Giulio Forbitti è l’autore-drammaturgo della nuova opera teatrale portata in scena (per l’attenta regia di Guido Uberti) dai ragazzi dell’ Istituto Primo Levi di Sarezzo. Diciannove anni, diciannove pièce, diciannove volte scritte da lui.
“In questo ormai lungo arco di tempo ho visto moltissimi ragazzi partecipare alle rappresentazioni, con la soddisfazione di constatare che molti di loro hanno continuato a recitare anche terminati gli studi” racconta Forbitti .
Uno di loro, Marco Poli, non ha mai perso occasione di entrare nel cast degli spettacoli che si sono succeduti nel corso degli anni, con immutata passione, senza mancarne neppure uno.
Nel corso della serata del 13 maggio (replicata il 14) alunni ed ex alunni, ai quali si sono uniti a che alcuni bambini della scuola materna Pio X e di giovani della Cooperativa l’Aquilone, si sono perfettamente integrati in una recitazione corale di ampio respiro.
“Sono loro i veri trascinatori dello spettacolo” dichiara Forbitti, elogiando il contributo degli ex-alunni.
Responsabile del Laboratorio è la prof.ssa Elena Bonometti (nella foto con il microfono) componente del consiglio di amministrazione del C.T.B. e da sempre impegnata per la promozione dei giovani studenti nell’attività teatrale, sapientemente coadiuvata dalla prof.ssa Maria Dabrosca
Il Preside prof. Mauro Zoli, è fortemente impegnato nell’organizzazione di questa iniziativa, il cui primo scopo (attuale più che mai) è quello di mettere insieme giovani e disabili con il preciso scopo di promuovere l’amicizia e l’integrazione più assoluta.
Alla “prima”, oltre al Preside Mauro Zoli, è presente il Sindaco di Sarezzo, anche lui ex alunno del Primo Levi “
“Purtroppo, quando io ero studente, nella scuola non c’era ancora promozione dell’attività teatrale” confida, senza nascondere un velato rimpianto.
“Grazie al lavoro e all’impegno degli organizzatori di queste recite si promuove la capacità per i giovani di confrontarsi con i propri limiti e di ricevere attraverso il teatro input positivi che potranno favorire il prosieguo del cammino di vita“.
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La trama, complessa e articolata, prende le mosse dalla sofferenza.
Tocca argomenti molto forti come lo stupro, l’omicidio, la coltre intessuta di silenzi e inganni sotto la quale (come spesso accade) si cerca di occultare una verità scomoda.
Nella vita, però, come ricorda un personaggio della pièce, giovanissima madre adottiva “Il passato si veste, si traveste e poi si svela” e ciò che è dolore, falsità e sofferenza viene trasformato in carità e affetti sinceri.
Nella storia, ambientata nel medioevo, emerge la forza di una giovane donna capace di accettare la scomoda realtà di essere nata dopo (e per) il più basso e indegno degli oltraggi che un uomo possa arrecare a una donna. Rassicura i suoi due fratelli, con i quali (inconsapevole della consanguineità) arriva a rischiare un incesto, con i sentimenti più sublimi di pietà e spiritualità, di amore e di generosità.
Si parla di fratellanza, di unione fra i tre ragazzi, di collaborazione che sfocia nella realizzazione di un ospedale di cui lei è la amministratrice… ma siamo nel medioevo.
Una donna al comando suscita non poche discussioni per quel periodo e un religioso mette in dubbio le capacità di una donna in quanto donna. Ma è più moderna di quanto si possa pensare: si parla di magia bianca, affidata in quel periodo solo a figure maschili, in cui troviamo, oggi, le radici della scienza moderna e della medicina.
Insomma, i colpi di scena sono numerosi e capaci di stupire il pubblico fino alla fine.
E come tutte le storie raccontate da Forbitti, anche questa ha un finale lieto e, al tempo stesso, utile a valere da insegnamento: una delle doti più desiderabili, in un essere umano, è quella di volere e sapere trasformare il male in bene.
Il seme del Re
Saggio didattico organizzato dall’ Istituto d’Istruzione Superiore Statale “Primo Levi” di Sarezzo.
Proposto dal Gruppo Teatrale Gianluca Grossi.
Testo: Giulio Forbitti
Regia, scene, luci: Guido Uberti
Teatro San Faustino Sarezzo 13 e 14 maggio 2016
Giusy Orofino (per Bonera.2)