Sbuffi di Ponentino (4) – Sangue comune e differenze che arricchiscono

 

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Cominciamo con il dire che L’Accademia di Romania è un prezioso gioiello di quieta armonia architettonica, un’oasi di tranquillità e riflessione, un raffinato presidio di cultura incastonato in uno dei siti più belli e suggestivi della più bella e suggestiva delle città.

L’appuntamento di ieri era dedicato alla presentazione del bel romanzo-verità Zero positivo, di Cristina Marginean Cocis.

­«In questo libro non sono raccolte e descritte solo suggestioni letterarie, ma anche le emozioni più nobili che la Vita può donare»  esordisce Armando Santarelli.

Il dramma, come un fulmine a ciel sereno, si abbatte sulla (sino a quel momento) serena esistenza della protagonoista allorché, incinta, si rende conto di essere stata aggredita da una malattia grave, per curare la quale si dovrà mettere a rischio la creatura che dovrà nascere.

«Il messaggio etico è forte e chiaro: se è innegabile che esiste la sofferenza, è altrettanto vero che ci può sempre essere un riscatto: non solo per porre rimedio alle conseguenze fisiche di una disgrazia, ma anche per superarne le devastanti conseguenze morali. Quella scritta da Cristina è una sinfonia polifonica di tipo letterario, una storia struggente e avvincente fino alla fine ma fondata sulla solida realtà»

A seguire l’intervento dell’altra conduttrice della serata, Gabriella Molcsan che ha subito messo l’accento su altri significativi temi trattati dalla narrazione.

«La salute e l’autosufficienza, sono condizioni della vita che, nel normale dipanarsi dei giorni, si tende a dare per scontati e dovuti. É quando esse vengono a mancare che, davanti ai nostri passi, si apre un vero e proprio abisso. Una fossa buia per evitare la quale occorre fare ricorso a tutte le qualità morali di cui si è in possesso. Nella vicenda di Zero positivo  è la figura del padre l’ormeggio al quale si lega la protagoista, per non annegare in un mare di sconforto e disperazione. Anche il viaggio nel Delta del Danubio, al quale sono dedicate significative pagine dell’opera, è da intendersi, prima che in uno spostamento fisico, come ideale percorso di esplorazione e scoperta dei più reconditi luoghi dell’anima»

È poi la stessa Cristina Marginean Cocis a prendere la parola, con pacata serenità e, nello stesso tempo, con singolare capacità empatica, tale da coinvolgere ed emozionare tutti i numerosi spettatori convenuti all’Accademia.

«Una madre diventa tale dal momento stesso in cui l’embrione s’impianta, ma un uomo, per diventare padre, si deve impegnare giorno dopo giorno» premette l’Autrice, parlando del rapporto tra la protagonista e il marito, che, a fronte del nuovo stato della moglie, reso drammaticamente fragile dalla malattia, non esita a dichiarare:  “Sono disposto a trattare mia moglie come un cristallo, talmente fragile da non poterlo toccare, ma la voglio qui, sempre accanto a me“.

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Si passa poi a parlare di un altro personaggio vitale nella narrazione, il genitore della protagonista.

Il buon Padre non è solo la persona che, come in questo caso, lascia buone orme da seguire, con la forza di un esempio di straordinaria coerenza morale e specchiata integrità, attraverso il proprio impegno e il conseguente sacrifico di sé. È anche e soprattutto un riferimento solido quanto può esserlo un rassicurante passato al cospetto di un presente che evolve troppo velocemente (e spesso non in modo positivo) e di un futuro quanto mai oscuro e incerto»

 

Cnonsentitemi un’ultima annotazione, del tutto personale: l’appuntamento con la presentazione di questo libro si è rivelata ai miei occhi come la più evidente e solare dimostrazione di quanto la comunicazione tra culture diverse (nel caso di Italia e Romania,  intrecciate anche dalla comune derivazione latina) sia capace di suscitare qualcosa di nuovo e di eccezionalmente stimolante.

È proprio grazie a eventi come questo, a simili occasioni d’incontro che non solo la reciproca comprensione e la sincera amicizia tra due popoli come il romeno e l’italiano può fortificarsi e prosperare, ma più in generale si può cementare la collaborazione e il rispetto tra le nazioni, specialmente quelle europee. E che le divisioni, i contrasti, i gretti interessi di parte, beh, quelli sì che siano tenuti separati dai nostri cuori dal più alto dei muri.

 

 

Titolo: Zero positivo

Autore: Cristina Marginean Cocis

Editore: Gaspari Editore

Anno: 2016

Pagine: 283

Prezzo: 16 €

Isbn: 9788875414894

 

  Cristina Marginean Cocis

Insegnante, mediatrice culturale e linguistica, ha collaborato con l’Università di Udine presso la Sezione di Lingua e Letteratura Romena.

 

   Vestale