La storia è commovente, meriterebbe di essere raccontata in un romanzo e poi trasposta in un film.
Ecco la notizia, riportata da tutti i quotidiani e i notiziari tv:
Colpita da un tumore al seno triplo negativo, un carcinoma particolarmente aggressivo e praticamente incurabile, dopo una lunga, aspra, quanto vana, lotta contro il male, Elisa Girotto, 40 anni, realizza che la figlia Anna, una bimba di appena un anno, sarà costretta a crescere senza la sua mamma.
Una prospettiva intollerabile, persino più dell’ormai incombente morte.
L’idea arriva pian piano, probabilmente indotta dallo struggente desiderio, ahimé impossibile da realizzarsi in modo tradizionale, di restare in qualche modo accanto alla sua creatura, almeno fino al raggiungimento della maggiore età.
Uno per volta, allora, comincia ad acquistare, negli ultimi (pochi) mesi che le restano a disposizione, doni adatti ad accompagnare la piccola Anna per 16 compleanni: da un pupazzo, a una barbie, a un mappamondo…
Quando Elisa si spegne, i regali ci sono tutti: a ogni compleanno la bambina, l’adolescente, la ragazza che diverrà Anna, ne avrà uno da scartarne ricordando la mamma che non c’è più.
*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°*°
L’amore per la figlia è immenso. Il gesto è nobile, degno di una fiaba dei bei tempi andati. A volte, però, il sentimento e la ragione possono non incontrarsi.
Quello che mi chiedo io con la mente (il cuore è tutto con Elisa e Anna) è se tutto ciò non finirà per perpetuare, per lunghissimi anni, un lutto che, forse, sarebbe stato meglio lasciare elaborare alla bambina in modo più rapido.
Ricordando una frase ripresa da ben due evangelisti:
Gesù gli disse: “Seguimi, e lascia che i morti seppelliscano i loro morti”» (Mt, 8, 21)
«Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; tu va’ e annunzia il regno di Dio» (Lc 9,60).
e augurandomi che i miei siano solo cattivi pensieri, auguro ad Anna il migliore e più sereno percorso di vita, nell’affettuoso ricordo dell’immenso amore che la sua mamma ha nutrito per lei.
Valerio Vairo