Le Uova di Colombo (37) – Sette in condotta… al consiglio di classe!

Attenzione: qui si trattano OVVIETÀ NON PERCEPITE: spunti di riflessione su quegli argomenti che sembrano banali e scontati ma che, per molteplici quanto validissime occasioni, molto spesso non risultano affatto tali.

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Avevano preso la classe per un baraccone da lunapark. Avete presente quei tiri a segno con le paperelle che girano come una specie di giostra e i tiratori, tutto intorno, cercano di colpirne quante più possibile per vincere il classico (quanto orribile) orsetto di pezza, oppure una boccia di vetro dove nuotano due sventurati pesci rossi, che nemmeno nelle celle del famigerato dittatore cambogiano Pol Pot, si stava cos’ costretti e scomodi?

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Ecco, il misfatto è stato perpetrato lo scorso inverno presso l’Istituto Superiore Viola Marchesini di Rovigo dove, due baldi giovanotti, hanno pensato bene di crivellare di colpi (per fortuna solo pallini di plastica e non pallottole di piombo) una delle loro insegnanti. Con tanto di documentazione audio/video da utilizzare sui social.

Il nome della professoressa-bersaglio?  Maria Luisa Finatti. L’arma del delitto? Una pistola ad aria compressa. La mira dei due cecchini? Decisamente buona, visto che la insegnante venne colpita (anzi attinta, come si dice nel burocratese degli inquirenti) più volte alla testa.

La conseguenza, logica e minima, del dissennato comportamento fu la sospensione temporanea di entrambi dalla frequenza delle lezioni, al termine della quale ebbero di nuovo accesso in classe.

Fin qui nulla di strano: a un comportamento bizzarro, per non dire demenziale e quanto meno esecrabile fece seguito come giusto, da parte della scuola, una severa (?!) sanzione, ma ormai, a quanto mi dicono, l’ergastolo non viene più affibbiato neanche al peggior delinquente, quindi…

Ciò che invece sorprende, e non poco, e non certo in senso favorevole, è la notizia di pochi giorni fa, immediatamente ripresa e rilanciata da agenzie e media: il Consiglio di Classe, dopo una meditata valutazione, ha deciso di promuovere i tiratori scelti assegnando a entrambi un bel nove in condotta.

Solo il successivo 27 giugno si è deciso di porre rimedio agli effetti che ad altro non possono farsi risalire che a un colpo collettivo di caldo, dopo che il Ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, dopo avere disposto una doverosa ispezione, aveva chiesto (non so quanto gentilmente) alla preside (ma non si dice Dirigente Scolastica?) di ri-convocare il Consiglio per valutare con un po’ più di attenzionela situazione dei ragazzi.

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Queste più o meno le sue parole: «Visti gli esiti della relazione degli ispettori e considerata la non corretta applicazione del Dpr 122/2009 e del regolamento di istituto – ha detto – ho avvertito l’esigenza di invitare la dirigente scolastica a riconvocare il consiglio di classe, al fine di riconsiderare in autotutela le decisioni prese».

Detto fatto: nove in condotta ridotto a sette. Con conseguente bocciatura? Al momento non si sa, ma probabilmente no. I regolamenti, come ormai è risaputo, in questo Bel Paese a volte sono estremamente elastici.

Come gli elastici delle mutrande, più o meno. O come i pallini di gomma.

Ed ecco che, puntuale come una cambiale in scadenza (tah-dah!), siamo arrivati anche in questa puntata a

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Il momento dell’ovvietà non percepita :

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È presto detto. Anzi, in questa occasione, piuttosto che di un’asserzione, si tratta di una domanda la cui risposta lascio al vostro giudizio: come si fa ad avere fiducia in una Scuola (con la esse maiuscola) incapace di auto-amministrarsi e auto-regolarsi?

Perché i casi sono due: o la prima decisione presa in senso buonista / assolutorio era quella giusta, anche se ci vorrebbe effettivamente un certo coraggio a sostenere una tesi del genere, o era profondamente supeficiale e, quindi, erronea e ingiusta.

Nella prima ipotesi non c’è intervento di ministro che tenga: un collegio dei docenti degùno di questo modo deve difendere a ogni costo i principi che ritiene di avere espresso. Atteggiamento quanto meno doveroso nei confronti degli studenti, oltre che della coscienza dei suoi membri.

Nella seconda ipotesi, non è proprio possibile che a un organo collegiale composto di insegnanti sulla cui esperienza e professionalità non è lecito nutrire dubbio alcuno, abbia bisogno di uno scappellotto tirato dall’alto per revvedersi da un vero e proprio delirio.

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Scegliete voi quale vi piace di più.

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Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è PatRosso.jpg   Patrizio Pacioni (*)

(*)  Scrittore, drammaturgo e blogger