilia di Natale, il tranquillo e rassicurante tran tran di Marcello e consorte viene infranto dall’arrivo della suocera, minaccioso e letale come e più di Anthony Perkins armato di pugnale nei panni della defunta nonna, nell’indimenticabile quanto terrorizzante sequenza della doccia del celeberrimo «Psyco» di Alfred Hitchcock. Quando poi si scopre che la donna comincia a soffrire di una forma molto aggressiva di arteriosclerosi che ha già praticamente azzerato la memoria a breve termine, potenziando all’inverosimile quella a lungo termine, quando piombano spettacolarmente nell’appartamento un vecchio spasimante russo della suocera e la sua tradizionale rivale nei giochi amorosi di una giovinezza ormai lontana, se i cognati in partenza per Vienna sono costretti a rinunciare perché una tempesta “perfetta” di neve si accanisce sulla città, allora la situazione da critica diventa davvero allarmante e foriera di disagi e disastri.
Marcello si avvale di tutte le risorse a sua disposizione per padroneggiare una situazione decisamente ingestibile, alternando momenti di rabbia, di tecniche di rilassamento e praticare zen e un disperato ricorso alla (poca) residua razionalità che alberga nel suo animo esacerbato, ma…
Ma non c’è niente da fare!
Da qui si dipana un’ininterrotta serie di equivoci, incidenti e imprevisti che, con un ritmo incalzante e senza concedere respiro né agli interpreti né al pubblico, conducono al positivo (ne siamo sicuri?) scioglimento finale.
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Lo spettacolo:
Il testo adattato da Lella Petrone è frizzante, mai volgare e intarsiato di gag e battute divertenti e mai volgari. La regia di Margarita Smirnova risulta al tempo stesso fantasiosa e tecnicamente impeccabile, con una gestione dei tempi e degli spazi sempre attenta e vivace.
Semplice ma efficace la scenografia, che ben disegna la calda atmosfera di una casa borghese sul punto di accogliere e celebrare nel più tradizionale dei modi le festività di fine anno. Ben scelti gli stacchi e gli intermezzi musicali.
La recitazione è corale, senza sbavature, il divertimento assicurato per un pubblico che, per tutta la durata dello spettacolo, non lesina applausi ed espliciti apprezzamenti.
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Il Teatro (cui fa capo, oltre alla compagnia stabile, una eccellente scuola di recitazione curata dalla Smirnova in persona)raccolto e ospitale, da seguire da vicino per il resto della stagione (l’8 e il 9 febbraio andrà in scena anche il drammatico e avvincente dramma «Marzia e il salumiere – Storia di un fiore reciso» che tanto successo sta già riscuotendo nei teatri lombardi) e per le prossime.
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A completamento di questo articolo, cliccando qui sotto, potrete accedere al link di una spigliata intervista con la Compagnia Stabile del Teatro Petrolini condotta dal drammaturgo Patrizio Pacioni:
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