Goodmorning Brescia (219) – L’armonica collezione dell’Avvocato

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Flaminio Valseriati è un uomo che per molti anni ha esercitato, con grande competenza e costante successo, la professione di avvocato. È, soprattutto, un amante dell’armonia e del bello.

«Nella mia anima convivono tre grandi passioni» dice di sé, accogliendo con grande ospitalità gli amici e gli amici degli amici nella sua bella casa bresciana. «L’automobilismo, la musica e i viaggi»

La cosa rimarchevole è che, a differenza di molti, l’avvocato Valseriati ciascuna di queste sue inclinazioni ha avuto il modo, la volontà e la capacità di coltivarle in modo intenso e professionale, nonostante i molteplici altri “contenuti” che ne caratterizzano la vita. Laureato in giurisprudenza a Padova nel 1966 a pieni voti, diventa membro del Lions Club International dal 1973, vice Governatore nel 1978 e Presidente nel 1982; membro del Panathlon Club International dal 1986 eletto Presidente per il biennio 2001-2003; vice Presidente Consigliere dell’Automobil Club di Brescia dal 1982 e componente di varie commissioni sportive già Consigliere per dieci anni del Centro Teatrale Bresciano. Presidente per otto anni del Museo Chitarristico Bresciano, per dieci anni dell’Associazione Culturale Concertarte. per sei anni della Società dei Concerti Sinfonici S. Cecilia, per dieci anni dell’Associazione Mandolinistica Costantino Quaranta. Scrive articoli e saggi per riviste giuridiche, letterarie, musicali e di automobilismo. Cultore del dialetto bresciano, poeta estemporaneo in latino, italiano e bresciano, ha scritto “Dante Bresciano” edizione Serra Tarantola, traduzione di alcuni canti della Divina Commedia e di altri massimi poeti dal ‘200 al ‘900.

Insomma, uno di quei personaggi di cui ci si chiede se siano in qualche modo riusciti a ottenere dal Buon Dio una giornata di trentasei ore invece della conusta durata fissata in ventiquattro.

Ma andiamo per gradi e partiamo dunque dall’automobilismo, che lo ha visto affermarsi, tra l’altro, in due edizioni della Mille Miglia (1989 e 1997), in un Campionato Italiano Assoluto Rally Regolarità (1991) e in altri cinquanta rallies, oltreché in un campionato di Categoria di Velocità.

Per quanto riguarda i viaggi, basti dire che praticamente non c’è lembo di terra o tratto di mare che Valseriati non abbia percorso e visitato.

Resta per ultima (ma non certo da ultima) la musica.

Un amore trasmesso dai genitori, in particolare dalla madre, virtuosa del mandolino. Viene coltivato attraverso studi impegnativi, indirizzati prima alla musica classica, poi a quella leggera. Viene rafforzato dall’incontro con personaggi del calibro di Fausto Leali (caro amico da sempre) e Gianni Morandi, con il quale Valsierati condivide il periodo della naia. Si concretizza nell’esperienza da solista e da membro del complesso de I Delfini.

Un impegno quotidiano «Perché se un musicista sta un giorno senza suonare se ne accorge soltanto lui…» spiega Valseriati. «Ma se i giorni d’inattività diventano due se ne accorge qualsiasi altro musicista, e se si arriva a tre se ne accorge anche la donna di servizio».

Un’attrazione fatale, quella verso la musica, che si sublima infine, letteralmente, con l’avvio dell’attività di collezionista: millesessantasette strumenti rari e/o di raffinata fattura, moderni e/o antichi di cui riempie la sala inferiore della sua casa, ma si tratta solo di un totale parziale, visto che «Un collezionista non si ferma mai… non si può fermare!» spiega l’avvocato, accarezzando come se fossero le sue creature: mandolini, mandole, pomposi, chitarre classiche e hawaiane, contrabbassi, persino un theremin (strumento prodigioso che si suona senza alcun contatto, inventato dall’omonimo militare russo).

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E poi un vasto assortimento di banjo da tutto il mondo, ukulele, dulcimer, chitarre elettriche, balalaiche, ma anche armoniche, xilofoni, ocarine,  arpe insieme a una bizzarra “sega cantante” proveniente dalla Baviera. Senza contare alcuni splendidi e preziosi esemplari di chitarre Mozzani.

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Ma non è finita qui. Nel prolungamento del grande salone, Flaminio Valseriati mostra a me e al piccolo gruppo di visitatori introdotti in questa sorprendente “casa-museo” dall’intraprendente e attivissima Sandra Morelli, leader e autentica anima dell’Associazione Arnaldo da Brescia, mostera con malcelato orgoglio la parte di collezione (messa insieme nel corso dei tanti viaggi) che comprende una variegata selezione di strumenti etnici comprendente produzioni indiane, medio ed estremo orientali, australiane, messicane ed americo-latine.

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Non manca, sul finire della visita, un’esibizione dimostrativa nel corso della quale l’avvocato mostra le sue qualità di musicista sugli strumenti della collezione, sia a plettro che a pizzico. Convinti applausi da parte del ridotto ma ricettivo pubblico (me compreso).

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