Goodmorning Brescia (94) – Coma sa fare girare la terra Teresa, nessuno al mondo!

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La stagione di prosa promossa dal Comune di Lumezzane al Teatro Odeon viene conclusa dal ritorno di Teresa Mannino (che si era già esibita lì nel gennaio 2015) con lo spettacolo «Sento la terra girare» .

L’attrice palermitana, giunta a oltre 150 spettacoli in palcoscenico e beniamina del pubblico televisivo con le sue gag e le sue caratterizzazioni, in perenne altalena tra la Sicilia e Milano (città di  adozione) ha fatto registrare un sostanziale  “tutto esaurito” già dal primo giorno di prevendita.

«Sento la terra girare» scritto con Giovanna Donini e prodotto da Bananas, vede l’attrice, insuperabile improvvisatrice nell’intermezzo iniziale con il pubblico, che “scalda” la platea immediatamente e al giusto punto di cottura, è una lunga e articolata conversazione con il pubblico, intorno alla grave situazione di un mondo e di una generazione chiaramente (se non irreversibilmente) “deteriorati dall’uso”.

Uscita da un vecchio armadio (unico quanto efficace elemento di scenografia), ovvero, in modo più colloquiale “caduta dal pero”, la sempre vispa Teresa se la prende con tutto, o quasi: da certa farlocca ecologia salutista, agli studi scientifici e genetici dispendiosi, velleitari e sostanzialmente inutili; dal chiacchiericcio dei social, soporifero per le generazioni mature ed estremamente dannoso per quelle più giovani, allo sconsiderato uso del telefono cellulare, dagli sprechi alimentari, assurdi e ingiustificabili in un mondo che, per la gran parte vive in ristrettezze anche gravi, con gli animali domestici ipernutriti e intere specie che scompaiono e, soprattutto, interi popoli che soffrono la fame. Per finire all’inquinamento da plastica e da altro, che rischia di rendere inabitabile l’habitat di tutti, anche a causa di pratiche commercial-consumistiche incomprensibili che vedono ingenti risorse di ricchezza dissipate all’inseguimento della moda del giorno e/o nell’acquisto compulsivo  di regali e gadgets vari di assoluta inutilità.

Il tutto senza allontanarsi mai troppo dalle tematiche che più le sono proprie: il rapporto maschio-femmina e i contrasti tra la mentalità del nord e quella del sud.

Si finisce con un appello al cambiamento rivolto a “donne che camminano tutto il giorno sul tacco dodici e sognano le valleverde” e una poesia in cui l’unica via di salvezza è da ricercarsi nella gentilezza e nell’allegria.  

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Brava, bravissima la Mannino attrice-mattatrice-intrattenitrice.

Non altrettanto entusiasmante, a giudizio di chi scrive, il testo, spesso brillante e di comicità travolgente, ma eccessivamente didascalico, nel quale perle di genuina saggezza popolare si mescolano, a volte, con qualcosa di già detto, sfiorando l’insidioso confine del luogo comune.

Il popolo di Lumezzane, che è il solo e decisivo giudice-arbitro dell’incontro, però si diverte molto, con risate spesso a scena aperta e un lungo e convinto applauso alla discesa del sipario.

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   Bonera.2