Quando l’amicizia, da sola, non basta.

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.Uno curioso, l’altro più

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Uno curioso e potenzialmente trasgressivo, l’altro più pratico e attaccato alle regole. Dovrebbero fare la guardia, immobili e muti come statue, invece parlano tra loro per tutto il tempo. E, alle loro spalle, incombe il grande mausoleo Taj Mahal, ingombrante simbolo del <pitere, prima ancora che sontuoso e inimitabile monumento. Poi, come se scattasse un relè, ecco che la pièce cambia passo, acquista velocità e gronda tensione.
Si ritrovano dopo aver compiuto, insieme, un orribile carneficina: Babur, l’impulsivo, ha mozzato le mani di ventimila lavoratori che hanno contribuito alla costruzione dell’imponente Taj, e non riesce più a staccare le mani dall’impugnatura della spada; Humayun, il riflessivo, si ritrova momentaneamente accecato dal fumo delle carni bruciate degli arti mutilati che, in quella tragica catena di montaggio del terrore, è stato incaricato di cauterizzare. Tutti coloro che hanno dato vita a quella meraviglia architettonica, ha deciso l’Imperatore, non dovranno più provare a costruire un analogo capolavoro.

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È uno scenario infernale, lordato dal sangue, che, si capisce, non permetterà più ai due amici di vivere una vita normale. Inutile rifarsi al “dovere”, inutile cercare di consolarsi per le gratificazioni professionali che entrambi ricevono come compenso di quella macelleria. Qualcosa si è rotto definitiivamente sia all’interno della coppia di amici che nelle profondità dell’anima di ciascuno di loro, e le conseguenze di quella rottura saranno drammatiche.
Testo loriginale e validissimo, perfettamente reso in lettura scenica con la regia di Elio De Capitani e l’interpretazione, straordinariamente vigorosa e naturale dei giovani attori Alessandro Lussiana (abur) ed Enzo Curcurù (Humayun), sul brillante futuro professionale dei quali non è azzardato scommettere.
Sempre più valida, sempre più riuscita, sempre più intrigante nella scelta dei testi presentati, la rassegna pensata e fortemente voluta da Elisabetta Pozzi, “Teatro Aperto“: un nuovo modo di avvicinare gli spettatori al Teatro e di far conoiscere autori italiani e internazionali, testandone le opere con il concorso del parere espresso “a caldo” dagli spettatori. Gli scroscianti e ripetuti applausi che salutano la fine dell’evento testimoniano di quanto gradimento il pubblico bresciano, che per l’ennesima volta ha gremito il San Carlino fino all’ultima poltrona, manifesti anche per questa tipologia di eventi offerti dal CTB.

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GuittoMatto

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