Le Uova di Colombo (4) – Noumeni o non noumeni

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Quest’anno nella calza della Befana, ho trovato un regalo particolare, di quelli che, almeno a persone come me, fanno molto piacere.

Sto parlando delle «Uova di Colombo»: sì, proprio la nuova rubrica che, con questo post che state leggendo, è già arrivata alla quarta puntata; un’iniziativa all’insegna del divertissement culturale, letterario e ludico, la cui nascita è scaturita, semplicemente, da un giro di telefonate tra amici.

Chiacchiere oziose, ma non per questo banali e scontate, nelle quali si passavano in rassegna situazioni, avvenimenti, stati d’animo che si è  deciso di far rientrare nella categoria delle “ovvietà non percepite” (espressione che poi è  stata scelta come  sottotitolo).

La prima “ovvietà”, trattata da Patrizia Serra, ha costituito il più felice e benaugurante degli esordi, che ha fatto scaturire un inatteso (ma non per questo meno gradito e gradevole) florilegio di riscontri, in ed extra blog, alcuni dei quali vertono sugli aspetti filosofico/semantici del sottotitolo ed anche richieste di come si sia giunti a coniare tale definizione.

Ma torniamo indietro nel tempo, vale a dire al preciso momento in cui (sia pure – allora – a mia insaputa), nacque l’idea.

A chi di voi ha buona parte del futuro alle spalle, sarà successo almeno una volta nella vita di aver incontrato, casualmente, una persona di cui si erano perse le tracce, e che l’incontro abbia fatto venire in superficie, direi riesumato, un coacervo di piacevoli  ricordi. E se le due persone sono fuori dal ciclo produttivo della Società, dicasi pensionati, il più delle volte l’incontro  porta, quando si poteva, a sedersi in un posto acconcio, magari in una sala da tè, e lì dar la stura ad un  reciproco update su un lasso di tempo anche di decenni. La durata del quale, l’update si intende, dipende non solo dal tempo che entrambi hanno a disposizione, ma soprattutto da quello che era avvenuto nel loro passato, tutto da esser rinnovellato in quell’occasione!

In modo più specifico, dopo un piacevole blabla, il già da tempo pensionato (che non ero io) si risolse a porre al neo pensionato (che ero io) la fatidica domanda:  «Ma ora, che fai di bello?»

«Sono impegnato in un’Associazione di volontariato, specificatamente mi occupo di un’iniziativa, definibile meticcia, in quanto è un mix di analogico, digitale, un mix che va contro la parcellizzazione delle responsabilità e della burocrazia, il tutto finalizzato a rendere più efficienti ed efficaci gli interventi di soccorso medico-sanitario per tutti, ma soprattutto per le frange deboli. Ovvero di coloro che, se non ci fossimo noi, volontari intendo, non rientrerebbero assolutamente nei benefici delle nuove tecnologie.» fu la mia risposta.

Queste parole ebbero l’effetto immediato di far sorgere nel mio interlocutore una tremenda curiosità di saperne di più, col risultato che fui sottoposto a una specie di terzo, direi anzi quarto, grado, al quale non mi sottrassi, esternando tutto il mio scibile e terminando con la seguente considerazione:

«Benché la cosa in sé sia alquanto semplice, direi anche ovvia, (notare quest’ultima aggettivazione !), il tema di base, (penso di aver usato anche il termine “noumeno”, vedere alla voce I. Kant) rende le persone perplesse e con lo sguardo perso verso l’infinito!»

Il mio conoscente seguì palesemente interessato le mie parole, non fece una piega neanche al “noumeno” che scivolò via senza far danni. Poi, dopo che io mi tacqui, rimase silente, ostentando quel particolare look di chi stia meditando profondamente. Infine mi fissò, mosse le labbra come per dire qualcosa, fece una specie di “rewind” e scandendo lentamente e solennemente le parole, proferì: «È del tutto evidente che ci troviamo in presenza di un’ovvietà non percepita!»

Fiat lux.

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Carlo Geri ai tempi del colera. Pardon, del Covid 19

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Sono trascorsi più di tre anni da quell’incontro, non ho più visto, né sentito il mio amico, ma l’espressione “ovvietà non percepita”… “se ramasse à la pelle/Tu vois, je n’ai pas oublié”…mi è rimasta attaccata non come una “foglia morta”, bensì un virgulto vivissimo e vitale… tanto da ispirare una rubrica!

Oh tu, lettore, che hai avuto la paziente bontà di seguirmi sino a questo punto, spero che ti sarai chiesto: mah?, noumeno o non noumeno, di cosa stiamo parlando ? Ma questa ovvietà che non viene percepita, vivaddio…in cosa consiste ?

Bene, se tu, lettore, ti poni queste domande, rendimi edotto e io ti accontenterò… sempre che tu possieda una sufficiente dote di pazienza e perseveranza.

continua (*)

                                                                                                               

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è GeriTrump.png    Carlo Geri

ingegnere sempre attento alle innovazioni

tecnologiche giovevoli al sociale,

esponente di spicco all’interno della

organizzazione dei Medici Volontari Italiani

 

 

 

(*) Come si usava con i fumetti a striscia nei primi anni ‘60: Capitan Miki, Black Macigno, Tex.

 

 

5 commenti su “Le Uova di Colombo (4) – Noumeni o non noumeni

  1. Delizioso divertissement, ingegnere! Questa spiega era indispensabile e, credo, auspicata dalla maggior parte dei lettori. E poi il Geri al tempo del colera è apporto iconografico geniale. Visto che ci è promesso (o minacciato ) un prosieguo, propongo una dotta trattazione sulla differenza tra il noumeno di Platone e quello di Kant. Che sia anche quella un’ovvietà non percepita? Come si suol dire, se si vuole, tutto è fattibile. Complimenti!

    1. Andiamo per gradi.
      Il divertissement vuole essere un assist, ispirantesi alla leggerezza calviniana, atta, (ut latino ?), all’introduzione di una tematica un po’ pesantina….
      Poi la “spiega” è forse parente della “chiama” del Parlamento ?
      L’ “apporto iconografico geniale” si riferisce alle foto ? Se sì, la prima allo specchio si ispira ad Amleto: essere o non essere…al tempo del colera…
      La seconda, in quanto si ritiene che ci sia un po’ troppo assopimento da parte dei neuroni e delle sinapsi, si concorda ?
      Un semplicissimo esempio “vlf”, very low profile, (in Inglese, vuoi mettere !?!): la situazione politica del Paese !
      In attesa di una dotta trattazione sulla differenza tra il noumeno di Platone e quello di Kant, qual è l’ovvietà, diciamo percepita ?
      Che solo tu e MC potete incamminarvi su tale tratturo…ed anche MC è un’ovvietà…percepita ! Tanta salute Urbi et Orbi.

      1. Dopo aver creato questa suspence attendiamo le prossime puntate…sarebbe interessante (magari per alleggerire temi che a tuo dire si preannunciano “pesantini”) accompagnare il prossimo articolo con contenuti musicali, magari con strumenti a fiato….”intelligenti pauca”

        1. Vado a spiegare…Vincenzo è il mio coinquilino di condominio sovrastante, lui…non il condominio !
          Ovvero una delle persone più fortunate che conosca, non solo per via di un terrazzo di circa 200 mq, e quando si poteva, su tale superficie ha organizzato vary party, (….a cui non mi invitava),, ma anche perché ha il privilegio di essere testimone acustico delle mie, quasi quotidiane, interpretazioni musicali in Sib, (vedere foto dell’Uovo N° 4)
          Non so se mi spinga a scrivere in modo che si diradino le suddette interpretazioni…facciano così, da oggi non userò più la sordina da condominio e vediamo cosa succede.
          Vi terrò aggiornati, buona domenica.

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